“O graziosa Luna, io mi rammento che, or volge l’anno, sovra questo colle io venia pien d’angoscia a rimirarti: e tu pendevi allor su quella selva, siccome or fai, che tutta la rischiari. Ma nebuloso e tremulo dal pianto, che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci il tuo volto apparia, ché travagliosa era mia vita: ed è, né cangia stile, o mia diletta Luna. E pur mi giova…
dialoghi
La Rochefoucauld, vel minima moralia de ridiculis
Caro viandante in cammino, Lentamente (?) passa il mio tempo, nel tempo relativo del cosmo. Qualcuno che mi vuol bene (un mio omonimo pressoché coetaneo) dice che i miei scritti riflettono sempre più uno spirito icastico, aforisticamente ironico, a volte feroce. Moralista, ma non nel senso di “bacchettone”, lui dice. Sarà perché invecchiando si riesce a guardare le cose con più distacco, sarà perché le si comprende meglio, anche se mai del tutto, sarà perché… non so. La sapienza aforistica…
Non si vive di solo P.I.L.
Qualcuno ogni tanto si sveglia, ricordandosi che “non di solo pane vive l’uomo” (Matteo 4, 4 e Luca 4, 4), ma anche della “Parola”, umana o del Signore che sia. Ragionare di questo è importante come “chiave di interpretazione del senso” di questa crisi epocale che sembra tutto travolgere, e che è, soprattutto, una “crisi cognitiva“, una “crisi del pensiero pensante“, prima ancora che etico-valoriale o morale. E soprattutto prima che finanziaria, economica e politica. Bisogna riprendere a dare tempo…
I “bofonchianti”
Cari ragazzi e ragazze che passate di qui, qualche anno fa un politico di vaglia era noto per il suo parlato bofonchiante, poco gradevole e poco comprensibile: Prodi, di carriera lunga e varia, accademica, di pubblico gestore (I.R.I.) e politica. Il suo dire era appannato da una pronunzia un po’ nasale e un po’ velata da corde vocali, diciamo, non da tenor leggiero. I politici d’oggi, salvo qualche rara eccezione (Enrico Letta, Veltroni, D’Alema e, se si vuole, anche se…
L’ospite inquietante
Caro lettor giovine, ti invito a leggere il volumetto agile del nostro amico di Phronesis professor Galimberti dallo stesso titolo di questo post. O almeno alcuni suoi passi, come da pag. 57 a pag. 64, là dove si parla della “mediatizzazione” della tua intimità, tramite la rete e il web. L‘ospite inquietante è il nichilismo, una specie di male-di-vivere, autocompiaciuto nelle fasi più consapevoli, che non porta nulla di buono, mentre nelle situazioni meno consapevoli è male distruttivo verso di sé e verso…
L’orizzonte del Dialogo
L’antica Iguvium ci ha accolti nel silenzio appenninico di un’estate strana, ondivaga. Di vento e improvvise calure. Diversi giovani si sono avvicinati a Phronesis che si trova -come da tradizione- al seminario estivo. E a noi seniores, tra i quali sono come un custos studentorum. Si iscriveranno al “percorso formativo” per darsi a disposizione come filosofi pratici, come persone in grado di aiutare a fare chiarezza nei concetti e nelle controversie esistenziali e relazionali di chi lo chiederà. E’ bello…
Asini
tuona (o raglia?) entusiasta la diligente lettrice del GR della sera: “In America (da intendersi “U.S.A.”, dove si fanno e si decidono sempre le cose più intelligenti, n.d.r.) una sentenza della Corte Suprema ha dichiarato che si tratta di matrimonio non solo tra due persone di sesso diverso, ma…”. Eh, se una cosa si dice o si fa in America, allora… siamo noi che non ci arriviamo, poveri retrò derelitti europei vecchi rimbambiti. Eccovi, direttamente dal web: Usa, Corte Suprema riconosce…
L’oscurità come nascondimento dell’essere, il nulla e il divenire
Caro lettore che transiti per questi paraggi del web, che è o non-è, è qualcosa o simulacro del nulla (?), abbi pazienza, ché debbo intrattenerti un poco questo meriggio d’estate su trasparenze e pensieri e turbamenti, l’eterna diatriba tra chi pensa che l’essere sia qualcosa, e chi pensa esistano solo gli enti come participio presente del verbo stesso, e che l’essere si debba usare solo come verbo coniugabile nei vari tempi e modi, data da duemilacinquecento anni nel nostro…
La vita buona
La filosofa Judith Butler si chiede se sia possibile per l’uomo vivere una “vita buona” prescindendo da quella degli altri. Quando leggo autori contemporanei, specie se di area americana o anglosassone mi sembra quasi di trovarmi di fronte a persone che non hanno mai letto i classici greci, né Agostino, né Tommaso d’Aquino, né Kant. Perfino Hume e Nietzsche mi sembrano loro ignoti. Parafrasando l’Adorno di Minima Moralia Butler sostiene che è difficile immaginare di poter vivere una vita buona…
In balìa delle “cose ultime”
Caro lettore che indugi di tanto in tanto da queste parti, la donna che aspetta di partorire secondo natura, dopo aver nutrito e maturato per nove mesi un altro “io“, entra in una dimensione di non-controllo-di-sé, essendo in balìa della “natura“. Ciò che del libero arbitrio plausibilmente ci appartiene, lasciando perdere qui le neuroscienze dell’uno (biologismo) e dell’altro estremo (spiritualismo), in quella situazione vien meno. Vien meno ogni possibilità di autodeterminazione, si è eterodiretti, si vive senza poter decidere…