Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Marketing, senso del sacro e ricerca razionale, o della dimensione antropologica delle fedi religiose

20160227_202822Anche uno scienziato, un fisico-biologo come Edoardo Boncinelli, a volte fa fatica a rispettare l’assunto della razionalità, nonostante la sua fama non usurpata di ricercatore e di divulgatore scientifico. Leggo sul Corsera di qualche giorno fa che ha pubblicato un libro da Rizzoli dal titolo almeno curioso: Contro il sacro. Perché le fedi ci rendono stupidi. Sono io istupidito da tanta furbizia markettara, perché non posso credere che uno studioso di tal fatta possa confondere il sacro con il religioso, e il religioso con l’atto di fede.

Il recensore Stefano Gattel si affanna a cercare ascendenti teorici alle tesi del libro, citando Sesto Empirico e Karl Popper, ma gli suggerirei anche Pirrone di Elide e soprattutto il sommo Hume, che più e meglio rappresenta lo scetticismo moderno.

Giochicchiare poi, come fa il redattore, tra l’etimologia di religione, che è polisemantica e non significa solo relegare (re-ligere), cioè separare, ma anche rileggere, così come al lemma sacro non si oppone il termine pro-fano (pro-fanum, cioè davanti al tempio), ma esecrando, non va tanto bene.

Vorrei ricordare a Boncinelli un libro di Rudolf Otto, Das Heilige, il Sacro (1927), tradotto in italiano da Ernesto Bonaiuti, prete spretato per modernismo. In quel volume fondamentale, il filosofo tedesco fa il suo mestiere, non come Boncinelli, che è un fisico e fa il biologo e ora anche il teologo, imitando il matematico Odifreddi, che si dedica volentieri alla critica scientifica delle Scritture. Per Otto, il sacro è Mysterium tremendum et fascinans, mirum et portentosum, cioè un qualcosa di straordinario che colpisce e stupisce, che manifesta l’essere delle cose alla massima potenza, come il mare in tempesta di Kaspar Friedrich, la cattedrale di Chartres, la parete nord del Cervino, la Pietà dell’Opera del duomo di Firenze, la Passione secondo Matteo di Bach… Caro Boncinelli, questo è il sacro, non qualcosa che istupidisce, ma qualcosa che stupisce. E’ un verbo diverso, no?

Caro Boncinelli, se lei si stupisce per qualcosa, allora lei ha il senso del sacro, e io credo che lei si stupisca per molte cose, e non solo per la stupidità umana, che è molto diffusa. Magari si stupisce per la bellezza della natura, per un’opera d’arte, come il Cristo del Mantegna che si trova a Brera nella sua Milano.

E allora non è vero che il sacro e il religioso ci rendono stupidi. Al contrario: proprio perché il sacro e il religioso si muovono su piani diversi dalla razionalità e dalla logica argomentativa, essi giovano anche a queste, che restano autonome nel loro agire in ambito scientifico sperimentale, irrorandole di emozione e di partecipazione alla bellezza del mondo.

Temere che il sacro e il religioso ledano il flusso della ricerca razionale è profondamente ingenuo e ideologico, per cui mi auguro che il libro sia diverso dalla recensione e che il titolo sia, più che altro, uno specchietto per le allodole, e lo spero per la stima che ho finora nutrito per lei. E, un’ultima, cosa, caro Boncinelli: non so se lei accusi il misticismo di fondamentalismo, o se lo ritenga fomite causale dello stesso, ovvero sia una interpretazione estensiva del suo recensore, perché non è proprio vero.

Il misticismo è una dimensione elevata dello spirito che non esclude, anzi, la razionalità, mentre il fondamentalismo, di qualsiasi genere e specie sia, la esclude, come si evince dalla storia generale e dalla storia culturale dei popoli.

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