Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

I due babbei

Facciamo un giuoco, il giuoco dei due babbei, come se fossimo dentro una novella del Decameron del grande di Certaldo o del Centonovelle di Franco Sacchetti, e il titolo del racconto fosse proprio quello.

C’erano una volta due babbei che facevano a gara per mostrarsi intelligenti, come spesso capita ai babbei, non sapendo che non occorre mostrare intelligenza, quando c’è, poiché essa deborda, si esprime, si vede, si percepisce in parole, atti e fatti. Se invece l’intelligenza è scarsa non c’è consapevolezza di tale carenza. Oggi come ieri e l’altro ieri.

Ed eccoci nel sedicesimo secolo.

Carlo V e Francesco I, dimenticando per un momento la loro irriducibile ostilità, hanno convocato alle porte di Milano il margravio del Lombardo-Veneto, sua Eccellenza messer Salvino, e il principe delle Due Sicilie sua Altezza messer Geggè Dimmaio, per discutere dell’arduo tema del fisco, cioè delle gabelle richieste dai due sovrani, tenendo anche conto dell’obolo di San Pietro esigito dal Pontefice da parte del popolo. I due regnanti hanno ascoltato le lamentazioni dei vassalli con graziosa disponibilità, ma hanno chiesto con forza di procedere a un aumento delle riscossioni gabellari, poiché le guerre in corso per le Province Unite (più o meno l’Olanda attuale)… non possono aspettare. Bene. A quel punto i due prodi sottoposti hanno proposto ai regnanti di chiedere ai banchieri di Firenze, i Medici, e di Augsburg, i Fugger, di depennare dal passivo gravemente consolidato tutti i denari finora prestati ai regnanti stessi dalle banche su nominate per allestire i rispettivi eserciti, trasformandoli in obbligazioni o in altre forme possibilmente meno o per nulla vincolanti per i debitori, cosicché non ci sarebbe stato più bisogno di gravare sul popolo contribuente.

Risparmio al mio gentile lettore la reazione dei due sovrani, che non si limitò agli insulti, ma passò alle vie di fatto, a cura delle rispettive guardie del corpo, che in ambo i casi erano mercenarie, picchieri svizzeri! In ogni caso gli insulti sopra numerari furono:

babbèo agg. e s. m. (f. -a) [da una radice onomatopeica bab-; cfr. anche babbuasso e babbuino]. – Sciocco, semplicione, credulone: sei un gran babbeo!

cretino agg. e s. m. (f. –a) [dal franco-provenz. crétin, propr. «cristiano», adoperato prima con senso di commiserazione «povero cristiano, poveraccio», poi con valore spreg.]. – Affetto da cretinismo. Nel linguaggio corrente, con sign. più generico e senza relazione con la malattia, stupido, imbecille e sim., per lo più come titolo d’ingiuria: sei un vero c.!; quanto sei c.!; mi prendi per un c.?; ci siamo comportati proprio da cretini. Anche di atti o parole che rivelano stupidità: avere un’aria c.; dare una risposta cretina.

stòlido agg. [dal lat. stolĭdus, affine a stultus«stolto»]. – Che ha o dimostra mancanza d’intelligenza, di prontezza, d’intuito: un vecchio s.come usano certi s. mariti del giorno d’oggi (C. Arrighi); per estens.: un comportamento s.una risposta stolida.

Aggettivi atti a definire persone di limitata capacità di discernimento e di buon senso o dal comportamento stolido, naturalmente menomate nelle facoltà mentali e psichiche; in psicologia, affette da imbecillità.

Sto documentandomi sulle varie definizioni che mi permettono di inquadrare il livello intellettuale e umano, non solo dei due vassalli secenteschi, ma dei loro emuli nostri contemporanei, cioè -tra non pochi altri- dei due soci che stanno cercando di fare il governo.

Il mio amico Paolo C. usa spesso la parola “babbeo” per definire il povero in spirito, ma non in senso evangelico, proprio in senso psico-neurologico. Sentirli parlare, dichiarare, rispondere dà subito l’idea dell’idiozia più crassamente evidente.

Se gli si volesse bene, e non è il mio caso, ci sarebbe da preoccuparsi ogni volta che si trovano con un microfono davanti al naso, perché potresti sentir dire, caro lettore, che “la Russia è un paese mediterraneo“, che “Lima è la capitale del Venezuela“, che la Costituzione… non so, ne hanno dette troppe: Di Maio premier perché votato da 11 milioni di italiani, in Italia non si vota il premier, e poi l’elenco dei ministri portato al Quirinale prima che il Presidente della Repubblica apra qualsiasi confronto, pazzesco.

E che dire del Comitato di Conciliazione, per risolvere eventuali controversie di merito tra le varie forze presenti nel Governo previsto soprattutto dai grillini? Che cos’è? un super-esecutivo? Ma se è già previsto in Costituzione il Consiglio di Gabinetto, che deve essere convocato dal Presidente del Consiglio e riguarda i responsabili dei principali dicasteri, come Esteri, Interni e Difesa… Non è che attorno al Comitato di Conciliazione, o addirittura dentro ci ritroveremo Casaleggio jr. o addirittura il buffone di corte fondatore?

Almeno Salvino, il margravio del Lombardo-Veneto, non ha fatto queste cappelle, ma il giovine disoccupato napoletano, o principe delle Due Sicilie, da chi è stato consigliato? da quel genio di Casaleggio jr.? Cosa succederà ora?, ora devono votare in tre o quattromila e approvare sulla piattaforma Rousseau (o bocciare) il governo?

Robis di maz, par furlan, cioè “cose da pazzi”.

I due babbei, i due stolti, i due cretini, i due imbecilli eppure se qualcuno mi chiedesse chi butterei dalla torre se Salvini o la Boldrina (oramai declino sempre al femminile il suo cognome, visto che ci tiene tanto a rendere femminile anche il neutro), butterei la seconda. Un brutto periodo, questo.

Utinam Deus nos servet.

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