Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Thank you for the days

Thank you for the days,/ Those endless days, those sacred days you gave me./ I’m thinking of the days,/ I won’t forget a single day, believe me. I bless the light,/ I bless the light that lights on you believe me./ And though you’re gone,/ You’re with me every single day, believe me. Days I’ll remember all my life,/ Days when you can’t see wrong from right./ You took my life,/ But then I knew that very soon you’d…

Continua a leggere

Le voci della campagna

Stamani lungo le interpoderali ascolto le voci del mio tempo e sento le voci del tempo andato. Appena oltre le prime curve scompare il rumore del traffico, lasciando remote tracce sonore che svaniscono… a mano a mano che la campagna prende il sopravvento, la campagna ancora spoglia dell’inverno. Interminati spazi di terra scura, erpicata e pronta per la semina, vigneti silenti in attesa dei germogli favoriti dalla potatura. Lontanissimo abbaiare d’un cane, dall’aia di un paese ancora nascosto oltre…

Continua a leggere

Il saluto

Caro Roberto, forse almeno trentasei anni son passati da quando il comune amico Eddi ci presentò passeggiando per la piazza del Paesone. Ero venuto da Rivignano per parlare con voi di comuni problemi amministrativi, allora mi occupavo della cultura per il mio Comune. Voi due abitavate nel Paesone. “Roberto, questo è Roberto, e lui è Renato”. Io ero appena entrato nel sindacato e studiavo, come sempre. Non sapevo nulla di te, solo che eri il capogruppo socialista in Consiglio…

Continua a leggere

L’esercizio intellettuale

…è un’attività ascetica, non solum quia in greco antico “esercizio” dicesi àskesis, sed etiam quia è una specie di ginnastica interiore, che muove flussi elettro-chimici e quasi-liberi pensieri, formando re-azioni e creando snodi e nessi nuovi nella complessità cerebrale. Non sempre in piena consapevolezza tutti si esercitano, perfino coloro che partecipano ai talk televisivi più vieti, perfino quelli che dialogano con sorrisostampato-D’Urso, con la Venier e la De Filippi (inserirei anche la Bignardi in questo novero di minus cogitantes), in ambienti…

Continua a leggere

Pressapochismi e fraintendimenti

Caro lettore, stamani conversando con un amico, lungo strade immerse nella malinconica foschia, si venne al tema: se l’etimologia conti o meno più dell’onomatopea. Posto che nella nascita e nello sviluppo dei linguaggi, quantomeno quelli di ceppo indoeuropeo, dal farsi, al fenicio, al greco, al latino e via dicendo, senza dubbio l’onomatopea venne ben  prima dell’etimologia, poiché i segni che fissarono suoni con significati condivisi crearono le basi per la successiva complessificazione verbologica e fraseologica, morfologica, semantica e infine…

Continua a leggere

La disonestà comunicativa

Ascoltar ieri i critici a-prescindere dell’imperfetto, ma utile, Jobs act mi ha nauseato di più sul piano cognitivo che su quello politico. Al piccolo e saccente Di Maio (quanta polenta deve ancor mangiar per crescere un po’, e pensare che è dei migliori tra i suoi), che definiva un disastro la radicale modifica all’articolo 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori, ha fatto impropriamente eco l’acutissima Boldrini, lì, sul terzo scranno d’Italia, catapultata per un imperscrutabile disegno divino (scherzo, dài),…

Continua a leggere

Fermarsi ancora

Mio gentil lettore, per guarire la mano mi devo un po’ fermare, o almeno rallentare, come sapientemente dice il mio medico dottor Gianni. Il corpo vive, dorme, sogna, gioisce e soffre, e dà anche messaggi con febbre a 39, come ieri. E’ un periodo duro, di dolori fisici (mano che guarisce lentissimamente, stress da impegni, problemi economici con tasse e contributi che faccio fatica a pagare, le “partite” Iva pare non abbiano dignità di lavoratori in Italia). Non c’è un “mercato…

Continua a leggere

Linee di “marketing”?

Caro lettor del sabato, duole dirlo, ma “piani di marketing” li fanno non solo le aziende, del cui lavoro sono parte essenziale, ma anche i sindacati, che forse dovrebbero basarsi su assunti un po’ diversi dalla mera ricerca del consenso. Sono qui al sud per cercare di salvare con i sindacati dei metalmeccanici più di cinquanta posti di lavoro. Non sto a dire i dettagli, e  basti questo: tra un accordo di solidarietà senza integrazione aziendale e una cassa integrazione unilaterale, i…

Continua a leggere

La scarpa di Pajetta

Caro lettor gentile, quando si assiste alle confuse bagarre di Monte Citorio, ci si chiede che testa abbiano i parlamentari litiganti come ossessi o come squadristi, neanche fossero popolani in una jacquerie del tredicesimo secolo: urla, gesti scomposti, spintoni reciproci, lanci di documenti, esposizione di cartelli o di altri oggetti, corpo a corpo con i commessi, insulti agli avversari (nemici?) e a chi dirige il dibattito (?). Una vergogna. Non consola ricordare passate performance di animosi politici della prima Repubblica…

Continua a leggere

L’in-equità

Il Papa parla a Expo iniziando con un quasi neo-logismo, ma è solo una vocale a differenziare il consueto “iniquità” da “in-equità”, dove inserisco il trattino per evidenziare la differenza formale e la negazione del significato etimologico di “equità” causata dal prefisso “in”. In-equità dà più il senso di un qualcosa di sbagliato, di “ingiusto”, appunto, di iniquo in quanto “non-equo”, che fa differenza tra gli umani. Nel suo discorso di saluto agli studiosi partecipanti al workshop di presentazione di…

Continua a leggere