Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

La superiorità

publio cornelio scipioneLa particella italiana super deriva dal greco yper coincidendo con l’avverbio latino super, che significa ciò-che-sta-sopra, over. “Superiorità” è sostantivo derivato dalla particella. La psicologia contemporanea ha ben spiegato che cosa sia il “complesso di superiorità” come nevrosi, cioè un sentirsi (naturalmente) superiori agli altri. Nietzsche ha proposto il tema del “super-uomo“, intendendolo come superamento, autotrascendimento, autorealizzazione del sé, non come appare in certe vulgate ideologiche destrorse.

La superiorità è dunque una condizione naturale, a guisa di un ciò-che-sta-sopra, ma in quanto viene-prima del successivo: si dà superiorità tra genitori e figli, insegnanti e allievi, datori di lavoro e dipendenti, capi e appartenenti a un certo contesto organizzativo. Ma questa “superiorità” non dice una primazia antropologica, di essenza, di struttura sostanziale, ché questa è sempre paritetica tra umani, ma semplicemente la posizione del primo e del secondo: i genitori vengono al mondo prima dei figli e pertanto sono “superiori“, avendo prima dei figli i mezzi di sopravvivenza e l’esperienza, che possono anche trasmettere. Altrettanto gli insegnanti. Questi e quelli non sono dunque superiori sotto il profilo ontologico, cioè dell’esserequalcosa, bensì del ruolo e della posizione che ricoprono. La posizione di superiorità non deve creare superbia, né favorire atteggiamenti arroganti, protervi, prepotenti o addirittura crudeli (cf. N. Bobbio, L’elogio della mitezza).

Se il carisma che  esprime ed alimenta una leadership crea condizioni di superiorità, questa va intesa innanzitutto come capacità di motivazione, conduzione e mantenimento della responsabilità degli obiettivi assunti, rispetto alle altre persone.

I comandanti antichi si esponevano al pericolo e la loro superiorità era quella di chi marcia davanti agli altri, quella del consul o del praetor, prae-itor, cioè di colui che avanza davanti a tutti, senza nascondersi dietro le fila delle compatte falangi.

Ora, se, come spesso capita oggi, chi si trova in una posizione di superiorità ne approfitta, mostra la propria miseria.

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