Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

U-mani

Non o se la mano ci renda troppo u-mani, ma noi umani abbiamo le mani e per questo, soprattutto, siamo u-mani (gioco linguistico di Derrida). Nel bene nel  male che ci appartiene. Con le mani provviste di pollice opponibile noi sviluppiamo ogni azione e il cervello si nutre di nuove informazioni, che restituisce anche prima del nostro esserne coscienti. Addirittura il nome greco di “mano“, “chéir” ha dato il nome alla più sublime delle arti mediche, la chir-urgia. Con…

Continua a leggere

Ipocondriaci eu-stressati e ipercondriaci di-stressati

L’affanno del successo e del potere rende ottusi. E questo stato gli impedisce di accorgersene, essendo un circolo vizioso, fintantoché non si chiedono il perché di tanto affanno, se ne valga la pena… e allora si accende una luce che illumina, dando consapevolezza dello stato delle cose. Abbiamo ipocondriaci che pensano di essere beneficamente stressati, ed ipercondriaci che pensano il contrario. I primi si lamentano sempre a volte compiacendosi del proprio stare, i secondi “non hanno mai problemi” ma si comportano…

Continua a leggere

Etica della comunicazione

Di questi tempi nei quali la comunicazione come strumento, prevarica spesso la relazione intersoggettiva e plurale, in quanto dimensione antropologica insopprimibile, è bene riflettere con attenzione sui rischi di un surplus di comunicazione a volte priva di sentimento, di empatia, di capacità di ascolto. Per approfondire si può, volendo, cliccare qui sotto Etica_della_Comunicazione contemplazione | filosofando | meditazione | neuroscienze | paleoantropologia | psicologia…

Continua a leggere

Gli uccelli volano con chi ha le stesse penne

…così recita un antico adagio induista, come lo propone Paramhansa Yogananda. Che significa? Che chi si somiglia si piglia, tradotto in detto popolare padano o giù di lì. Noto che spesso è verissimo, e specialmente negli ambiti dove si decidono le cose, nelle stanze del potere. Di questi tempi in particolare, ché prima d’ora le cose erano un poco diverse, la gente di potere si circonda solitamente di persone che un po’ gli somiglia, ma in sedicesimi, rifuggendo da chi potrebbe creare…

Continua a leggere

Sono scivolato via

Che bello non restare pesantemente abbarbicati al “proprio“, o ritenuto tale. Che bello. Nulla ci appartiene, tutto scorre, come spiegava l’antico maestro Eraclito di Samo. Nella mia vita mai mi sono attardato o ho indugiato in ricoveri ricettacoli da confort zone. Ho preferito spostarmi e con me spostare l’ombra che mi accompagna, l’ingombro naturale e anche quello culturale. Quante persone vedo incapaci di percepire il loro proprio ingombro, quante! Lavoro, vita, ambienti vari, parentado,…

Continua a leggere

Il farneticante

Farneticare può dirsi anche vaneggiare (dire cose vane) o delirare (essere presi dal delirio). Deriva dal verbo greco phrenetìzein. Chiunque può farneticare in certi momenti. Vi è però sempre qualcuno che sceglie la farneticazione come propria cifra comunicativa e linguistica. Uno di costoro è Grillo, il comico televisivo trasformatosi da qualche anno in politico. Questo signore, più che benestante, pretende di rappresentare il popolo, e si permette di insultare, parlare sopra, prevaricare amici e nemici. Ha stancato. Farneticare è dire cose…

Continua a leggere

inadeguatezze e tumultuanti

Boldrini va da Fazio per lamentarsi degli attacchi di Grillo; Letta dagli Emirati arabi proclama le indecenze verbali dei 5stelle verso la giornalista Bignardi, provocatrice matricolata, e a suo marito Sofri jr., abituato alle lussuose e democratiche omelie paterne (che pulpito anche quello!); Augias pontifica (e un po’ farnetica da “grande intellettuale”!) di “squadrismo inconsapevole“, freudianamente anti-grillino. Ma stiamo scherzando? La terza carica dello Stato, la Presidente della Camera dei deputati, va a sfogarsi in un talk show giudicando politicamente un gruppo parlamentare, e il…

Continua a leggere

Arbeit macht frei

Il tremendo crudelissimo ossimoro nazista può essere tradotto, non tanto letteralmente, ch’è ovvio, ma antropologicamente. In che senso? Nel senso di una condizione esistenziale che (cf. Richard Sennett in L’uomo artigiano) apprezzi il lavoro ben fatto, quello che si chiama lavoro artigianale, capace di focalizzare i problemi, di porsi domande e trovare soluzioni, anche incomplete e temporanee, per un fine perfettivo che si sa aspettare. Nel Rinascimento, incomparabile età dell’intelligenza dell’homo occidentalis, l’artigiano (artifex) era quasi comparato socialmente all’artista, Michelangelo…

Continua a leggere

Il latino e l’inglese

Caro lettor mattutino, se in inglese voglio dire che “la corruzione del migliore è cosa orribile” scrivo “the corruption of the best is horrible“. In latino, invece potrebbe suonare così “corruptio optimi pessima“. In tempi nei quali la fretta, l’esigenza di sintesi è molto stressata, il latino sarebbe molto più adatto dell’inglese alla comunicazione efficace. Analizzando brevemente l’espressione nelle tre lingue possiamo constatare che, sia in italiano, sia in inglese sono necessarie sette parole; in latino tre,…

Continua a leggere

frammenti

Degli autori antichi spesso non abbiamo testi completi, ma solo frammenti, lacerti di scritti salvati da incendi e distruzioni, ricopiati da pazienti scribi o da monaci. Di molti contemporanei abbiamo frammenti che sono opere complete e opere complete che sembrano frammenti. Poesie sintetiche, ermetiche, simboliche, detti, aforismi e lampi di pensiero nel buio. Non so se sia più interessante la scrematura operata dal tempo e dalle vicende umane e naturali, oppure la scelta di scrivere intenzionalmente cose molto…

Continua a leggere