Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Cambiamenti e discontinuità

Caro lettore, il lavoro, e quindi la vita umana, cambieranno ancora. Come è naturale che sia. E radicalmente. Non perché lo sostiene Jeremy Rifkin da qualche decennio, ma perché se ne intravedono le vestigia, i segnali ancora deboli, ma ben visibili. Finirà il lavoro di massa (sta già finendo), con buona pace dei sindacati generalisti, “di classe”. Ad esempio il mio lavoro “di massa” è già finito da quasi vent’anni. Forse sono un prodromo. Ogni giorno io cambio mediamente almeno tre aziende,…

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In balìa delle “cose ultime”

Caro lettore che indugi di tanto in tanto da queste parti, la donna che aspetta di partorire secondo natura, dopo aver nutrito e maturato per nove mesi un altro “io“, entra in una dimensione di non-controllo-di-sé, essendo in balìa della “natura“. Ciò che del libero arbitrio plausibilmente ci appartiene, lasciando perdere qui le neuroscienze dell’uno (biologismo) e dell’altro estremo (spiritualismo), in quella situazione vien meno. Vien meno ogni possibilità di autodeterminazione, si è eterodiretti, si vive senza poter decidere…

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Rappresentare chi? Come?

Caro sindacalista, mi sei caro perché ti conosco non poco, e so che ti occupi di cose importanti riguardanti molti altri. A volte resti un poco indietro, ma poi recuperi. Almeno fino a ora sei riuscito a farlo. Ma è sempre più difficile. Il mondo sta vorticosamente cambiando, il lavoro pure, i lavoratori di più: sono sempre più acculturati, sempre più distanti dagli schemi classici della rappresentanza sindacale. Oppure no, in certi casi: semplicemente egoisti, specie quelli già tutelati. Ora…

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I ragazzi di Istanbul

Sul Bosforo è primavera, chissà se anche nel senso di un cambiamento. Piazza Taksim il luogo. Il regime kemalista reso non poco confessionale da Erdogan, sta reagendo alla protesta dei giovani con durezza. Tutti i cambiamenti richiedono fatica e a volte sangue. Il piccolo mondo chiamato “Terra” si muove ovunque. La grande storia di Costantinopoli, Bisanzio e Istanbul continua sul limen del continente Eurasiatico, a cavallo dei mondi. La Galazia e i Balcani respirano l’aria anatolica, mentre i ragazzi evolutissimi…

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La conversione di Spinoza e degli altri

“Che egli sia maledetto di giorno e maledetto di notte, maledetto quando si sdraia e maledetto quando si alza, maledetto quando esce e maledetto quando rientra (…). Nessuno comunichi con lui, neppure per iscritto, né gli accordi alcun favore, né stia con lui sotto lo stesso tetto, né si avvicini a lui a più di quattro cubiti; né legga alcun trattato composto o scritto da lui“. Il 27 luglio 1656 furono pronunziate dal rabbino queste parole in ebraico nella…

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Dove finisce la mente…

…e comincia il resto del mondo? Il bel titolo di un libro di Michele di Francesco e Giulia Piredda, pubblicato da Mondadori Università Milano (2013) mi incuriosisce. Già Descartes riteneva che il punto di contatto tra res cogitans (cioè l’io e Dio), e la res extensa (cioè il mondo), fosse una ghiandola  detta pineale posta nel lobo frontale. Ma il grande René usava il suo metodo intuitivo-deduttivo per una scienza certa ed evidente, con i mezzi del  suo tempo.

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Neuroni e giudizio morale

Quando l’uomo compie un atto, buono o malo che sia, la domanda concerne la sua libertà. E’ dato acquisito che la sua responsabilità sia proporzionata alla libertà esteriore ed interiore di cui dispone. Il libero arbitrio è la misura della responsabilità morale. Vi sono però anche altre teorie morali, meno spirituali e più materialistiche, si potrebbe dire. Un caposcuola di queste è senz’altro David Hume, che ai nostri giorni ha non pochi emuli. Si potrebbe dire che Hume è…

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Dove nasciamo, viviamo e moriamo

Quando sento un politico, un giornalista o un sindacalista che si riferisce all’Italia con l’espressione “questo paese“, invece di dire semplicemente “l’Italia“, mi viene l’iradiddio. Voci roche o squillanti, assertive o incerte, pronunziano la trita espressione “paese“, per dire “Italia“. Ultima la Camusso al comizio del 1 maggio: mai una volta che dicesse “Italia”, come se il nome le desse fastidio. Per me il “paese” è il borgo ai confini tra le Terre di mezzo e la Bassa friulana dove…

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La diffidenza e la guerra

Preparando un corso breve di storia della filosofia moderna e contemporanea mi sono imbattuto in un brano di Thomas Hobbes (1588-1679), filosofo materialista ed empirista inglese, molto interessante, (Leviatano, trad. e commento a cura di M. Vinciguerra, 2 voll. Laterza, Bari 1911-12, I, capp. 3 e 4, pp. 137.141) che riporto di seguito: “(…) Inoltre gli uomini non hanno piacere -ma al contrario molta molestia- di stare in compagnia di altri, dove non sia un potere, che li tenga tutti in…

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Gli altri siamo noi

…stamani dopo la corsa per le interpoderali un libro di Walt Whitman, Leaves of grass, (Mondadori, Milano 1971, p. 136), comprato da me quando ero in terza liceo, lasciato lì sul tavolino da Beatriz: “(…) The shapes arise/ Shapes of factories, arsenals, foundries, markets,/ Shapes of the two-threaded tracks of railroads,/ Shapes of the sleepers of bridges, vast frameworks, girders, arches,/ (…)”, il poeta canta la fatica della vita e le costruzioni dell’uomo, le forme che sorgono dal lavoro…

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