Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Solitudine, solitarietà, solidità, solidarietà

L’etimologia è la stessa, quella della radice greca òlos, cioè tutto: incredibilmente la solitudine ha a che fare con la solidità del tutto, come manifestazione, o epifania del cosmo (dal greco kòsmos), che è l’ordine delle cose. Infatti non si può stare soli, se non si è solidi. Mi piace molto la solitudine, anche nella sua versione accentuata e voluta della solitarietà, cioè l’essere tendenzialmente solitari. Come nella perdita di una vita c’è la perdita, per chi se ne è andato,…

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Racconti di un tempo perenne

Il soprammobile di onice È una visita che non dismetterò mai nella mia agenda annuale. Dopo la stagione in cui si è smesso di camminare in montagna, dopo percorsi silenziosi nei boschi erti, dopo aver visto ampie radure e nubi scavallanti, udendo lontani rintocchi che segnano le ore, ronzio d’api e i silenzi del paradiso sospeso, a metà autunno. Vado a trovare i genitori del mio amico che non c’è più. Abitano in un paesino che è fatto di raccolte scansioni…

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Dio è serio o “scherzoso”?

Una domanda intrigante durante una lezione di antropologia filosofica contemporanea, quella del titolo, mi offre il destro di pensare a un modesto, brevissimo trattatello di Teologia fondamentale. Einstein scrisse (non so dove) o disse (forse) “Dio non gioca a dadi con il mondo“, anche per affermare così, pur se indirettamente, l’inesistenza del caso, e mostrando il metaforico assioma in modo matematico, mentre -chi mi conosce e qualche mio allievo sa- io uso un metodo logico, con l’immagine topografica delle due strade…

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Il viaggio

Molti, forse i più, pensano che si viaggi essenzialmente o solamente per raggiungere la meta prefissa. Per costoro il viaggio, la distanza, il tempo che ci si mette per effettuarlo, il mezzo usato, le eventuali tappe non contano nulla o quasi, poiché per loro è importante il punto di arrivo, dove o vi è qualcosa da afferrare o un risultato da ottenere, siano luoghi di ferie o luoghi di trasferte di lavoro. Immaginiamo il viaggio degli antichi, dei Fenici per…

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Le nevi del Grappa

Il grande Sacrario si staglia a quasi 1.800 metri contro il cielo terso, azzurro dopo la neve caduta. E’ nevicato e l’inizio dell’inverno in altura si è già manifestato, ma novembre ha riportato il sole e l’azzurrità delle alte cime. Mario scivola e lascia sulle nevi del Grappa una piccola scia di sangue. Lo soccorro come si soccorre un commilitone alpino di cent’anni fa. Con rispetto dei 24.000, di cui 20.000 ignoti morti lì, Italiani e Austro-Ungarici, sorridiamo del suo piccolo…

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La frusciante ovvero “Nemo intrat in caelum nisi per philosophiam”, come scriveva Johannes Scotus Eriugena nel IX secolo

Più avanti vedremo che cos’è la frusciante, cosicché lascio per il momento al mio solito o nuovo paziente lettore di immaginare che cosa sia, la frusciante. Invece ti intrattengo sul detto latino riportato nel titolo, risalente al pensatore irlandese frate Johannes Scotus Eriugena che nel IX secolo lo ebbe a scrivere (Oxford: Clarendon Press, 1988) qui nella traduzione italiana: “nessuno va in paradiso se non tramite la filosofia“, e dunque “se non sarete come bambini… con ciò che segue.

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I quattro volti dell’amore umano, i suoi contrari e la carovana dei migranti

E’ la più potente, irresistibile delle passioni, l’amore. San Tommaso la contrapponeva all’odio, ma dicendo che l’amore è infinitamente più forte dell’odio. In italiano abbiamo un solo verbo per dirlo: amare. Ne parlavo qualche sera fa al Caffè filosofico Autentica/ Mente di Codroipo, ricordando ai presenti che gli antichi Greci, nella loro splendida e coloratissima lingua, avevano quattro verbi per dire “amare”, ciascuno con una sfumatura sua propria e differente dalle altre: erotào, agapào, stèrgo e philèo. Li scrivo…

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“Uno che è vissuto/ con la forza di un giovane uomo/ nel cuore del mondo/ e dava/ a quei pochi uomini che conosceva/ tutto”

Nel titolo ho messo la traduzione italiana della brevissima lirica scritta nella parlata friulana della destra Tagliamento del nostro più grande poeta, Pier Paolo Pasolini: “Un al à vivùt/ cu la fuarsa di un zòvin omp/ tal còur dal mont,/ e al ghi dèva, a chej pucs òmis ch’al cognosseva/ dut“. Ecco, dare tutto quello che si ha, molto spesso incompresi, ché se si dà si dà se stessi, nientemeno. Non ci son calcoli da fare, né timori, né…

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Stamane un bambino mi sorrideva…

di un sorriso puro, come può essere quello di un bambino. Mi ha consolato. Ne avevo bisogno. La giornata di ieri si dipanava in sintonia con il tempo meteorologico, e a fatica. Il valore delle cose e la “qualità della vita” non si basano su tabelle precostituite, su modelli sociologici o sulla loro economicità e lucratività, ma sul contributo di umanizzazione che apportano. L’uomo è un primate evolventesi, anche se lentamente e con contraddizioni. In particolare non condivido il…

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Il porto delle nebbie, il cavaliere bendato e gli orizzonti lontani

Sentirsi in balia di vettori causali che non controlli, ma della cui esistenza sei consapevole, a volte è impegnativo, difficile. Ma si fa, si va avanti, si vive, si combatte la buona battaglia mantenendo la fede, come insegna san Paolo, Saulo di Tarso in Cilicia (II Lettera a Timoteo 4, 7). Gli esami del sangue mio, linfa vitale son buoni, anzi quasi ottimi, come se si desse un giudizio sul risanamento di un fiume prima un poco inquinato. Il cavaliere…

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