Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

La piazza dei trentamila a Torino, o “Esisto solo se qualcuno mi ascolta, ovvero esisto solo se qualcuno mi legge…”, ma è proprio sempre vero?

Anche se la TAV non mi convince del tutto, fossi stato a Torino avrei partecipato alla marcia dei trentamila favorevoli a quest’opera, alle Olimpiadi invernali e a tutto quanto grillini e sindaca dai capelli di fil di ferro non vogliono fare. Mi oppongo a qualsiasi cosa questi selvaggi arroganti e ignoranti vogliano fare. E spero che i miei non pochi amici torinesi siano stati in piazza, che Elena, Stefania, Roberto, Maurizio…, perché gli riconosco un’intelligenza e una sensibilità importanti, tali da…

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La gazzella svamputa, o svampita, o solo vecchia? E gli svamputi, o svampiti?

Gallina vecchia fa… e quel  che ne segue, vecchi modi di dire della saggezza natural-popolare, ma la citazione della gazzella come animale che può invecchiare o addirittura “rincoglionire”, non poteva che nascere tra le righe dell’incontro settimanale con l’AD di una grande azienda nazional-furlan-germanica. Tante robe, no? Sopra ho messo l’indimenticabile immagine di Wilma Rudolph, la “gazzella nera”, vincitrice di 100 e 200 metri piani alle Olimpiadi di Roma del ’60, gazzella vera. Lavorando si fanno molte e…

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“Uno che è vissuto/ con la forza di un giovane uomo/ nel cuore del mondo/ e dava/ a quei pochi uomini che conosceva/ tutto”

Nel titolo ho messo la traduzione italiana della brevissima lirica scritta nella parlata friulana della destra Tagliamento del nostro più grande poeta, Pier Paolo Pasolini: “Un al à vivùt/ cu la fuarsa di un zòvin omp/ tal còur dal mont,/ e al ghi dèva, a chej pucs òmis ch’al cognosseva/ dut“. Ecco, dare tutto quello che si ha, molto spesso incompresi, ché se si dà si dà se stessi, nientemeno. Non ci son calcoli da fare, né timori, né…

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Stamane un bambino mi sorrideva…

di un sorriso puro, come può essere quello di un bambino. Mi ha consolato. Ne avevo bisogno. La giornata di ieri si dipanava in sintonia con il tempo meteorologico, e a fatica. Il valore delle cose e la “qualità della vita” non si basano su tabelle precostituite, su modelli sociologici o sulla loro economicità e lucratività, ma sul contributo di umanizzazione che apportano. L’uomo è un primate evolventesi, anche se lentamente e con contraddizioni. In particolare non condivido il…

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“Furia cavallo del West” e le idiozie, da quelle generiche a quelle animaliste, per le quali la medicina giusta è l’invettiva

Canzone colonna sonora dei telefilm omonimi, di Paul Bradley Coulding, più noto come Mal dei Primitives, inglese, ma oramai da tempo friulano. Furia cavallo del West: in bianconero, il bellissimo stallone amico dei ragazzini. Un orso sta per sbranare un agnello, al che Furia si avventa zoccolante con tutta la sua “furia” stallonesca e mette in fuga il grande plantigrado, ma non troppo grande, ché se fosse stato un grizzly adulto o un orso polare, forse il cavallone se la…

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Il porto delle nebbie, il cavaliere bendato e gli orizzonti lontani

Sentirsi in balia di vettori causali che non controlli, ma della cui esistenza sei consapevole, a volte è impegnativo, difficile. Ma si fa, si va avanti, si vive, si combatte la buona battaglia mantenendo la fede, come insegna san Paolo, Saulo di Tarso in Cilicia (II Lettera a Timoteo 4, 7). Gli esami del sangue mio, linfa vitale son buoni, anzi quasi ottimi, come se si desse un giudizio sul risanamento di un fiume prima un poco inquinato. Il cavaliere…

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“Quant c’al ven un sgorli di ploia”, in friulano concordiese o “pasoliniano” cioè quando viene uno scroscio di pioggia, ovvero la vita è biografia costante di un progetto

“E la pioggia che va…” cantavano i Rokes di Shel Shapiro nel 1966, “Quant c’al ven un sgorli di ploia“, mi dice Livio guidando verso Sauris in una bellissima domenica d’ottobre, in friulano concordiese o “pasoliniano” cioè quando viene uno scroscio di pioggia, ovvero “Sum et nihil humani mihi alienum est“, (da Heautòntimoroumenos, cioè Il punitore di se stesso, 77) come sentenziava il poeta e commediografo Publio Terenzio Afro a metà circa del II secolo a. C. Viviamo albe irreversibili…

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Il paesaggio dell’anima, Dio, o il limite dell’umano

Che l’anima possa avere un paesaggio è bella metafora, traslato spirituale. Immaginare che nell’anima si dispieghino prati e colli è immaginifico. Eppure non è in-plausibile, poiché l’anima, come il corpo, è un paesaggio. Si dice correttamente, infatti “Io sono la mia anima e non: ho la mia anima“, e si dice anche “Io sono il mio corpo e non: ho il mio corpo“. E dunque, se noi siamo il nostro corpo e la nostra anima, siamo anche un paesaggio, come di…

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Improvvisatori, dilettanti, orecchianti, apprendisti, professionisti, sapienti: il climax degli umani

Nel titolo i primi tre idealtipi weberiani di solito sono anche presuntuosi, e talora perfino arroganti; i secondi tre di solito non lo sono poiché conoscono la fatica dell’imparare. Stavo viaggiando verso il locus di una lezione dove oggi avrei parlato della libido sexualis in Freud, comparandola anche alla libido potestatis e alla libido pecuniae, che forse sono ancora più forti della prima libido e talvolta con essa interconnessi e compresenti, come in certi satrapi di ogni tempo, sia che…

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Il vento contrario, e io perso nello scorrere infinito del vivere, mio caro lettore…

L’autunno s’affaccia tra gli alberi dei boschi di ripa lungo l’Isonzo a metà ottobre. Son stato nella bella città sul confine, dove c’era il “muretto” sulla cortina di ferro, parola di Churchill. Qualche mio collega del tempo -un poco enfaticamente- anni fa chiamava Gorizia la “piccola Berlino”. Una tantum son lì non per lavoro ma a fissare controlli di salute, sperando e credendo. Dopo aver salutato qualcuno, mi pongo sulla via del ritorno, a ovest, evitando autostrade intasate. E…

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