Stoltenberg l’inadeguato, e alcuni “suoi simili”
In questo pezzo cercherò di delimitare il campo semantico di “inadeguatezza”, intendendolo come limite nei vari sensi, ma soprattutto nel senso proprio, che chiamerò “del primo tipo”. In altre parole intendo parlare di inadeguatezza come di una condizione esistenziale, umana e professionale connessa al ruolo e alla posizione propri dell’individuo. Si può dire che una persona è inadeguata, non solo se “non ci arriva”, e dunque possiede uno status intellettuale e professionale non all’altezza del ruolo eventualmente assegnato, ma anche se il suo standing è superiore alle esigenze del ruolo.
Si può, dunque, affermare che uno è inadeguato a fare il direttore generale di un’azienda, perché non possiede le conoscenze e le esperienze (competenze) per poter adempiere a ciò che prevede una posizione così elevata; si può affermare che, di contro, inserire una figura che può “fare” il direttore generale in una posizione subalterno-esecutiva, vale a dire di capo reparto di produzione, è inopportuno poiché quella persona non conosce i dettagli del ruolo e, pur potendo essere sovraordinato gerarchicamente a tutti i capi reparto, di per sé non può farlo, e pertanto è inadeguato al ruolo.
Si può essere inadeguati, dunque, per eccesso oppure per difetto. Segue un esempio del primo tipo. Più avanti proporrò anche degli esempi di ambedue le tipologie.
Definire “inadeguato” al ruolo il signor Jens Stoltenberg è un eufemismo (modo abbellito di dire una cosa), una litote, cioè una attenuazione linguistica nell’esprimere un giudizio sul politico norvegese, da troppi anni segretario generale della NATO. E sperabilmente di prossima sostituzione, magari con Mario Draghi.
Jens Stoltenberg ha sessanta tre anni ed è un politico norvegese, nazione di cui è stato anche Capo del Governo. Laureato in economia, è un laburista (non si direbbe tanto, visto il suo agire dall’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina). Avrebbe dovuto essere sostituito questo scorso settembre nel ruolo di Segretario generale della Nato (lo è dal 2014, troppo!), ma hanno proceduto a prorogarlo nella funzione, vista la situazione. A parer mio è stato fatto un errore macroscopico, perché l’uomo ha mostrato, fin dall’inizio delle attività belliche, una assoluta inadeguatezza al ruolo, che dovrebbe essere quello del facilitatore dei rapporti tra i Governi dei Paesi aderenti all’Organizzazione di difesa atlantica. Invece, si è preso la libertà di intervenire molte volte con espressioni e toni poco adatti a favorire un riavvicinamento razionale tra le parti.
Ha parlato spesso di escalation del conflitto, con toni che lasciavano pensare quasi se lo augurasse, di armi, di nucleare, in queste ore anche di esercitazioni sul nucleare da tenere ai confini dell’Ucraina. Il contrario di ciò che servirebbe. Non capisco se lo lasciano fare, o se è agli ordini di qualche potentato politico-economico che domina il mercato delle armi nel mondo, americano, asiatico o europeo che sia. Mi auguro e auguro alla Nato, all’Europa e al mondo che venga al più presto sostituito, perché è ora di sapere quale possa essere il “punto di caduta” militare, politico e soprattutto morale per la interruzione e poi per la soluzione di questa guerra di aggressione.
Propongo un altro esempio di inadeguato del primo tipo: Lorenzo Fontana. Quest’uomo non è “inadeguato” per il ruolo che gli è stato assegnato, perché frutto di una procedura democratica: lo è, in questo momento, per la sua biografia, che non depone a favore di una sua coerenza morale tra vissuto biografico e discorso di insediamento. Siccome io sono fondamentalmente cristiano cattolico, non nego ad alcuno (e chi sono io per farlo?) la possibilità di una resipiscenza, e spero che questa avvenga, proprio per conciliare eticamente ruolo e biografia, almeno per quanto apparirà all’esterno della sua persona.
Ahh dimenticavo, un amico mi fa notare che il neo presidente della Camera dei deputati, nel compilare la sua scheda biografica per la registrazione come deputato, ha scritto per ben due volte “inpiegato” con la “enne” e non con la “emme”, nonostante le sue tre vantate lauree e la quarta in arrivo. Forse gli occorre ancora un pochino di medie e di ginnasio inferiore.
E vengo al “mite” segretario del PD: nessuno, caro Letta (e sarei anche stato tentato di collocarla nell’elenco degli inadeguati del primo tipo), può leggere nel cuore dell’uomo, perché ciò è prerogativa solo dello Spirito Santo: lei, da cattolico, dovrebbe saperlo, ma i suoi interventi pubblici mostrano il contrario. E me ne dolgo, prima di tutto per lei, e poi per il popolo di sinistra che si aspetterebbe altro da lei, non una “opposizione dura”, ma parole chiare, coerenti, capaci di accettare il gioco democratico dell’alternanza, e piene di spirito di iniziativa.
Ronzulli Licia è la terza persona “inadeguata”, in questo caso, per le pretese che ha, di avere un ministero adatto alla sua esperienza. Il suo comportamento verso il tema di un incarico governativo e il suo partito, verso il suo leader in particolare è meritevole di svariate censure, a partire da quella estetica, nel senso filosofico metafisico del termine, dimensione che la rende più importante di quella etica. Come si fa a rispondere a un giornalista che le chiede “come fa Berlusconi a chiedere aiuto” in questo modo “abbaia“? Neanche per scherzo, Ronzulli. Neanche per scherzo.
Potrei continuare a lungo ad esaminare casi di inadeguatezza del primo e del secondo tipo, ma mi fermo qui, dicendo solo che, dalla nuova seconda carica dello Stato (e comunque la sua “predecessora” non lo sovrastava per standing) ai principali tra gli eletti, a partire dai capi partito, l’uomo-di-Foggia in primis, l’inserimento nel primo o nel secondo tipo di inadeguatezza sarebbe un gioco tutt’altro che futile.
Eppure, nonostante tutto questo e altro ancora, sono fiducioso negli anticorpi democratici della nostra Italia.
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