Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il mio giro

Buysse e Bottecchia al Tour-de-France del 1924Il primo è stato quello di Adorni nel 1965, e poi tutti gli altri, fino a quello che finora sta vincendo Contador. Di quelli precedenti ho sentito i racconti di mio padre, letto le cronache, visto i filmati, fino ai tempi di Girardengo.

Per me il giro è maggio, è il profumo dei tigli della piazza grande di Rivignano, è il Rosario e le ragazzine che fiorivano, e crescevano come me che avevo tredici anni. La tappa finiva anche allora verso le cinque del pomeriggio e io andavo a vederla in televisione nell’osteria di fronte a casa, da Lino, insieme con altri come me e qualche adulto anziano. Le cinque erano ancora orario da lavoro.

Qualche volta avevo il soldino per prendere una spuma, e intanto guardavo il video in bianco e nero, che mi mostrava le imprese di Anquetil, di Motta e di Gimondi, in quegli anni, prima che arrivasse Merckx a vincere tutto. Pietro, mio padre, mi parlava di Binda e di Bottecchia, di Bartali e di Coppi, come di quando, nel ’49, gli italiani -in maglia gialla con Magni- si ritirarono per essere stati attaccati e insultati dai tifosi francesi. Come canta Paolo Conte di Bartali, che aveva “il naso triste come una salita” e poi di come giravano le p., proprio ai Francesi che erano gelosi dei nostri grandi campioni. Come sempre.

E più tardi ho ammirato le imprese di Hinault, per me il più forte di tutti insieme con Merckx, ma non il più grande, ché tale resterà per sempre l’uomo di Castellania, quello che spesso si trovava “solo al comando”, con la maglia biancoceleste e si chiamava Fausto.

E poi Marco da Cesenatico, poche rapide dolorose eroiche stagioni, quello che andava su per i tornanti come nessuno prima, neanche Bahamontes e Gaul, neppure Bartali, e arrivava solo rapidamente, “per accorciare il dolore”, diceva, il tempo del dolore.

Il mio giro è maggio, è questo mese pieno di profumi e di promesse, dolce e gentile come un saluto. Maggio mi rimembra la mia ormai non breve vita, il tempo e gli anni andati, numerosi come i mesi di maggio, e presagio di altri che verranno, che forse vivrò, vedrò, forse, e nessun lo sa.

Calendimaggio e il Giro d’Italia, di questa nostra terra bella fino allo struggimento. Che bello vedere i ciclisti che la percorrono, che la fanno quasi vibrare nell’aria della corsa.

E l’anima mia ritorna sempre agli anni andati, a chi viveva con me e mi aiutava a crescere, e quando guardo la mia bellissima bici, marca Bottecchia, prima di inforcarla e andare nel vento, provo sempre lo stesso struggimento, per questo inspiegabile mistero, per la bellezza della vita.

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