Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Un premio Nobel indegno

Riporto letteralmente dal web odierno “Gli Italiani sono autolesionisti, continuano a ingoiare merda. Grillo non ha colpe, gli italiani hanno votato contro persone oneste“. Il premio Nobel è convinto di parlare con Gianroberto Casaleggio al telefono e si lascia andare ad una serie di commenti coloriti sull’esito delle elezioni, ma in realtà all’altro lato della linea telefonica non c’è il cofondatore del M5S ma un suo imitatore (il carissimo Andro Merkù, che conosco) della trasmissione radiofonica “La Zanzara“. “La…

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meno male che è finita…

…questa oscena campagna elettorale, meno male che gli insulti saranno zittiti per qualche decina di ore, e -male- poi riprenderanno, perché c’è la follia urlante di grillo, il decadimento verso la decrepitezza di silvio, il bertucciare incongruo dei vendola e delle meloni che imperverseranno ancora. E i discorsi patinati di capezzone, quelli risaputi di casini, la dimenticabile tristezza del sopravvalutato monti, gli sberleffi di crozza che vive di quel che passa il convento, come i professionisti delle manette, travaglio e c., e quelli dell’antimafia,…

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beatificazioni in vita

…e meno male, caro lettor serale, che almeno la Chiesa oggi non beatifica e santifica in vita i propri campioni, ché c’è già il mondo laico e laicista che lo fa: con tutte le forme di divismo e di eroicizzazione. In passato, specialmente verso la fine del cosiddetto Medioevo, la Res publica Christiana si trovò a fare i conti con “santi taumaturghi” e “sante profetesse”, con streghe e stregoni, che imperversavano. Paolo VI eliminò dal santorale cattolico forse qualche…

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metafore stupide

La metafora è la più importante struttura retorica, utilizzata, sia nella versificazione poetica, sia nei testi narrativi, sia nei trattati filosofici. Insieme con la metafora sono utilizzate alcune sue forme o intensificazioni come la metonimia (un nome per un altro), la sineddoche (una parte per il tutto), e l’allegoria (un racconto metaforico). Poi vi sono la parabola, l’aneddoto e così via. Un suo uso distorto e fuorviante è molto diffuso, specialmente in ambito giornalistico. Quante volte ti capita, caro ospite, di leggere un titolo …

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sporcaccioni recidivi

Caro mio ospite, …se qualcuno si meraviglia o addirittura si scandalizza per gli arresti “eccellenti” (chissà perché si dice così?)  legati all’Expo 2015 di Milano e all’affaire mafioso di Scajola è un ingenuo. Sento anche le  excusationes non petitae di coloro che paventano a causa di ciò un danno elettorale, dicendo che -come sempre- in Italia la giustizia è “a orologeria“. Di che cosa si tratta, invece? Di disonestà allo stato puro, di assenza dei più elementari principi morali, quelli di mia nonna…

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La superiorità

La particella italiana super deriva dal greco yper coincidendo con l’avverbio latino super, che significa ciò-che-sta-sopra, over. “Superiorità” è sostantivo derivato dalla particella. La psicologia contemporanea ha ben spiegato che cosa sia il “complesso di superiorità” come nevrosi, cioè un sentirsi (naturalmente) superiori agli altri. Nietzsche ha proposto il tema del “super-uomo“, intendendolo come superamento, autotrascendimento, autorealizzazione del sé, non come appare in certe vulgate ideologiche destrorse. La superiorità è dunque una condizione naturale, a guisa di un ciò-che-sta-sopra, ma in quanto…

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inadeguate

Caro lettor paziente, costì spesso rimbrottiamo i maschi, della politica o d’altre umane incombenze, talora senza indulgenza, talaltra con più virulenza e rabbia. Stavolta, però, citeremo tre femmine, donne di potere, ma del tutto o in parte inadeguate al ruolo, e per ciò che han fatto o fanno. Tre tra non poche altre incapaci, e tra moltissime capaci -graziadio- e valorose. Inizio dalla prima: docente universitaria di discipline lavoristiche, scelta ministro del lavoro dal noiosissimo (solo meno del professor Rodotà,…

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Il delinquente derelitto

Caro lettore, che ne dici di uno che ruba venticinque milioni di euro al partito che amministra, in questo caso la defunta Margherita, e, storcendo il naso all’ascolto della sentenza di condanna, in primo grado, a otto anni di carcere, minaccia (sì, minaccia!) di ricorrere in appello? All’uscita dal tribunale quasi si atteggia a offeso, con fare sussiegoso e ghigno vendicativo. Una domanda: se in base al criterio di classificazione classica della coscienza, che prevede una scala dalla coscienza retta a…

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Il “brand”

…oggi tutti i prodotti rappresentano un brand sul mercato. Eataly, la Ferrari (primo al mondo, alleluja!), il prosciutto di San Daniele e il Franciacorta, lo Champagne e il cognac, Paris Hilton, la Ferrero di Alba, il Bayern di Monaco, Vuitton e Renzi, mon cher lecteur! L’Italia stessa, tutta, è un brand. Magari non come la presentano talvolta i giornali inglesi, ma come è intesa dalla maggior parte dei cittadini di tutto il mondo: una terra meravigliosa. Un brand, cioè qualcosa che-ha-mercato, scriverebbe Heidegger.

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I “burocretini”

Caro lettor d’inizio primavera, mio papà, quando doveva spiegarmi di uno che “se la tirava” ma non valeva niente mi diceva sempre: “Chel lì al’è un grȃt par sore il mùs” (trad. dal friulano: quello lì è un grado sopra l’asino, con tutto il rispetto per il nobile animale, ndr). Uno del genere mi è sempre sembrato il “caporal maggiore” (urca che grado!) Salvatore Parolisi, quello condannato per l’omicidio di sua moglie. Mi faceva venire l’orticaria quando in tv lo…

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