1) “repetita iuvant”, 2) “Caesare imperante”, 3) “obtorto collo”, 4) “his stantibus rebus”, 5) “mutatis mutandis”, ovvero dell’insuperabile sapienza logica e potenza sintetica ed espressiva della lingua latina
Innanzitutto la traduzione delle quattro espressioni latine del titolo: “le cose ripetute giovano“; “sotto il comando di Cesare“;”(lett.te) con il collo storto, ma significando la fatica di accettare una decisione sgradevole“; “essendo le cose così come sono“; “essendo state cambiate le cose che avrebbero dovuto essere cambiate“.
Contiamo le parole numerando le espressioni: 1) due in latino, quattro in italiano; 2) due in latino, quattro in italiano; 3) due in latino, quattro in italiano, ma sette nel significato demetaforizzato; 4) tre in latino, sei in italiano; 5) due in latino, addirittura dieci in italiano (con la possibilità di ridurle a cinque in questo modo: “cambiate le cose da cambiarsi”, costrutto molto, forse troppo, ellittico, però).
Primo commento: in latino servono esattamente la metà delle parole utilizzate in italiano per dire le medesime cose.
Certamente, tale “risparmio” è particolarmente comodo con l’utilizzo del costrutto grammaticale dell’ablativo assoluto che, con un sintagma composto da un participio verbale e da un nome, basta a rappresentare un’azione o una situazione che si volge nel tempo.
E’ utilizzata anche in luogo di frasi costruite per rappresentare azioni temporali, concessivo-ipotetiche, avversative oppure continuative, che avrebbero necessità di essere espresse con un numero ben maggiore di termini.
In italiano, l’ablativo assoluto può essere reso in forma implicita con il gerundio o il participio, con una proposizione di vario tipo, ma talvolta può essere reso anche con un sostantivo. Alcuni esempi:
diis iuvantibus
me absente
regibus exactis
mortuo Caesare
con l’aiuto degli dei
durante la mia assenza
dopo la cacciata dei re
dopo la morte di Cesare
lett. «aiutandoci gli dei»
lett. «mentre ero io assente»
lett. «cacciati i re»
lett. «morto Cesare»
PARTICOLARITA’
- Un tipo particolare di ablativo assoluto è quello costituito da due nomi o da un nome (o eventualmente, un pronome) e un aggettivo. In questo caso il participio presente del verbo sum (che non esiste) viene considerato sottinteso. Alcuni esempi:
Cicerone consule
Hannibale duce
diis invitis
caelo sereno
natura duce
sotto il consolato di Cicerone
sotto il comando di Annibale
contro il volere degli dei
a ciel sereno
sotto la guida della natura
lett. «essendo console Cicerone»
lett. «essendo comandante Annibale»
lett. «essendo gli dei contrari»
lett. «essendo il ciel sereno»
lett. «essendo guida la natura»
«Hostibus victis, civibus salvis, re placida, pacibus perfectis, bello exstincto, re bene gesta, integro exercitu praesidiisque… (Plauto)»; trad. it. mia: Essendo stati vinti i nemici, salvati i cittadini in una situazione tranquilla, perfezionati gli accordi di pace dopo la fine della guerra come una cosa ben gestita, e infine con l’esercito e i presidii militari salvaguardati…: 16 parole latine vs 38 italiane! |
In greco, con funzioni pressoché analoghe, vi è il genitivo assoluto.
Come potremmo negare la potenza sintetica ed espressiva di questi antichi costrutti, che potrebbero giovare – quantomeno nel loro “spirito” – a migliorare le qualità espressive contemporanee, che invece spesso indulgono nella banalizzazione terminologica, nell’uso improprio ed inutile di forestierismi e in cedimenti alla cancel culture della lingua condita di politicamente corretto, come nei casi che qui ho più volte citato, e che non richiamo per evitare di innervosirmi ultra!
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