Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

L’amarillide di mamma Gigia

Mi sono documentato, dopo che Silverio da Rivignano, sempre più simpatico man mano che passa il tempo, mi ha detto che li aveva coltivati mia madre, e lui li ha tramandati nel tempo, per diciassette anni. Foto della finestra di mia sorella Marina. Eccoli qui: “famiglia: Amaryllidacee, genere: Amaryllis, nome comune: Amarilli, Narciso d’estate, Femmina nuda, tipologia: Perenni, Bulbose, propagazione: divisione dei bulbi, seme, etimologia: il nome del genere dal greco “amarýsso” = io risplendo; il nome della specie “belladonna” è in…

Continua a leggere

Emanuele di Alatri

Caro lettore, Emanuele è morto ucciso da un branco di delinquenti appartenenti alla gente “normale”. La statistica psichiatrica spiega che atti di questo genere sono commessi solo nel 10% dei casi da soggetti psicopatici, mentre il restante 90% è opera dei “normali”. Sarà anche che la violenza inter-umana è in declino rispetto al passato, come spiega nel suo classico libro in tema edito nel 2012 Steven Pinker, ma è difficile sopportare azioni come quella di Alatri. Gli specialisti della mente aggiungono…

Continua a leggere

L’arroganza degli ignoranti

Ernesto Galli della Loggia offre su un grande quotidiano di sabato 25 scorso una disanima condivisibile sul fenomeno politico “grillino”. Caro lettor mio, recuperalo sul Corrierone di Milàn para el tu web, ne val la pena. Socrate sosteneva con non malcelata ironia di “sapere di non sapere”. Invece questi anti-socratici dei “grillini” non sostengono il contrario, cioè di “sapere di sapere”, ma si comportano come se lo dicessero ogni qualvolta aprono bocca. Loro sanno e sanno fare (Raggi docet),…

Continua a leggere

L’orizzonte del mondo, l’orizzonte del senso

Caro lettor del sabato, geograficamente l’orizzonte non ha essenza reale in sé, perché è la linea “apparente” che separa la terra dal cielo, ed è relativa alla posizione dell’osservatore. Ad esempio, se uno ha gli occhi a un metro e ottanta da terra lo vedrà, in assenza di ostacoli, a circa cinque chilometri;  se uno si trova su una collina di cento metri che dà sulla pianura, lo coglierà a circa trenta chilometri; l’ultima volta -la scorsa estate- che mi son trovato…

Continua a leggere

both sides of story

Caro lettor d’inizio settimana, abbiamo bisogno di sentire sempre tutti e due i lati della storia, canta Phil Collins con il suo timbro tagliente, nel senso di non accontentarsi mai della prima versione del racconto, o delle semplificazioni banalizzanti. Le cose sono sempre più complesse, o almeno più complicate di quello che sembrano (Cf. De Toni e Comello, Prede o ragni, UTET 2004). Se sono anche solo complicate meritano di essere spiegate, come si spiega un lenzuolo ripiegato, ma se…

Continua a leggere

10 grammi di hashish e una vita perduta

Il ragazzo di Lavagna è morto gettandosi dal balcone di casa, dal terzo piano. La madre, non sapendo più che fare con quel figlio che le sembrava perduto, ha chiamato la Guardia di finanza a casa, e lui ha scelto d’improvviso di sottrarsi a tutto. Che pensare di questa fragilità? E’ un dato statistico? Ogni tanto qualcuno più debole non sopporta più nulla? Oppure si è insinuata nel nostro tempo un’insidiosa malattia sociale, morale, relazionale, familiare, culturale? Forse è…

Continua a leggere

Caro Michele

…te ne sei andato. E hai scritto una lettera al mondo, dove chiedi conto della tua morte. Devo dire che ho durato gran fatica ad accettare il tuo modo di ragionare, tutto volto a chiedere, chiedere, pretendere. Un uomo saggio mi ha fatto riflettere sul tuo stato d’animo, per cui non avresti potuto scrivere diversamente. Ma non mi hai convinto… Diamo uno sguardo al alcune tue frasi: – …stufo di giustificare la mia esistenza senza averla determinata, ma come…

Continua a leggere

Il treno di Viareggio, o di “uno spiacevolissimo incidente”, come ebbe a dire l’ineffabile ing. Moretti

…in una audizione in Senato dopo il disastro del treno lanciato a cento all’ora, dopo la palla di fuoco, dopo i 32 morti e le decine di feriti gravissimi, che portano ancora i segni della tragedia sulla pelle e nel cuore il dolore per i propri cari morti bruciati come Giordano Bruno o Domenico Scandella da Montereale. “Uno spiacevolissimo incidente” è la definizione consona per una lavatrice che si rompe e spande acqua per tutto il lavatoio, per una pentola…

Continua a leggere

Silenzi sospesi tra le alzaie…

Ooh come mi pasce l’anima e il cuore girare girare per strade, caro amico che leggi, incontro a paesaggi incantati nel freddo, nel vento, nel sole incerto di gennaio. Come si vive, respirando e correndo, osservando e ascoltando le cose, gli uccelli che s’alzano in volo dalla ripa, e planano nella brughiera. Silenzio altissimo della casa nuova ai confini della campagna, in assenza di voci, che dici umane. In assenza di parole dette tanto per dire, in assenza di…

Continua a leggere

Le case di via Feletto

Caro Sergio tu racconti e racconti, sempre osservando, da protagonista a volte discosto, scegliendo anche la terza persona, e ogni tanto chiamandoti per nome, oppure parlando di papà maresciallo del “Mantova” alla caserma Cavarzerani. E poi gli altri, le ragazze e i ragazzi dei condomini, Greta la bella, la corsa in Lambretta e il volo nell’erba con l’afrore della giovinezza nelle mani di Ezio. Come descrivi bene il climax (eeeh l’eredità di piazza I Maggio!) ascendente e quello discendente dell’emozione…

Continua a leggere