la bambina che incontrò il vento
Come capitava a qualcuno nei secoli passati, anch’io ho trovato un manoscritto, nel baule dei sogni…
“In un tempo molto lontano, precisamente cinque secoli fa, il vento non esisteva.
Una mia ava che si chiamava come me, dopo una sera di storie raccontate dalla nonna, …la bambina si mise in testa che il vento non esisteva.
Il giorno dopo Beatrice si alzò al sorgere del sole e preparò subito una borsa fatta di pelle di pecora, dentro mise quel poco che aveva, cioè una tazza d’acqua e una gallina. La gallina era la sua migliore amica, perché la bambina non aveva amiche.
Disse alla nonna: Io vado a cercare il vento.
La nonna si spaventò, ma fu troppo tardi per chiamarla. La bambina era già andata.
Beatrice si mise in cammino sapendo che c’erano molti passi da fare. Si fermò al tramonto ché aveva trovato una fontana dall’acqua limpidissima, e la bevve. Quell’acqua era magica, era “l’acqua dei desideri”.
La bimba desiderò di trovare la casa del vento, le bastò solo questo desiderio, perché poteva chiedere di tutto. Di colpo un’onda d’acqua gigante portò Beatrice in una grotta. Il vento non c’era e la bambina si mise ad aspettare. Dopo un giorno arrivò il vento. la bambina fu molto sorpresa di vederlo: difatti non l’aveva mai visto. Supplicò il vento di venire nel suo paese, ma il vento non voleva.
Era tempo che non mangiava e non riusciva nemmeno a soffiare. Allora la bambina con un gesto di gentilezza grandissimo, diede la sua gallina al vento, che la mangiò.
Il vento convinto dalla bambina andò a conoscere le persone del piccolo paese.
La bambina era un po’ triste, ma nello stesso tempo felice, perché aveva perso un’amica, ma ne aveva guadagnato uno.”
Bea a dieci anni inventa la storia della bimba che aveva incontrato il vento, e con esso scambiò un’amicizia tramite un atto sacrificale.
La gallina in cambio dell’amicizia del vento. Non so che cosa passi per la mente di un bimbo, ricordo un poco di me. Anch’io fantasticavo ascoltando i racconti dei vecchi, e di mio papà, quando tornava verso l’inverno dalla Germania.
Anche Bea ha ascoltato racconti fantastici, e ha cercato di inventarne uno, ai confini tra la veglia e il sogno che si sogna nel sonno. Il vento è un personaggio che si può incontrare nei sogni, e ha forse anche una faccia, un volto, come quello di Eolo, e lunghi capelli grigi che si perdono nelle lontananze.
Che bello ascoltare il silenzio del mondo quando la giornata declina e le auto sono tutte a casa: è allora che si può sentire il fischio del vento tra gli alberi e tra le case. E’ lo stesso vento del racconto, che ogni tanto, dopo aver fatto lunghi giri, ritorna a paese per un po’, prima di andarsene di nuovo.
il vento è inquieto come l’anima, poiché come essa è un respiro, un pneuma, un ruah, un respiro, che forse ha a che fare con quello della Creazione.
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