La casa sul lago del tempo
In un tempo e in uno spazio non condiviso Sandra Bullock e Keanu Reeves si aspettano cercandosi e si cercano aspettandosi.
La storia non scorre secondo un prima e un poi aristotelico, ma eternamente fluisce senza tempo.
Non c’è stanchezza se l’amore fugge avanti e indietro nell’eterno istante del suo apparire: stanchezza lo coglie quando scorre nel tempo.
L’eternità appartiene al racconto dove passato e futuro si legano in un unico istante che non finisce.
La casa sul lago è il luogo dell’incontro nel tempo diverso.
Metafora di una realtà sperimentata: non sempre i nostri incontri sono nel tempo “giusto“. A volte accadono nel tempo “sbagliato“, o inadeguato.
Che cosa significhi giusto o sbagliato è tutto da capire.
Vi sono persone nelle nostre vite che restano anche se scompaiono alla vista quotidiana, altre che scompaiono pur restando presenti. Non è una stranezza, è la realtà. “Telefonami tra vent’anni” cantava Dalla, volendo dire non si sa bene cosa, ma forse solo che si trattava di una persona-che-resta anche se se ne era andata.
Ho perso di vista persone da più di vent’anni, ricordo un collega di un’altra vita: lo ricordo, appunto, come fosse ancora presente. Altri che invece vedo ogni giorno o quasi mi sono pressoché estranei. Non tutti ovviamente, ma certo coloro che vedo per obbligo di servizio e con i quali non ho stabilito un feeling.
Il tempo a volte si accorcia o si allunga, perché non ha solo la dimensione cosmologica, ma anche quella interiore (l’agostiniano luogo ubi habitat veritas).
Il tempo fisico dunque rappresenta solo una verità locale (Zampieri, 2008), nulla di più o di meno.
Il resto della verità sta nel profondo dell’anima (Meister Eckhart), dove sono incise le lettere d’oro della memoria, come un canto sospeso nell’eternità.
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