Anima della Terra
11 marzo 2011. 8.9 Richter in Giappone. La terra trema e il mare tonante risucchia ogni cosa.
La natura matrigna -leopardianamente- si rivolta contro chi la invade.
I cultori del caso, da La Mettrie e Morelly a Monod, a Hack, a Odifreddi, si guardano intorno senza stupore: per loro accade, può accadere, accade. E allora?
Non vi è finalità, non vi è disegno. Nulla.
Ogni cosa, ogni moto è frutto del caso, dello scontro imprevedibile di vettori e di forze. Non solo principio di indeterminazione, ma caos, entropia.
Accade. Si muore. Si scampa. Si campa. Loro pensano.
1976, ore 21.01, in piazza a Rivignano, si discute seduti sotto i tigli secolari di politica, io e l’amico, che ora è lontano da qui, in una casa di pietra arcigna.
1976, nella borgata di Bàrdo, l’orto lussureggiante, su nelle Valli slovene le case tremano e i bimbi si spaventano. Terraemotus.
Maggio è stato quasi freddo come l’inverno passato, quando la neve turbinava fuori delle vecchie imposte di legno seccato dal tempo, e si insinuava per le fessure della porta. Neve.
I bimbi hanno freddo e si stringono aspettando l’alba.
A Coritis nell’alta Valle di Resia respira il bosco e le remote scogliere marine ora alte ad accogliere il volo dell’aquila.
Quando mai saliremo insieme -tacendo- i sentieri delle Valli per sentire ammutoliti echi?
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