Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Cesare Battisti, i marò e Tex Willer

Tex WillerCaro lettor del sabato,

non sto certo qui citando l’eroico ufficiale socialista impiccato al Castello del Buon Consiglio come traditore il 12 luglio 1916 dagli Austriaci, ma il vergognoso e ghignante omonimo terrorista fuggiasco, apprezzato da Garcia Marquez e da Saviano (poi pentitosi con un pensiero alle vittime: evidentemente le vittime della camorra in un primo tempo, per Saviano, erano “più vittime” di quelle del delinquente qui citato), protetto in Francia dalla cosiddetta “legge Mitterrand”, simpatizzato  dalla Bruni, coperto da Lula e dalla Roussef. Tanta bella gente, no?

Curioso è forse il sintagma del titolo: il delinquente citato insieme ai marò prigionieri di un’italiana pentita (la Sonia Maino, che si vergogna della sua nazione d’origine, mi vergogno io di lei, invece!) e a Tex Willer. Il mio pensiero è molto semplice: a Tex Willer si potrebbe eventualmente sostituire il Mossad, con risultati analoghi.

Sui marò si può dire che il governo (del sopravvalutatone Monti) e i comandi militari italiani del 2012 erano completamente nel pallone. Il conte Terzi di Sant’Agata, ministro degli Esteri pochissimo solerte, e l’ammiraglio chissenefrega hanno ordinato alla Enrica Lexie, dopo la sparatoria in alto mar nella quale sono rimasti tragicamente uccisi i due pescatori indiani, di attraccare in porto a Kochi, e così Latorre e Girone sono stati arrestati e sono ancora in attesa di un capo di imputazione. Latorre è ora in Italia per una malattia non banale, ma deve tornare in India.

In questo pezzo mi rifiuto di “fare filosofia” raffinata, sto ad una sentimento naturale di giustizia, e mi chiedo: se i due marò fossero stati americani, russi, inglesi, israeliani o francesi, sarebbero ancora lì? Quesito retorico: certo che no. Sarebbero stati liberati o recuperati in qualche modo: anzi, in analoghe circostanze, non si sarebbero neanche fatti arrestare.

E ora Battisti, che si proclama innocente dei quattro omicidi per cui è stato condannato in Italia, ha fatto lo scrittore di successo in Francia (ai francesi non par vero di romperci i coglioni, invidiosi come sono di noi), e ha proseguito con il suo ghigno-smorfia insopportabili fino ad ora. Lombrosianamente lo metterei dentro anche solo per questo, per il suo cinismo storto e bieco e freddo, per la sua assoluta mancanza di empatia, per la sua maschera di disprezzo, disumana, o non-umana, direbbe Tommaso d’Aquino.

E allora, vista la situazione, chiederei l’aiuto di Tex Willer e dei suoi pard. So che saprebbero portare in Italia Girone e che catturerebbero il nano terrorista in un battibaleno.

Il delinquente in galera in Italia a scontare la giusta pena e i marò liber-ati, senza tante storie.

In questo Tex è un campione di etica e di giustizia giusta, non arzigogolata dai teorici di uno “stato di diritto” a senso unico. Tex…

« …quando vede un torto, il povero cristo che soffre ingiustamente, lui si ribella e prende le sue parti. Che poi sia negro, che sia bianco, che sia indiano, che sia un contadino, che sia una persona colta, non gliene frega niente »
(Gian Luigi Bonelli)
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