…inesorabilmente giunti, anzi è la terra che li ha raggiunti con il suo movimento attorno alla stella, mentre rotando enumera i giorni del solstizio. I colori nitidissimi del temporale hanno lasciato spazio ai grandi mattini e ad albe senza romore (Cardarelli). All’improvviso irrompe la luce infinita del giorno, nelle domeniche silenti della pianura, dove il cielo altissimo del confine si perde oltre i tetti e le fronde più alte… appena iniziata l’estate accorcia di un niente i grandi giorni…
contemplazione
la costruzione dell’essere
Non indugerò qui secondo i dettami della metafisica classica, se non per cenni. Secondo quella dottrina l’essere dà sostanza o essenza all’esistere degli enti. E quindi anche a me, che sono un viv(ente) sensibile razionale. Nella situazione limite (la grenz Situazion di Jaspers) che vivo ora, almeno nel senso concreto del “mio” limite attuale, è come se l’essere delle cose, il loro status quaestionis, si manifesti in un continuum di sensazioni, di sentimenti, di presenze-assenze emotive e di pensieri. Una…
notturno
Insonne contemplo la sagoma dell’ospedale stagliantesi nel cielo ancora buio; son le tre e mezza ma le due e mezza reali. Il pulsare della macchina sociale è basso, profondo, quasi silenziato, ogni tanto un richiamo da una stanza, che si spegne in breve, la mia finestra è aperta e sento il respiro della notte. La porta dà sul lungo corridoio illuminato, da cui verso mezzanotte avevo visto affacciarsi l’infermiera gentile con un medicamento per me. Da allora sonnellini brevi, e…
L’immagine e la rivoluzione
L’immagine è la Sindone, esposta nel duomo di Torino, che stamani ho visto, la rivoluzione è il Risorgimento italiano, nel grande museo di Palazzo Carignano. Una mattinata torinese. Due emozioni, due commozioni, diverse ma unificate nell’anima: la prima è l’immagine dell’Uomo-Dio, cioè mia e tua, caro lettore, e non perché tu e io siamo “dei”, e tantomeno “Dio”, ma perché Dio vero, unitrino, onnipotente, eterno, creatore, incondizionato è tutto in tutti (san Paolo, Cusano, Solov’ev). L’immagine è la rappresentazione ideale di un qualcosa,…
Il pensiero e il viaggio
Caro lettore, in viaggio per Torino rifletto sul… viaggio. Molta gente ha la passione per i viaggi, ma ancora più passione per raccontarli, a volte con una sottile, forse non del tutto conscia, volontà di ingelosimento dell’ascoltatore, che non sempre può “vantarsi” di altrettanto. La consapevolezza del proprio “privilegio” può generare nell’homo viator (nello spazio) una sorta di compensazione esistenziale di difficile nascondimento. Indubbiamente c’è chi viaggia con criterio, per curiosità dell’uman genere e del mondo, per serie ragioni culturali…
Il mio giro
Il primo è stato quello di Adorni nel 1965, e poi tutti gli altri, fino a quello che finora sta vincendo Contador. Di quelli precedenti ho sentito i racconti di mio padre, letto le cronache, visto i filmati, fino ai tempi di Girardengo. Per me il giro è maggio, è il profumo dei tigli della piazza grande di Rivignano, è il Rosario e le ragazzine che fiorivano, e crescevano come me che avevo tredici anni. La tappa finiva anche…
Un vescovo
“Mi ero affrettato molto verso la fermata dell’autobus per accogliere il nostro illustre ospite con la dovuta cortesia. Il parroco mi aveva pregato di andare con l’auto a prendere Monsignore, che arrivava da… Allora, tra i primi obiettori di coscienza prestavo servizio presso la Caritas diocesana e le parrocchie del capoluogo. Io ero di stanza a Rorai Grande con don Verdiano,…” così mi racconta l’amico Fabio di un qualcosa che l’ha segnato profondamente, accaduto ventisette o ventotto anni fa.
Il vento di Samatorça
Ricordo il vento di Samatorça. Soffiava non si sa bene da dove nel piccolo cimitero, dove è sepolto nella terra Ladi Rebula, con una croce di legno e qualche fiore. Il muretto circostante è basso e lascia intravedere il bosco, nascondimento per animali e transito del vento. Tra i rami degli alberi si attorciglia e si divincola il vento, come spirito delle anime salve lì seppellite, con varia pietà, con diversa memoria. Ricordo il vento di Samatorça. E poi…
Il testamento del capitano
A pochi giorni dal centenario dall’entrata in guerra dell’Italia contro gli Imperi centrali, rammemorare il più nobile tra i canti degli alpini ci aiuta a pensare. Pensare che cent’anni fa qui da noi si sono ammazzati contadini e operai, artigiani e insegnanti in divisa di patrie diverse e confinanti. Nella mia terra il ricordo è vivissimo nei racconti e quasi nei genomi naturali che ci costituiscono. Il canto deriva dal canto funebre cinquecentesco Il testamento spirituale del Marchese di Saluzzo, così…
la casa e la tenda
Caro lettor “dell’angelo“, l’Omelia 17 di Origene sul libro dei Numeri (cap. 24) inizia così: “E’ ormai tempo di esaminare che cosa è detto in quel che segue: Quanto sono belle le tue case, Giacobbe, le tue tende, Israele! Come boschi ombrosi, come giardini lungo i fiumi, come le tende che il Signore ha piantato, come cedri presso le acque. E dopo la bella traduzione italiana di M. Simonetti, apprezziamo il poetico testo latino: Quam bonae domus tuae, Iacob,…