Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

frammenti

Degli autori antichi spesso non abbiamo testi completi, ma solo frammenti, lacerti di scritti salvati da incendi e distruzioni, ricopiati da pazienti scribi o da monaci. Di molti contemporanei abbiamo frammenti che sono opere complete e opere complete che sembrano frammenti. Poesie sintetiche, ermetiche, simboliche, detti, aforismi e lampi di pensiero nel buio. Non so se sia più interessante la scrematura operata dal tempo e dalle vicende umane e naturali, oppure la scelta di scrivere intenzionalmente cose molto…

Continua a leggere

Il maestro di felicità

Zenone di Cizio nasce a Cipro nel 334 a. C. e muore ad Atene nel 262. Diogene Laerzio riferisce che Zenone mentre tornava dalla Fenicia fece naufragio presso il Pireo, sbarcò e salì ad Atene. Lì si mise a sedere presso un libraio che stava leggendo i Memorabili II di Senofonte, e gli chiese dove fosse possibile trovare uomini del genere. Il libraio gli rispose indicandogli Cratete il cinico che passava di lì: “Eccone uno, seguilo“. Zenone poi ebbe…

Continua a leggere

Là dove appaiono gli eterni “essenti”

Conosciamo il modo con cui funzionano i sensi, e il flusso razionale del pensiero, che analizza, compara, sintetizza e trova analogie. Inventa i linguaggi e i nomi delle cose. Ogni fatto che accade è per sempre sub specie aeternitatis, eterno. L’eternità è dove eternamente appaiono gli essenti (Severino, Barzaghi, io stesso). Neppur Dio può far non esser-stato ciò-che-è-stato, perché l’istante, il nunc che è dentro il tempo è fuori, nell’eterno. Ciò-che-è-stato  in quanto posto nel de-stino, è. Mi raccontano di…

Continua a leggere

Umberto Saba de Trieste

La capra   Ho parlato a una capra./ Era sola sul prato, era legata./ Sazia d’erba, bagnata/ dalla pioggia, belava./ Quell’uguale belato era fraterno/ al mio dolore. Ed io risposi, prima/ per celia, poi perché il dolore è eterno,/ ha una voce e non varia./ Questa voce sentiva/ gemere in una capra solitaria./ In una capra dal viso semita/ sentiva querelarsi ogni altro male,/ ogni altra vita. (U. Saba, da Casa in campagna, 1909, Canzoniere, Einaudi, Torino 1978, 68)   Come ti sento, Umberto de Trieste,/ a me vicino…

Continua a leggere

I “segni dei tempi”

Caro viaggiatore del tempo, quasi cinquant’anni fa, in chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II Papa Montini parlò di “segni dei tempi“, che erano visibili allo sguardo del discernimento spirituale. Citando un passo di Matteo (16,4) in cui Gesù stesso parla di “segni” Paolo VI segnalò l’esigenza di un’attenzione particolare al mondo, che fu sintetizzata nella Costituzione Gaudium et Spes. Il papa venuto “da un paese lontano“, l’uomo di Wadowice, proseguì: la sua Polonia aveva conosciuto l’illibertà sotto i regimi…

Continua a leggere

Camus

Caro Albert, ti scrivo come ci fossimo conosciuti da qualche parte, (mi sarebbe piaciuto) e so che mi leggerai. Non ti conosco molto, ma comincio. Da giovane preferivo il tuo “poco amico” Sartre, ma ho cambiato idea, soprattutto per ragioni di simpatia e di corrispondenza di pensiero. Simpatia per la tua ricerca di trovare una ragione nella vita dell’uomo, oltre l’angoscia e il sentimento dell’absurdum, che a volte ci attanaglia in questo itinerario unico, a ciascuno di noi ineluttabilmente dato,…

Continua a leggere

Il territorio inesplorato

“Seconda stella a destra e poi avanti fino al mattino“, sorride ordinando la rotta il Comandante James T. Kirk. E l’Enterprise fugge nello spazio-tempo. Dopo aver fatto la pace con i Klingon, umani e vulcaniani se ne vanno disubbidendo al comando della Federazione Interstellare che li richiamava per sostituire l’equipaggio. Un dialogo: « Chekov: “Noi pensiamo che a tutte le specie vadano tributati gli inalienabili diritti umani.” Azetburn: “Inalienabili. Se solo vi sentiste quando parlate. Diritti umani. Perfino la definizione…

Continua a leggere

Silenziosi discorsi

…a Santa Chiara nel silenzio assisiate d’ottobre. Vie petrose illuminate dalla luna, presepi laggiù nella Valle Umbra. Caro visitatore notturno, il pensiero non resta aggrappato alla collera del tempo, al ghigno degli odiatori di professione, che trasuda il video televisivo. Non c’è tempo per i vocati dell’avversione, sotto gli archi rampanti della Basilica. Non c’è tempo e spazio spirituale per i manifestanti di ogni religione politica, adusi al vizio perenne del giudizio contrario a prescindere. Se ne era parlato in…

Continua a leggere

Vaguli pensieri ottobrini

Caro lettore della Dies dominica, Da anni, ricordo, ottobre vien sereno. Qualche ultimo piovasco dimentico della fine dell’estate e poi colori indicibili, azzurrità verso l’alto e l’orizzonte. Silenzii, come quello di stamani alla chiesetta, che era aperta al viandante. Cammino riflettendo su me e sul mondo, dubbioso se abbia ragione Omero e torto Platone, o viceversa, intorno all’anima. L’epico poeta pensava a un kàrdia, sede delle passioni, a partire dall’ira funesta del Pelìde, e a un noos, sede della ragione. Non…

Continua a leggere

Il ponte di Solkan

Aldo Bauzon me lo indica dicendo “il più grande ponte ferroviario del mondo  in pietra tagliata” costruito dopo la Grande Guerra a scavalcare l’Isonzo turbinoso (oggi le acque son piene di pioggia). Il ponte di Solkan. Sembra il titolo di un film di guerra con Richard Widmark e Robert Mitchum. Lungo la strada in discesa vi è una villa padronale che sarebbe stata tagliata in due tra Italia e Jugoslavia, ma la contessa ottenne dagli Alleati e da Tito che il…

Continua a leggere