La Vocazione di Simone
Vive 34 anni, una Vita brevis, Simone Weil, ebrea francese, vuole lavorare anche in fabbrica (alla Renault), per capire la condizione operaia, dopo aver studiato filosofia e averla insegnata in diversi licei della profonda provincia.
Organizza corsi di formazione per lavoratori, senza smettere di studiare Platone e i pensatori greci, cui imputa solo il demerito di non aver mai saputo dar valore al lavoro umano, ritenuto da tutti costoro “cosa da servi o da schiavi”.
Fugge in America nel ’42 per evitare la deportazione nazista.
Studia Marx, ma ne rileva i limiti, secondo lei, insiti nella incapacità di ammettere un’antropologia filosofica dell’individuo e di pensare a una vera filosofia del lavoro. In Marx, secondo la Weil (sommessamente condivido) resta prevalente un “tardo messianismo giudaico-cristiano”, fidente nella sola capacità delle masse di affrancare tutti gli uomini e tutto l’uomo.
Simone aveva capito che così non è. L’uomo si affranca non solo con la politica, ma anche e soprattutto con la conversione interiore, quella che trasforma un “cuore di pietra” in un”cuore di carne e sangue” (s. Paolo), unico e irriducibile. Cuore inteso come centro della persona, e comprendente Intelletto e Volontà.
La Virtù (aretè) dei Greci e la Grazia cristiana sono le chiavi del Regno, per Simone, la porta stretta dell’elevazione etica e semplicemente umana.
Il suo spirito critico, la sua capacità di non rinunziare mai all’autonomia del pensiero, il suo carattere indomabile, ne fanno un esempio fulgente, paragonabile a quello di Edith Stein (cfr. più indietro nel blog), una figura luminosa per ciascuno di noi che si fermi a pensare sul crinale dei propri giorni.
Alla fine scrive: “Dio pena, attraverso lo spessore infinito del tempo e della specie, per raggiungere l’anima e sedurla. Se essa si lascia strappare, anche solo per un attimo, un consenso puro e intero, allora Dio la conquista. E quando sia divenuta cosa interamente sua, l’abbandona. La lascia totalmente sola. Ed essa a sua volta, ma a tentoni, deve attraversare lo spessore infinito del tempo e dello spazio alla ricerca di colui ch’essa ama. Così l’anima rifà in senso inverso il viaggio che Dio ha fatto verso di lei. E ciò è la croce“.
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