Caro lettor agostano, mi sbilancio in tedesco per dire il sintagma Io-Tu con il quale il pensatore e scrittore austro-ebreo Martin Buber ha segnato positivamente una parte importante della riflessione filosofica del ‘900, ispirando in qualche modo anche la ricerca di Emmanuel Lévinas, altro ebreo lituano di cultura francese, noto per la nozione forse complementare di quella buberiana (Io-Tu) del “Volto-dell’Altro”. In un contesto tragico come quello del XX secolo il pensiero occidentale si è spinto a volte su crinali di solipsismo…
Pensiero
Le campane di San Martino
La bici mi stava riportando a casa, quando uno scampanio festoso, all’altezza del borgo di San Martino, mi è penetrato nell’anima. Lo scampanio tipico delle grandi feste religiose, o dei “perdoni” di paese, legati ad antichi voti di ringraziamento alla Madonna o a qualche santo per grazie ricevute, durante epidemie di peste o le frequenti alluvioni del grande fiume, in friulano si dice “scampanotà”, e richiede una particolare abilità da parte dei campanari: infatti, dopo aver lanciato a distesa la campana grande,…
la vite di Bacò dell’Isola d’Oro
Caro lettore, in mezzo al castrum di Grado c’è un’antica vite di Bacò. In una calletta tra le case bianche. L’uva è quasi pronta, asprigna e sana, ma nessuno la raccoglie, io sì allungo il braccio e ci arrivo, la gusto e poi cammino con gli uomini di Grado, con lo storico Bruno Scaramuzza, il Pigo Grego, poeta che è meglio di Marin, e Benito ospite squisito. A zonzo per sentieri spirituali, con echi graesàni dai locali scuri, dentro…
again, di gnûf, ancora qui, otra vez, nunc etiam, èti èntha
Con la grazia del Padre misericordioso e la mia volontà razionale sono risalito in bici. Dopo 50 giorni. Non è stato difficile, perché il pomeriggio di fine luglio era luminoso e la strada libera. La pedalata cauta per la debolezza dell’arto ferito, ma il ritmo buono verso la Bassa. Poche auto e tanta luce attorno a me. Un saluto nel paese natale e poi il lento ritorno verso le Terre di Mezzo, un po’ di sali minerali in borraccia, magnesio…
Il sindaco, la noia e altri imaginifici pensieri
Caro lettor di luglio, parafrasando Ennio Flaiano si potrebbe dire che Marino Ignazio è il più grande sindaco “morente” d’Italia (il grande scrittore satirico definiva così il poeta Cardarelli, “morente”). Mentre la più bella città del mondo è nel degrado, lui vara la terza giunta del suo corto mandato (che spero si interrompa presto). Incomprensibile nelle sue priorità (fu tra i primi sindaci a creare i registri inutili delle unioni civili), non si è accorto di avere ereditato da…
il tour e la babbiona
10 anni fa ero sul Galibier con Bea, 4° a 2650 metri, lei che saltella con la maglia a pois di Rasmussen per scaldarsi, ma da prima e dopo il 2005 seguo il Tour per tv, e quando avrò tempo andrò sui Pirenei, perché questo evento fa parte del mio spirito, fin da quando ero bambino. L’ultima tappa che finisce sugli Champs Élysées sotto la pioggia, mi permette di lodare e dire ammirazione per tutti i corridori, che hanno lavorato, rinunziato, sofferto…
la in-educación
Echeggio Almodovar per dire che l’ineducazione è diffusa, e lo sappiamo tutti, ma qualche volta riguarda persone che hanno ruoli importanti e, forse, si credono chissà chi, non distinguendosi talora dalle più becere. Location: Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie di Maniago. Ospiti il gentilissimo Sindaco e l’Assessore alle attività produttive, convegno sul cambiamento radicale nel lavoro e nella sua distribuzione nel mondo: personaggi e interpreti, un economista dell’Università di Trieste, un filosofo-teologo (me medesimo), un’esperta di mercato del lavoro…
filosofando tra i passi appenninici
Decido per la via romagnola, per andare al seminario filosofico di Poppi, e allora ecco il tortuoso passo dei Mandrioli, tra i calanchi stratificati, libro di milioni di anni che illustra l’Appennino, mentre al ritorno scelgo la Consuma, verso Firenze. Caro lettore, ce la faccio, nonostante i miei limiti attuali. L’auto straordinaria, per agilità e potenza, mi aiuta. Lo spirito è libero, sono contento del seminario con i “nuovi” aspiranti al titolo di consulente filosofico. Ragioniamo insieme, costruiamo percorsi logici…
peter sagan
…ha il nome di un principe slovacco del ‘500, evoca scrittrici francesi, sguardo guascone e gambe potenti, caro lettore. Merita questo panegirico per come si sta muovendo nella Francia rovente del Tour 2015. Nessuna vittoria, solo piazzamenti, ma una presenza coraggiosamente eroica su tutte le strade, in salita, in discesa, sul piano, nel bosco e nelle curve (per altri) letali, Sagan disegna linee eleganti e improvvise sprezzature, lancia sguardi in tralice e osserva silenzi, esibisce senza vanagloria un battersi il petto…
vent’anni fa
…non c’era l’obbligo del casco e il Portet d’Aspet sui Pirenei era in pieno sole. Il Tour de France, luogo del mio spirito vi passava, scollinando prima Aubisque e Tourmalet, nomi di tormento. Lì, cadendo, se ne andava un ragazzo bello, un giovane favoloso, Fabio Casartelli. Lui scendeva veloce dal passo infuocato della montagna, già presago del ritorno a casa a rivedere il suo bambino. La curva maledetta e la scivolata e lo spigolo, e la fine raggrumato il corpo magro…