Il Figlio d’uomo è risorto per Gerusalemme, per Gaza e per tutto il mondo
L’altra croce
L’albero storto da cui pendi, o Giuda,/ dopo aver pianto nel nascondimento/ contrasta contro il cielo che si oscura/ in un tremendo estremo scuotimento.
Là l’universo intero s’è sconvolto/ vedendo il Volto, Dio vero, e Figlio,/ dal peccato del mondo capovolto/ cuore di uomo di tenebra e di orgoglio./
Silenzio è sceso, ma un discosto grido,/ rantolo ultimo come di morente,/ chiede perdono: è Giuda, lui lo sente.
E i due ladroni tacciono alla fine,/ salvàti, amati, uomini la morte/ non vince: l’Oltre è promessa vostra sorte.
Il bambino ferito
Mahmoud si ferma a incoraggiare i suoi/ che lo scoppio lo coglie inaspettato,/ dolore e sangue tutt’intorno è dato,/ mentre la folla fugge via nel buio.
All’ora nona il cielo si iscurì,/ e lo spavento prese chi guardava/ il volto d’uomo ch’era appeso lì,/ morendo al mondo e a chi lo guidava.
Il Figlio d’uomo restava là appeso,/ mentre la luce tornava piano piano/ all’orizzonte di un cielo più acceso.
Tra le rovine di Gaza un bambino,/ stanco di correr davanti a sua madre,/ disse: cara mamma dai stammi vicino…
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