Mi ha stupito, ma non più di tanto, il ridicolo atto di superbia dell’ex ministro Carlo Calenda che, dall’alto della sua autostima, ha invitato a cena Renzi, Gentiloni e Minniti, cioè i due capi dei governi PD appena passati più il ministro più brillante, per discutere, loro sì uomini molto importanti, del futuro del Partito democratico, da tempo in crisi di identità e di consensi. In quattro come i tre più uno – moschettieri Athos, Porthos, Aramis e D’Artagnan (che sarebbe…
filosofando
… che fare dell’ansia e di questo “benedetto” stress?
“Insegnaci ad aver cura e a non curare/ insegnaci a starcene quieti” (Thomas Stearns Eliot), si potrebbe iniziare così questa breve riflessione del grande poeta inglese su un termine oggi tanto usato e anche ab-usato. L’ansia è come il rasoio di frate Guglielmo d’Occam, ma dannosa, solitamente non utile all’intelligenza come il metodo filosofico del francescano di Oxford. L’ansia taglia i dendriti che conducono ai neuroni depositari della memoria e danneggia lo studio e il lavoro. Lo studente ansioso…
Un bellissimo settembre
Questo settembre è pieno di cieli azzurri, come mi aspettavo, ed è il mese più bello, per me, insieme con maggio, poiché ha l’equilibrio delle temperature e della luce, tra notte e giorno, tra albe e tramonti. Se si è attenti si distingue all’alba anche l’aurora e il momento magico del dilucolo. Un settembre bellissimo, anche se tutto lentamente cambia, o forse anche per questo. Cambia per tutti e anche per me. Vedevo che ottocento venti milioni di persone…
Far filosofia nell’educandato delle fanciulle povere in Firenze, esempio di gravissima discriminazione di genere e ancor più culturale, storicamente data i cui residui fenomenologici sono ancora presenti nella testa di molti maschi
Florentia è anche la capitale dei sovrani senza regno, coloro che filosofano, anzi che con-filosofano, come scrivo nel post precedente. Il fine settimana di questa prima decade di settembre è occupato intensivamente nei colloqui sabatini e nel laboratorio collettivo domenicale, mentre campane tutt’intorno chiamano alla Messa. Si fatica, ma si va avanti, incontrando le persone nella sala capitolare di un convento femminile del ‘500, oppure nel chiostro. Gli archi essenziali inquadrano pezzi di cielo oppure i camminamenti ampi che portano…
I filosofi sono dei sovrani senza regno
Che i filosofi siano dei sovrani va almeno spiegato, perché il fatto che un sovrano abbia o meno un regno è meno importante. L’amico allievo filosofo pratico di Phronesis Tommaso Nutarelli d’Etruria, nomen omen, mi allieta a Firenze con questo bell’aforisma, in questo luminoso settembre, che par quieto. Gli chiederò se il copyright è suo o meno, perché in Phronesis e facendo filosofia non si bara. Il pensiero non possiede nulla se non se stesso, e per interposto soggetto, il…
Derelitta, la “cultura” è il “nuovo nero” o il “nuovo ispanico”, perché ha la tuta arancione dei carcerati americani, e a volte sembra messa nel “miglio verde” dei dead men walking, ma non ce la faranno le Fedeli e affini. A volte la cultura declina o si ammorba o viene addirittura odiata, come accadde ottanta anni fa con l’emanazione delle infami leggi razziste contro gli Ebrei, a firma di Mussolini e di Vittorio Emanuele III, basta ascoltare l’attuale capo del Governo, il leader absconditus… per avere un esempio del violento e vergognoso attacco
La tuta arancione, come fossi prigioniero a Guantanamo, mi si attaglia, pare, come fossi un nero o un ispanico. Caro lettore, tu ti chiederai il perché, ed è l’argomento di questo post. Me lo ha suggerito un valoroso tecnico elettronico che ho sentito a colloquio in un’evoluta azienda friulana, nicchia di idee, ancorché poco nota, l’amico Paolo. Oggi la tuta arancione significa che chi rispetta la cultura, se ne nutre, la considera importante, la indossa, come fosse un derelitto,…
Dicon sempre “questo paese”… e mai “l’Italia”, ché si vede -come nome- gli fa schifo
Ascolto con ben poco piacere le voci diversamente rauche da fumatrici di Anna Maria Furlan e Susanna Camusso, que hablan dei maximi sistemi, con competenze approssimative e discorsi che, si sente lontano un milio, son redatti da ghost writer trentenni, laureati, a differenza di lor due, anche se una laurea non è sinonimo di cultura, ma una sua assenza, salvo rare eccezioni (Giuseppe Di Vittorio e Pierre Carniti e qualcun altro di quell’ambiente) può mettere a repentaglio un sapere che deve intendersi…
I discepoli
La parola discepolo deriva dal latino discipulus, allievo, che a sua volta deriva da discere, apprendere; si riferisce a chi studia o si rifà agli insegnamenti di un maestro. Ad esempio Paolo o Saulo di Tarso è stato discepolo di uno studioso del suo tempo, di nome Gam’liel; solo in un secondo tempo si è convertito al Cristianesimo. Nella religione cristiana e in quella islamica per discepolo s’intende -rispettivamente- ciascuno degli apostoli e dei seguaci di Cristo, che predicarono i…
Hoc unum scio, nihil me scire
Già informai qualche tempo fa il mio gentil lettore che in questa fase della mia vita, tra altre attività di studio e ricerca, approfondisco con gusto il pensiero del filosofo-poeta nostro massimo, il conte Leopardi da Recanati. La riflessione espressamente “socratica” che qui riporto, tratta dallo Zibaldone di pensieri, scritto negli anni 1920/ 21 da lui giovanissimo, è particolarmente valida di questi tempi saccenti e superficiali, o meglio, popolati da molte persone saccenti e spesso superficiali. Il conte Leopardi è spietato, e…
Sicut Horatius Flaccus scribebat, multi dicunt et dici posse aurea mediocritas vel, adfirmare possumus, in medio stat virtus, sicut Aristoteles cogitabat, così come s’ha da valutar bene i cattivi giudizi sull’Italia, che non considerano tutto ciò che va bene, né quanto di male c’è in molte nazioni che se la tirano o di cui comunque non si parla
Caro lettore, la vulgata dell’orazian sintagma “aurea mediocritas” posto nel titolo a volte si confonde con un altro motto di origine aristotelica e scolastico-medievale “In medio stat virtus“, cioè la virtù sta nel mezzo di due estremi: in sostanza è meglio non essere troppo virtuosi, caritatevoli, altruisti, disponibili con gli altri, o con il prossimo, come dice il Vangelo, ma è meglio esserlo… moderatamente. O a volte per nulla, se si vuole estendere il senso del non-detto oltre l’esplicito invito alla moderazione.