Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Rivignan, oh my Spoon River!

Caro e paziente mio lettor della domenica, Bruno Cumero (Cumar) era il meccanico della mia prima auto una 1100 D, milledue di cilindrata, fumo di Londra, settantamila lire a mio zio Renato, cinquemila lire di spesa per la patente da privatista. Cammino per il cimitero di Rivignano, mi son fermato alle tombe dei miei e poi ho proseguito per un’ora e mezza, attorno alla bellissima chiesa della Beata Vergine del Rosario con la Madonna e bambino del Blaceo. Elena, la piccola…

Continua a leggere

La “tardanza”, ut sensus sempiterni actique temporis

Il termine dantesco (muovi novella mia non far tardanza) è ormai un neologismo, e non mio, e mi incanta. E’ nella lettera di una persona che curo, in ristretti orizzonti, che ha scritto a Bea, in ritardo, ritardissimo, come risposta, ma ha scritto. Negli anni ho proposto alcuni neologismi che qui non ripeto, ma che hanno preso piede sul web, ma questo è bellissimo, anche se è aulico sembrando un neologismo. La tardanza. Suona come quasi dimenticanza, eppure è solo il nome…

Continua a leggere

Il senso del tempo

Il tempo fisico e il tempo interiore, il tempo occidentale e il tempo orientale, il tempo del lavoro e il tempo del riposo, il tempo dei carcerati e il tempo di fuori, il tempo lineare e  il tempo ciclico, cioè quello delle stagioni, il tempo del sacro e il tempo del profano, il tempo della camminata in salita e il tempo della maratona, il tempo della salute e il tempo della malattia, il tempo dei giovani e quello di chi ha…

Continua a leggere

E la vita continua sai che continua e gioca con noi

IN MUART DAL FRADI Gòtin i cops/ Su la rudìne,/ Plòe di dicembre./ Sgrignôli claps davòur di ì,/ Chiâf bas, cidìne:/ Vot di chel mês tàncj àis fa/ Si soteràve il prin./ Il timp,/ Cul frêt e cu L’estât al passe. Friul.: in morte del fratello; la lirica è in lingua friulana nella parlata rivignanese  Trad. dal friulano: gocciano i coppi/ sulla ghiaia/pioggia decembrina//sgrano i sassi/dietro a lei/testa bassa zitta//otto di quel mese/tanti anni fa/si seppelliva il primo//il tempo/col…

Continua a leggere

non corsa, ma viaggio

Oramai primavera è nell’aria. Compleanno della nonna Catine, la mamma di Gigia, mia madre, andata via a ottantacinque anni nell”80. Da un angolo della finestra le verdargentee foglie dell’ulivo vibrano quasi, al soffio di un lieve vento dell’est. Ancora una volta la stagione si rinnova, e tornano gli odori della terra smossa, dell’erba bagnata da un piovasco, e i voli di uccelli mattutini. Tra poco sarò per strada in compagnia del fruscio noto delle ruote e dell’ingranaggio cambio-pedaliera. Vento contrario…

Continua a leggere

La porta rossa

L’ultima puntata della serie televisiva omonima di Rai 1 mi ha intrigato, nonostante abbia letto che il soggetto sia di Lucarelli, di cui non sono fan, faccio per dire. Il tema del confine e della fine della vita (terrena) mi interessa da sempre. Ho accompagnato fino all’estremo momento mia madre, di cui ho raccolto gli ultimi sussurri, parole che non dirò mai a nessuno; mio padre se n’era andato nove anni prima, e non l’avevo visto le ultime ore perché da…

Continua a leggere

La lingua geniale

Leggo l’incantevole libretto omonimo, edito da Laterza, di Andrea Marcolongo, una grecista, paradossalmente con un nome che più virile di così non si può, Andrea, cioè “uomo forte”, proprio in greco antico. E’ una grammatica greca raccontata in modo serio e divertente nello stesso tempo, con piglio poetico, come quando dice del duale, cioè della possibilità di considerare una coppia di cose intesa come fossero una, oppure del modo verbale ottativo, una specie di congiuntivo ipotetico più raffinato, come dire “se io fossi…

Continua a leggere

piccola anima

Animula vagula blandula, cantava Publio Elio Adriano, così come ci ricorda Marguerite Yourcenar ne “Le memorie” del grande imperatore. Oh piccola anima vaga, bella nella tua piccolezza, ma grande nella tua unicità, dove sei, dove vivi, in che luoghi ti nascondi, in quali boschi e grotte… Ma io lo so lo so da sempre. L’anima dell’uomo è l’uomo stesso che la incarna, così come lo spirito rappresenta la sua essenza. Termini classici per definire la meravigliosa complessità dell’uman genere,…

Continua a leggere

L’orizzonte del mondo, l’orizzonte del senso

Caro lettor del sabato, geograficamente l’orizzonte non ha essenza reale in sé, perché è la linea “apparente” che separa la terra dal cielo, ed è relativa alla posizione dell’osservatore. Ad esempio, se uno ha gli occhi a un metro e ottanta da terra lo vedrà, in assenza di ostacoli, a circa cinque chilometri;  se uno si trova su una collina di cento metri che dà sulla pianura, lo coglierà a circa trenta chilometri; l’ultima volta -la scorsa estate- che mi son trovato…

Continua a leggere

Il Concerto n. 5 per pianoforte e orchestra in Mi bemolle maggiore di Ludwig van Beethoven, finalmente!

Arturo Benedetti Michelangeli al pianoforte e i Berliner Philarmoniker, il concerto “Imperatore” dedicato da Beethoven all’arciduca Rodolfo Giovanni d’Asburgo, prende alla gola e ai visceri, almeno me, da quando ero ragazzo e comprai quel vinile, ancora vivo nella mia collezione. Ho anche un’esecuzione di Maurizio Pollini e direttore Karl Boehm. Composto verso il 1810, fu eseguito per la prima volta a Lipsia e l’anno successivo a Vienna. Finalmente lo riascolto dopo un tempo troppo lungo. Dura quasi tre quarti…

Continua a leggere