Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Intelletti in vacanza o vacanza di intelletti

Gender, genere, sesso, uguaglianza, nozze gay o fragorosamente -alla faccia di Wittgenstein- “matrimoni gay” dal significato nullo e dal segno aporetico, e via andando. Ivan Illich, presente a un memorabile incontro a Città di Castello nel 1988 (o ’89, non ricordo bene), si chiamava Fiera delle utopie concrete, dedicato ai quattro elementi empedoclei, splendido ossimoro langeriano, io c’ero, ha scritto un testo ora pubblicato in italiano: Genere. Per una critica storica dell’uguaglianza (a cura di F. Milana, Introduzione di G.

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Nostalgie e improvvisati narratori

Caro lettor che di qui passi, chissà quale sarà la linea editoriale di Micromega, dopo il passaggio di Berlusconi ad altre attività. La puzza sotto il naso sarà rivolta di sicuro altrove. Chissà che farà Travaglio e molti altri anchorman (si dice così vero?) dopo questo storico evento? Chissà che fatica trovar nuovi appigli, per i meno fantasiosi. Bè, forse Travaglio può agganciare quelli che ha già battezzato berlusclones, ahò direbbe Totti, che figo! Fantàsia al potere. E Il fatto…

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Dall’ombelico in giù (e in su)

Caro visitator domenicale, Ogni tanto si dice che uno a volte ragiona con ciò che ha “dall’ombelico in giù“, metafora di riferimento a pensieri più carnali, o almeno emotivi, e meno speculativi. Ad esempio, al contrario di Aristotele e san Tommaso, Hume riteneva che la morale umana si basasse di più sul sentimento che sulla ragione. Si potrebbe pensare che funzioni anche a livello di media cognitiva la curva a campana di Gauss, in base alla quale il 96% delle persone…

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Umberto Saba de Trieste

La capra   Ho parlato a una capra./ Era sola sul prato, era legata./ Sazia d’erba, bagnata/ dalla pioggia, belava./ Quell’uguale belato era fraterno/ al mio dolore. Ed io risposi, prima/ per celia, poi perché il dolore è eterno,/ ha una voce e non varia./ Questa voce sentiva/ gemere in una capra solitaria./ In una capra dal viso semita/ sentiva querelarsi ogni altro male,/ ogni altra vita. (U. Saba, da Casa in campagna, 1909, Canzoniere, Einaudi, Torino 1978, 68)   Come ti sento, Umberto de Trieste,/ a me vicino…

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Caro amico Nietzsche

non so che cosa avresti potuto pensare di quella piccola lirica che ti ha dedicato Umberto Saba forse una trentina d’anni dopo che te ne eri andato, te la scrivo   “Attorno a una grandezza solitaria non volano gli uccelli, né quei vaghi gli fanno, accanto, il nido. Altro non odi che il silenzio, non vedi altro che l’aria” (U. Saba, Canzoniere, Einaudi, Torino 1978, 549)   Non so. Forse ti saresti schermito al suo definirti “grandezza“, forse…

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Di una pedagogia dei “due sguardi”

Stamani una persona mi ha chiesto la ragione per cui ho usato una certa espressione nel discorso fatto. “Era una metafora” ho risposto; e la persona “metà fora o metà dentro?” Mi stava per scappare una mala risposta, ma ho lasciato perdere, perché dobbiamo ammettere che possono esistere sempre due sguardi sulla vita, sul mondo, sulle parole che diciamo, due sguardi se si dialoga in due, e tanti sguardi quanti pensano e dicono cose. Pluralismo ermeneutico, direbbe Pareyson, oppure idiozia pluralista…

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Gorizia novembrina

Giungo alla piccola piazza di San Rocco e un valletto uscito dalla corte di Giuseppe II m’accoglie: sa chi sono, come mi chiamo, perché solo lì… una signora mi accompagna al banco degli ospiti nella linda chiesetta del borgo dedicata al Santo. In viaggio l’Isonzo era verdissimo, e la cerchia dei monti nitidissima, lontana e alta Sveta Gora. La messa è liturgia di popolo, come alle origini, sembra d’essere in una domus familiae dei primordi cristiani. Giova all’atmosfera anche la Lettera seconda…

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Umana miseria

Ed ora qui, caro lettor gentile, è tempo d’invettiva nova,/ sì come ch’io allibii furente/ in sul mattino che veniva! Alzatomi come d’uso al far dell’alba/, vedo telegiornali a profusione/: notizie di disastri e di mattane/, di politici a caccia di sottane/, di giornalisti in salsa di letame./ Tre cose o quattro voglio ricordare:/ ciascuna per ognuna delle “sette”,/ che oscenamente stanno in sul balcone/ della res publica o del suo falso nome./ Parto dal PdL che si spacca,/ tra…

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Umana bestialità

Caro lettor pomeridiano, da un libro che poi ti citerò, traggo un brano non poco interessante… “(…) Si dice anche chiaramente che, nel 1585, il corpo di un maiale, giustiziato per l’uccisione di un bambino a Saint-Omer, presso la locanda del Mortier d’Or, fu lasciato penzolare per uno spazio lungo  da una forca eretta in un campo adiacente alla strada maestra (Derheims, Histoire de Saint-Omer, 327). Pochi anni dopo uno spettacolo simile si presentò a Guy Pape, mentre si recava…

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Il gatto e la vecchina

Mio caro ospite e cortese, in questi tempi di stultitia vana, occorre ricordare alcune cose: che la violenza umana è un po’ in declino, anche se la tv te la racconta all’incontrario, senza requie, ammazzati e non, i morti e la tragedia quotidiana. Leggere per comprendere qualcosa che non sia di Quarto Grado dove ti parla il faccion falso-drammatico di Salvo: Il declino della violenza, di Steven Pinker. In Italia proviamo a comparar tre dati, o fattispecie come recita il…

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