La finitezza e l’Incondizionato
Due immagini: Jessica Lange che sparge le ultime ceneri di Bob nell’Oceano e la morte di Carlo Maria Martini.
Jessica attraversa gli Stati Uniti con due amiche, dall’Idaho fino alla California, per riportare le ceneri del suo uomo alla figlia di questi, ma nel lungo viaggio su una cabriolet Bonneville ne sparge in parte nei luoghi che erano appartenuti alle loro vite, dicendo infine, davanti all’onda lunga del Pacifico, che Bob non appartiene né alla figlia né alla donna, ma “appartiene al mondo“.
Aggiungerei al “mondo riconciliato” nella morte, mundus reconciliatus (Agostino) tra la finitezza dell’umano e l’Incondizionato divino. Quelle ceneri ormai, simbolo di finitezza, appartengono all’Incondizionato, prese dal vento, Spirito del Tutto e del Nulla, che altro non è se non l’Incondizionato. Il “mondo”, a quel punto, è anche “mondo“, ripulito.
Carlo Maria Martini è mancato nel silenzio, gestendo il “suo” Parkinson che gli faceva compagnia da oltre dieci anni. Ora viene ricordato e pianto come uomo del dialogo. Ri-cor-dato, cioè posto nel cuore (cor, cordis), pianto, le lacrime fluunt, scorrono e mòndano, purificano (pùr, puròs, fuoco in greco), e nella memoria (mens, mentis, Mnemosùne era la dea greca della memoria), cioè nel flusso vivo del ragionamento. Lacrime e ragione, insieme, dolore e conoscenza insieme. Chi più conosce e partecipa più soffre.
A Milano Martini aveva istituito la “cattedra dei non credenti“, con cui dialogava senza rete e senza pre-giudizi o pre-comprensioni. Il suo modo di dialogare era fondato sulla re-lazione, cioè su un mettersi alla pari, di lato all’interlocutore, scendendo dalla cattedra di professore, che pur era come biblista.
Il vescovo di Milano sapeva del limite e ne curava il valore, sapeva della finitezza e cercava l’Incondizionato, con chiunque volesse accompagnarlo lungo il cammino, di cui non indicava il senso se non rivolgendosi all’Incondizionato, a cui lo chiedeva.
Il Senso. Il Senso del Tutto e del Totalmente.
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