Caro lettor settembrino, Heimat è il luogo dove si abita, la casa, dove si sta bene, in tedesco (Heim è la casa). E’ la patria, cioè la “terra dei padri” (e delle madri, che contano biologicamente e affettivamente ancora di più). E’ quella cosa che ormai quasi tutti chiamano “paese”, cioè il corrispettivo, più o meno, di country, almeno così si crede. Ieri sera ascoltavo la ministra Boschi, che va abbastanza bene da guardare; in un minuto, e quattro righe…
Pensiero
Al di là del Danubio
…e al di qua: roseti freschi sulle tombe dei padri agostiniani di di St. Florian. La mattina vede la nebbia calare sulla collina sovrastata dall’Abbazia, prima che il sole la vinca. La grande facciata si appoggia ai possenti campanili della basilica, e si staglia nella campagna da grande distanza. I corridoi immensi e lucidi dicono di passi secolari e di persone che lì hanno vissuto, pregato, studiato, ascoltato. I ritratti degli antichi padri e abati sorvegliano severi chi arriva…
Che cosa conta la vita di un pastore afgano
…che è il pastore errante dell’Asia del conte Giacomo, che cosa conta di fronte a logiche politiche e militari? Nulla, perché i droni lo possono colpire in qualsiasi momento e lui sarà solo un “danno collaterale”, presto dimenticato. Ma per i suoi familiari è una tragedia, magari l’unica fonte di sostentamento. Con lui muore il padre il marito il fratello il nonno, ma le cronache non lo ricorderanno. Lui è morto solo perché si trovava nei pressi di una località…
La fame e la paura
I cartelli di benvenuto ai profughi alla stazione di Monaco di Baviera segnano un pezzo della storia europea e della storia del mondo. La valenza simbolica dei gesti è sempre qualcosa che “lega” e fa comprendere immediatamente i fatti che accadono, a volte, molto più di complesse spiegazioni socio-economiche o politiche. Dopo tanti tentennamenti le grandi nazioni dell’Europa, a partire dalla maggiore per abitanti e potenza economica, la Germania, si sono mosse, auspice una cancelliera che si è rivelata…
la “primipara attempata”
Mio caro e paziente lettore, quando ho saputo che le madri ultra-trentacinquenni che “fanno” il primo figlio, sono definite nel linguaggio burocratico sanitario, come nel titolo, sono sobbalzato sulla sedia, mentre Andrea me lo diceva. Seduto in una sala riunioni dell’azienda slovacca non mi capacitavo, quasi, di come l’idiozia definitoria di certi illetterati funzionari (certamente laureati, perché se no nel pubblico impiego non si può stare, o quasi) possa superare se stessa. Primipara attempata, dai! Io ero fermo alla definizione…
s-confini danubiani
Bratislava, Slovakia Caro lettore, qualche giorno passato tra slavitudine e ungarità, e le cronache dell’esodo, fanno pensare. Mondi che si sgretolano e popoli migranti, come sempre, come ovunque, nella vita e nella storia del pianeta. Il Centro dell’Europa diventa luogo di transito per migliaia di profughi e di cercatori di vita nuova. Appena oltre Vienna sulla via di Bratislava passo vicino al villaggio dove una settimana fa hanno trovato settantuno morti asfissiati nel camion fermo e abbandonato. Mi chiedo come…
…e di gloria rifulse
Caro lettor settembrino, aaah quanti ne abbiamo e conosciamo che rifulsero e rifulgono di dubbia o immeritata gloria! O anche di qualcosa di meno. Gente dello spettacolo, specie televisivo, l’elenco è inutile (voglio dire tipo la D’Urso o la Ventura o Varriale), ma anche letterario, cultural-filosofico, socio-criminal-psicologico (i Crepet, le Bruzzone, etc.), molti partecipanti ai talk show che si qualificano solo in quanto “partecipanti” all’effimera visibilità mediatica. Nelle ultime due settimane ho leggiucchiato i racconti offerti dal Sole 24…
la bambina che incontrò il vento
Come capitava a qualcuno nei secoli passati, anch’io ho trovato un manoscritto, nel baule dei sogni… “In un tempo molto lontano, precisamente cinque secoli fa, il vento non esisteva. Una mia ava che si chiamava come me, dopo una sera di storie raccontate dalla nonna, …la bambina si mise in testa che il vento non esisteva. Il giorno dopo Beatrice si alzò al sorgere del sole e preparò subito una borsa fatta di pelle di pecora, dentro mise quel poco…
garbatissimi miei ospiti de “Gravo”
…per i non conoscitori, intendesi di “Grado”. Ospite dell’antica Isola del Sol, questa istàe ho avuto la fortuna di incontrar garbati ospiti, che non dimenticherò. L’onore che rendo qui è alla poesia culta e popolar del Pigo, alla storia particular di Bruno e all’intuizione intelligente di Benito. E questo onore rappresento con la stessa poesia che riscrivo senza tradusiòn: due liriche del Pigo, tratte dall’antologia curata da lui stesso “Despùo le caligàe“, edita dalla Associazione “Graisani de Palù”, Grado 2012 (pp. 132 e…
i cretini del sabato
…oggi è stata la giornata dei cretini, cretini a sbafo, cretini a iosa, cretini ovunque, i primi per strada, quelli che vanno a 38kmh dove c’è il limite di 50, quelli che vanno a 53,5kmh dove c’è il limite di 70, creando code stupidissime ed evitabili, quando posso (e anche talora quando non posso) questi non li sorpasso, ma li salto, lasciandoli lì fermi, in un lampo, i secondi nel parcheggio immenso e assolato della bella Grado, camperisti che…