Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

L’inferno

von BalthasarEvocato da Francesco, vescovo di Roma, prima Cantica della Commedia dantesca, l’inferno è un luogo o una condizione presente nella cultura religiosa umana da millenni.

I Greci e i Latini parlavano di Ade, le popolazioni semitiche di Inferi (anche Gesù dopo morto scese agli inferi per chiamare alla luce della visione beatifica i santi e i buoni, morti prima della sua venuta).

Per gli Ebrei, dopo la morte, un luogo umbratile, lo sheol, aspetta le anime. Per la loro cultura (biblica) solo con il Libro dei Maccabei, risalente al II secolo avanti Cristo, si ipotizza un’immortalità dell’anima.

Sappiamo invece che la cultura greca, con Platone, la ammise fin da lV secolo (Fedone).

Per le grandi religioni dell’area indo-cinese l’inferno è una condizione ricorrente (metempsicosi e metemsomatosi, cioè reincarnazione) per le anime, e dipende dal karma, cioè dalla moralità dei comportamenti tenuti in vita.

La dottrina dell’Inferno per il Cristianesimo è ben salda fin dagli inizi evangelico-apostolici, ribadita dai Padri (Agostino in primis).

Con l’eccezione autorevolissima di Origene di Alessandria, che sostiene (cf. Perì Archòn – De Principiis) la dottrina dell’apocatastasi, cioè della ricapitolazione-riconciliazione-purificazione di tutte le anime alla fine dei tempi in Cristo (demòni compresi), dottrina mai accettata dalle Chiese cristiane, se non raramente, e condannata in un concilio voluto dall’imperatore Giustiniano nel 553 a Costantinopoli.

In anni recenti un famoso teologo, nominato cardinale da Giovanni Paolo II, Urs von Balthasar, sostiene la tesi che l’inferno esiste epperò è vuoto (!). Papa Benedetto XVI, mi pare tre o quattro anni fa, ha confermato la dottrina dell’inferno, spiegandola così: si tratta non tanto di un luogo, ma di una condizione di privazione della visione di Dio, un luogo di tristezza infinita, dunque.

Papa Francesco ieri ha detto sommessamente, ma con una fermezza impressionante ai mafiosi: “Pentitevi o per voi c’è l’inferno“.

Spero che almeno qualcuno di loro, e non solo,  si sia spaventato.

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