Meister Eckhart insegna (Cf. Quaestiones Parigine) che l’anima ha bisogno del distacco (abgeschiedenheit) dalle cose per potersi salvare.
Nulla di più ragionevole. Infatti solitamente noi ci attacchiamo alle cose che facciamo o che possediamo, e ne restiamo prigionieri, captivi, imbozzolati in un rapporto che appesantisce e rende più difficile la re-lazione con noi stessi e con gli altri.
Se si è troppo autocentrati su ciò che abbiamo fatto, non possiamo librare il nostro pensiero su altro, sul nuovo, sul futuro che ci viene in-contro.
Il Maestro renano mette in guardia da tutto ciò che, in definitiva, una volta fatto, perfezionato, cioè finito, non ha più nessuna ragione per renderci vittime dello stesso suo pondus.
La lezione è dunque quella del distacco dalle cose materiali, dagli atti e dai fatti che invece, nella cultura contemporanea, costituiscono il sostrato dell’essere e dell’autocomprensione soggettiva della maggior parte delle persone: uno vale in quanto conta, guadagna, ha potere, etc..
Una lezione contro corrente, forse quella più adatta a preparare gli animi e le anime ad attraversare la crisi, che poi allora, può essere intesa, non solo come passaggio arduo e difficile, ma come occasione di maturazione e crescita, sia per le persone, sia per le strutture economiche e sociali.
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