Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

contraddizioni

contraddizioneSi dice contradditoria  una proposizione identificata con il suo contrario, considerandola attualmente identica al proprio opposto. Una semplice contraddizione: l’identità P = ¬P. Ad esempio: “il bianco è identico al non-bianco“.

La contraddizione è una figura della logica classica aristotelica (sillogismo) per cui non si può dire e non dire una attribuzione sostanziale o accidentale della stessa cosa nello stesso momento. Ad esempio non si può dire che io ho e non ho la febbre a 38 ora, in questo momento, ma si può dire che ce l’avevo ieri, più o meno a quest’ora: sono sempre io l’oggetto del giudizio, ma in tempi diversi.

Eraclito di Samo con la sua dottrina del perenne divenire non la pensava proprio così, perché, scriveva: “pur bagnandoci nello stesso fiume, non ci si bagna nella stessa acqua” (mia parafrasi), e così, un po’ analogamente, il cardinale Nicola di Kues (il Cusano) sosteneva la coincidentia oppositorum: se Dio è tutt’altro dal mondo (contra Spinozam, che venne dopo), pur com-prendendo il mondo, perché Dio+mondo è uguale a Dio, Dio è il “nulla del mondo” e quindi, in un certo senso, Dio coincide con il “nulla” (cf. buddismo classico). In un “certo senso”.

Correntemente, invece, contraddizione significa un dire-contro, cioè dirsi in disaccordo o contrasto, e spesso quasi in conflitto. Nella vita umana è inevitabile e spesso inconscia.

Inevitabile quando si contrastano idee od opinioni diversamente fondate su temi condivisi o si hanno idee diverse sugli stessi temi o si incorre in fraintendimenti ed equivoci nel dialogo.

Poi vi sono le contraddizioni inconsce, e queste sono le più strane. Appartengono spesso alle relazioni umane, anche affettive: vi sono situazioni in cui anche chi vi è vicino, vi contrasta, vi si contrappone, vi contraddice, si mette contro di voi per una sorta di “partito preso” insopprimibile, una forza, uno spirito, appunto, di contraddizione (la sindrome del “bastian contrario”) che spinge la persona contro di voi, marcando il proprio territorio in qualche e ogni modo.

Esperienza mia diretta, dipenda dal carattere dell’interlocutore, dalla sua cultura di base, dal chimismo dialogico proprio, dal contesto, dalla volontà di affermazione, sopravvivenza, sopraffazione…, vi sono persone che, pur in qualche modo amandovi, non sopportano qualche parte di voi, della vostra esperienza, cultura, vissuto, e devono per “forza”, a fronte di una vostra affermazione, racconto, presa di posizione, dire la loro, andando immediatamente oltre la vostra, non ascoltandovi, ma replicando subito, quasi per esorcizzare qualcosa che gli sembra disturbante, o di cui sono gelosi.  A volte quando sto per raccontare, ad esempio, del mio epico viaggio in auto nell’Unione Sovietica brezneviana, vengo sopraffatto da un astante circa un viaggio in un’altra meravigliosa nazione. Allora zittisco.

Che strane cose! ma umanissime, anche se, almeno per me, quasi insopportabili. Ne ho vissute e ne vivo costantemente, nei miei pressi familiari, affettivi, amicali, meno in quelli professionali, dove la gelosia è un sentimento che alberga prevalentemente nei prepotenti-deboli (sintagma ossimorico), e di solito è superata dal buon senso pratico dell’agire.

Continuo invece a pensare e a studiare la contraddizione emotiva, quella di cui sopra, che non mi ha mai turbato da piccolo, ragazzo o giovane, perché i miei genitori non mi hanno mai sopraffatto con i loro racconti o comunque i loro racconti sorgevano da una mia curiosità ed erano fonte di altre infinite storie, che loro condividevano, dopo avermi con pazienza, a loro volta, ascoltato.

Ed eccomi, quello che sono è merito grande anche di Pietro e Luigia, che Dio li abbia in gloria.

Post correlati

0 Comments

Leave a Reply

XHTML: You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>