Ho bisogno di silenzio Ho bisogno di silenzio come te che leggi col pensiero non ad alta voce il suono della mia stessa voce adesso sarebbe rumore non parole ma solo rumore fastidioso che mi distrae dal pensare. Ho bisogno di silenzio esco e per strada le solite persone che conoscono la mia parlantina disorientate dal mio rapido buongiorno chissà, forse pensano che ho fretta. Invece ho solo bisogno di…
Author: Renato Pilutti
In terra Rivinii
Ogni tanto torno nel paese delle acque, il mio, dove sono nato e vissuto per trent’anni: Rivignano, che trae il nome forse da un centurione romano, un veterano premiato da Cesare Augusto per i servigi resi alla Patria, lì più o meno verso il 10/15 prima di Cristo, in piena Pax Augusti, dopo la sconfitta (?) di Marco Antonio e la conquista della X Regio Venetia et Histria. Rivinius, dunque, Caius Rivinius, forse. Ero lì stamani invitato da Giancarlo a l’Aghesante,…
La sapienza di Erasmo
Geer Gertz nasce a Rotterdam il 28 ottobre 1466 (o forse 1469, allora l’anagrafe poteva errare e anche ora in certi luoghi del mondo) da un sacerdote attivo a Roma come copista. Con l’uso di ragione, e andato a scuola dai Fratelli di Vita Comune a Deventer, assume il nome latino aulico di Desiderius Erasmus. Abita prima a Hertogenbosch e successivamente a Steyn; diventa segretario del vescovo di Cambrai, Henri de Bergen e infine va a Parigi per studiare teologia.
Mundi gloria immerito victoribus transit, aeterna his qui non agniti vicerunt
Caro Roberto, supermassimo italiano: gli inglesi si sono confermati vieppiù nazionalisti e prepotenti, tali quali sono dai tempi di Elisabetta Prima, convinti di essere sempre i migliori: Joshua aveva perso e gli hanno dato la vittoria. Lascia perdere, il mondo ha visto la verità e lo scandalo. Allontanati adesso in punta di piedi, perché chi non ti vuole non ti merita: la gloria fasulla (quella del tuo avversario e della poco nobile nazione ospitante) sparisce in un lampo. …e se…
…d’alti Eldoradi malchiuse porte…
Corno inglese Il vento che stasera suona attento – ricorda un forte scotere di lame – gli strumenti dei fitti alberi e spazza l’orizzonte di rame dove strisce di luce si protendono come aquiloni al cielo che rimbomba (Nuvole in viaggio, chiari reami di lassù! D’alti Eldoradi malchiuse porte!) e il mare che scaglia a scaglia, livido,…
Relazione, dialogo, comunicazione
Confusione e sciatteria espressiva e terminologica caratterizzano molta parte delle relazioni intersoggettive e della comunicazione pubblica in questi ultimi decenni, sintomo e causa della superficialità delle stesse relazioni interpersonali. Un tempo si scriveva e si parlava con più cura, anche se gli analfabeti totali erano più numerosi. Oggi siamo ad analfabetismi di ritorno di vari gradi e modalità. Anche in azienda. Per questo non è peregrino proporre un processo formativo di rigorizzazione dei termini in questione nell’organizzazione aziendale e…
Lettera a Schwazer: caro Alex…
…piangendo hai ammesso di aver sbagliato, e di meritarti la giusta punizione. Hai detto parole sane e le ho sentite sincere. Che ti è successo? Era talmente tanta la paura di non vincere ancora come a Pechino, che ti sei rassicurato con l’Epo? Ma che pensieri ti sono passati per la testa? Forse il timore delle lodi mediatiche e delle speranze pompate dai giornali, che, in caso di mancata vittoria, il giorno dopo si sarebbero trasformate quasi certamente in spietate…
Novantanove su cento
…colpi, Jessica Rossi vince l’oro del tiro al piattello dalla fossa olimpica. Le sue avversarie: un’australiana, una francese (che sarà terza), un’italiana di San Marino, la Perilli (quarta), una slovacca (seconda), una spagnola. Jessica ha vent’anni ed è di Crevalcore, zona terremotata. Tra un colpo e l’altro abbassa la testa e medita, riflette silenziosa, lasciando esplodere una gioia contenuta solo alla fine di tutto. Vent’anni, poi dice di avere molto lavorato su di sè sul piano fisico e psicologico. Son certo…
…a sedici secondi dalla fine
…in London, trentesima Olimpiade moderna, fine luglio 2012, Vezzali Valentina, la più grande schermidrice di sempre, era sotto di quattro stoccate per il bronzo. Non per l’oro, cui lei è abituata da un quindicennio. In sedici secondi recupera le quattro stoccate e vince. Uno può chiedersi: chi gliel’ha fatto fare? Nessuno si ricorda degli “argenti” e dei “bronzi“, anche delle grandi gare: solo gli “ori” restano nella storia dello sport. Nelle vite individuali, invece, tutto resta, tutto, così come sotto…
Mai rassegnarsi
…suggerisce Gaetano Salvemini (Molfetta 1873 – Sorrento 1957) in una lettera del 15 Giugno 1898 a C. Placci, e qui mi piace aprire una specie di dialogo a distanza, costruendo (con Gadamer) una fusione tra il mio e il suo orizzonte. R. “E dunque caro Salvemini Lei dice che non bisogna mai rassegnarsi, io condivido, ma Lei perché lo sostiene con tanta forza?” S. “Sono convinto che a questo mondo si rassegna solo chi non ha bisogno di fare…