Quivi a Milano dopo due giorni di confronto seminariale, mi è venuta voglia di scrivere qualcosa ancora sulla stupidità, proprio come motivazione intrinseca, ispirato. Da che cosa, non so. Della stupidità non si parla mai troppo perché essa abbonda nel quotidiano e ovunque. Alberga negli ambienti più disparati. A volte si dissimula in discorsi importanti e dotti, talaltra è più evidente e pacchiana nei populismi. Si veste di lustrini nel politicamente corretto e scivola da sotto le scarpe dei maestri…
filosofando
Cause e Ragioni
Cause e ragioni non sono termini sinonimici, anche se non tutti la pensano così. Aristotele distingueva quattro cause: 1) materiale: indica ciò di cui una cosa è fatta (nel caso di una statua, per esempio, il bronzo), 2) efficiente: indica ciò che mette in moto la cosa, ciò che fa avvenire il processo (nel caso di una statua, lo scultore), 3) formale: indica la forma che acquisirà (forma di statua), 4) finale: indica lo scopo per cui è fatta…
De donde se cuenta lo que sucedio recientemente al noble hidalgo y caballero andante Don Quijote de la Mancha en una ciudad de Europa
Don Chisciotte e il Gigante In un giorno qualsiasi di quest’ultima estate, nell’ora meridiana quando il sole è più alto, la grande vettura si era fermata nella piazza della città. Forse era Toledo o Salamanca, forse Massafra o Carcassonne, forse era Augsburg, Gubbio o Pordenone. L’esperto del bar Sport aveva sentenziato: è un Cayenne 500 S da quattrocento cavalli. Da 0 a 100 KM/H in quattro secondi. Quattro chilometri con un litro. Il rombo che l’aveva accompagnata era stato premonitore: pareva…
La vita buona
La filosofa Judith Butler si chiede se sia possibile per l’uomo vivere una “vita buona” prescindendo da quella degli altri. Quando leggo autori contemporanei, specie se di area americana o anglosassone mi sembra quasi di trovarmi di fronte a persone che non hanno mai letto i classici greci, né Agostino, né Tommaso d’Aquino, né Kant. Perfino Hume e Nietzsche mi sembrano loro ignoti. Parafrasando l’Adorno di Minima Moralia Butler sostiene che è difficile immaginare di poter vivere una vita buona…
Cambiamenti e discontinuità
Caro lettore, il lavoro, e quindi la vita umana, cambieranno ancora. Come è naturale che sia. E radicalmente. Non perché lo sostiene Jeremy Rifkin da qualche decennio, ma perché se ne intravedono le vestigia, i segnali ancora deboli, ma ben visibili. Finirà il lavoro di massa (sta già finendo), con buona pace dei sindacati generalisti, “di classe”. Ad esempio il mio lavoro “di massa” è già finito da quasi vent’anni. Forse sono un prodromo. Ogni giorno io cambio mediamente almeno tre aziende,…
In balìa delle “cose ultime”
Caro lettore che indugi di tanto in tanto da queste parti, la donna che aspetta di partorire secondo natura, dopo aver nutrito e maturato per nove mesi un altro “io“, entra in una dimensione di non-controllo-di-sé, essendo in balìa della “natura“. Ciò che del libero arbitrio plausibilmente ci appartiene, lasciando perdere qui le neuroscienze dell’uno (biologismo) e dell’altro estremo (spiritualismo), in quella situazione vien meno. Vien meno ogni possibilità di autodeterminazione, si è eterodiretti, si vive senza poter decidere…
I ragazzi di Istanbul
Sul Bosforo è primavera, chissà se anche nel senso di un cambiamento. Piazza Taksim il luogo. Il regime kemalista reso non poco confessionale da Erdogan, sta reagendo alla protesta dei giovani con durezza. Tutti i cambiamenti richiedono fatica e a volte sangue. Il piccolo mondo chiamato “Terra” si muove ovunque. La grande storia di Costantinopoli, Bisanzio e Istanbul continua sul limen del continente Eurasiatico, a cavallo dei mondi. La Galazia e i Balcani respirano l’aria anatolica, mentre i ragazzi evolutissimi…
La crisi della relazione nel tempo della comunicazione
Il rischio di questi tempi è quello di scambiare la comunicazione con la relazione. Soprattutto i giovani stanno vivendo una stagione in cui il mezzo sostituisce il sentimento, il telefono la parola, il messaggio lo sguardo. Bisogna parlarne insieme, per capire come andare avanti recuperando i tempi e gli spazi del dialogo. Il mezzo non dà la libertà, né la distanza può regalare verità: questa si nasconde negli interstizi del dolore, della vita, della mancanza e del ritrovamento, del…
La conversione di Spinoza e degli altri
“Che egli sia maledetto di giorno e maledetto di notte, maledetto quando si sdraia e maledetto quando si alza, maledetto quando esce e maledetto quando rientra (…). Nessuno comunichi con lui, neppure per iscritto, né gli accordi alcun favore, né stia con lui sotto lo stesso tetto, né si avvicini a lui a più di quattro cubiti; né legga alcun trattato composto o scritto da lui“. Il 27 luglio 1656 furono pronunziate dal rabbino queste parole in ebraico nella…
Dove finisce la mente…
…e comincia il resto del mondo? Il bel titolo di un libro di Michele di Francesco e Giulia Piredda, pubblicato da Mondadori Università Milano (2013) mi incuriosisce. Già Descartes riteneva che il punto di contatto tra res cogitans (cioè l’io e Dio), e la res extensa (cioè il mondo), fosse una ghiandola detta pineale posta nel lobo frontale. Ma il grande René usava il suo metodo intuitivo-deduttivo per una scienza certa ed evidente, con i mezzi del suo tempo.