Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Beatrice (Bebe) Vio mostra come la “gioia”, quel sentimento che in latino si dice “gaudium”, prevalga sulla “felicità”

Quando vedo o ascolto Beatrice (Maria-Adelaide-Marzia)-Bebe Vio, nata nel 1997, provo gioia. Provo la gioia che la ragazza mi trasmette con il suo entusiasmo, il suo sorriso, la sua eccelsa classe sportiva. Pur essendo stata tormentata fin da piccola da una tremenda meningite che la ha mutilata, Bebe è una grande campionessa dello sport che si dice parolimpico, nella specialità della scherma, arma del fioretto, ma a mio parere si dovrebbe dire “dello sport”, e basta. Mi viene da pensare…

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“Troppi morti…”, esclama un uomo politico parlando del terremoto del Centro Italia di cinque anni fa: un’altra occasione per criticare chi si schiera sempre e solo da militante per un simbolo politico di partito senza valutare le qualità morali e culturali delle persone che lo rappresentano

“Troppi morti…”, inizia in questo modo il ricordo di tale Legnini, che fu anche Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, per ricordare il terremoto di cinque anni fa nel Centro Italia. Troppi morti? Quanti? 299. Non ricordo bene, tutti indispensabili, tutti dello stesso valore, come persone. E se fossero stati 30, il 10%, che cosa avrebbe detto il Legnini? Beh, un numero equo, accettabile, non eccessivo, di morti, forse? Che ragionamento è quello che gli fa dire “troppi”? Aaah, certo,…

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Gli stivali di Re Vittorio

“Toni, bundì, veiso timp?” (Friulano: Toni, buongiorno, avete tempo?) “Ai simpri timp par vo, sior sindic” (Ho sempre tempo per voi, signor sindaco)… Toni zuet (zuet, in friulano, significava e significa zoppo, perché Toni aveva avuto in gioventù la frattura di una tibia mal curata, che gli aveva lasciato una zoppìa molto evidente) era il miglior calzolaio del paese, un vero maestro nel taglio della tomaia e nella sua applicazione alla suola. Era metà luglio del 1915 e l’Italia era…

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Non mi piacciono queste parole: “perfetto”, “felicità”, “adoro, adorare” e, in genere, gli aggettivi al superlativo assoluto come “bravissimo”, “grandissimo”, “dolcissimo”, etc.

Le parole poste nel titolo sono molto diffuse e di uso comune e continuo. Le aborrisco. Si pensi a “perfezione”: è una parola latinissima che deriva dal verbo perficere, che significa completare. Al participio passato fa perfectum, cioè completato, finito… perfetto, dunque. Vedi, mio caro lettore, che ciò che è perfetto è finito, e quindi… morto. Morto. Come scrive Aristotele, che propone il paradosso di cui sopra, la perfezione è MORTE. E dunque, quando si sente dire “quelli hanno…

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Messi, che lacrime ridicole! Jacobs sia umile. Tortu, che bel sorriso… e approfitto della visibilità del titolo per segnalare l’ultima idiozia vista su un quotidiano sportivo: parlando della staffetta vincitrice della 4 per 100 a Tokio, leggo che il primo frazionista, Lorenzo Patta, nato nel 2000, è un millennial. Ma, se si intende che “millennial” è chi è nato nel nuovo secolo, il XXI e nel nuovo millennio, il III, Patta NON E’ un millennial! Ancora, ancora c’è gente convinta che il 2000 sia il primo anno del III millennio e del XXI secolo, idioti!

Ciò che qui scriverò, caro lettore, non avrà nulla di moralistico, ma sarà semplicemente narrativo, realistico, forse solo un po’ attento agli aspetti finanziari, gestionali e di etica d’impresa, nei limiti che la mia limitata competenza in materia mi consente, incompetenza che, come sai mio caro lettore, non riguarda l’etica d’impresa. Il signor Messi, gran calciatore e piccolissimo uomo, mi ha fatto solo malinconicamente ridere con le sue lacrime (?), mentre dalla sede della sua storica squadra di calcio, spiegava…

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Le due cornacchie e altri “volatili” (in ambo i sensi)

Insisto. Siccome lo scontro fra Grillo e Conte continua, mi sembra interessante ricorrere alla metafora per continuare i miei commenti su questa per-nulla-fondamentale battaglia politica, anche se preoccupa molto il segretario del PD. Si tratta infatti del conflitto tra due uomini di non alta statura antropologica, di moralità quantomeno – mi permetto di dire – un pochino dubbia, almeno in uno dei due, e di albagìa certa, nell’altro. Il paragone metaforico è interessante, perché le cornacchie sono due uccelli spazzini,…

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…si scrivono e soprattutto si pubblicano troppi libri mentre si legge poco, pochissimo. Se dovessi dire il titolo di un volumetto un pochino furbicchio, tra i troppi pubblicati in questo periodo, non avrei dubbi a scegliere “Il senso della vita” del teologo Mancuso

Non capisco a che cosa serva la teologia, che è un discorso su Dio e sull’uomo per rapporto a Dio, se alla fine basta più o meno essere gentili, o giù di lì, per dare un senso alla vita. Ad esempio io spesso non sono gentile, e allora mi è negato di dare un senso alla mia vita? Andiamo! Questo traggo dalla lettura di questo volumetto, che non ho comprato, ma mi è stato prestato. Anche Mancuso, come Saviano, è…

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Un sonetto o “piccolo suono” (del 2019)

Nelle vuote profondità del tempo/ Nascono stelle, destini e sentimenti,/ Il vento va e poi ritorna lento/ Per valli antiche corse dagli armenti. Ricordo volti antichi d’altre ere/ Di giorni e viaggi e sguardi sconfinati,/ Ricordo cieli e lente primavere/ Altri recinti, palizzate e prati. Il vento va e poi ritorna ancora,/ Senza requie pensieri si rifanno,/ Un dolore rinasce nell’aurora. Vince la vita come sempre al mondo/ Lo Spirito che soffia dove vuole/ Ti dona libertà anche se duole.

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Esiste l’uomo “cortegiano”, ma anche l’uomo coraggioso e parrèsico (in greco “trasparente”), ovvero, la filosofia e l’etica tra la gente

Conosco persone che si ritengono importanti in qualche ambiente e si definiscono come capaci di “volare alto”. Se richiesti di spiegare la metafora, fanno fatica; di contro, però, mostrano che cosa ciò significhi usando gli status symbol di cui dispongono: auto, frequentazioni, compensi, dress code, tenore e stile di vita, etc. Tra costoro dirigenti e consulenti di azienda, qualche imprenditore (pochi per la verità), studiosi (non pochi, solitamente molto vanesi), religiosi (più di quanto si pensi)… Molto spesso queste persone…

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“Ambiguità & Complessità”, sintagma che sollecita un necessario dialogo linguistico-concettuale

Il modo infinito verbale “dis-ambiguare” – riportato in vari lemmi di wikipedia – già presenta al mondo virtuale l’importante concetto dell’ambiguità, che in lingue come quelle di derivazione greco-latina consentono un’ampia polisemanticità, fatta sia di polisemie vere e proprie, sia di similitudini, di metafore, di allegorie e di analogie, là dove i campi semantici a volte quasi si sovrappongano o, più spesso, si sfiorano sui rispettivi “confini”, se così li si può chiamare. Infatti, la polisemia è una delle entità…

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