Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

garbatissimi miei ospiti de “Gravo”

…per i non conoscitori, intendesi di “Grado”. Ospite dell’antica Isola del Sol, questa istàe ho avuto la fortuna di incontrar garbati ospiti, che non dimenticherò. L’onore che rendo qui è alla poesia culta e popolar del Pigo, alla storia  particular di Bruno e all’intuizione intelligente di Benito. E questo onore rappresento con la stessa poesia che riscrivo senza tradusiòn: due liriche del Pigo, tratte dall’antologia curata da lui stesso “Despùo le caligàe“, edita dalla Associazione “Graisani de Palù”, Grado 2012 (pp. 132 e…

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Le campane di San Martino

La bici mi stava riportando a casa, quando uno scampanio festoso, all’altezza del borgo di San Martino, mi è penetrato nell’anima. Lo scampanio tipico delle grandi feste religiose, o dei “perdoni” di paese, legati ad antichi voti di ringraziamento alla Madonna o a qualche santo per grazie ricevute, durante epidemie di peste o le frequenti alluvioni del grande fiume, in friulano si dice “scampanotà”, e richiede una particolare abilità da parte dei campanari: infatti, dopo aver lanciato a distesa la campana grande,…

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vent’anni fa

…non c’era l’obbligo del casco e il Portet d’Aspet sui Pirenei era in pieno sole. Il Tour de France, luogo del mio spirito vi passava, scollinando prima Aubisque e Tourmalet, nomi di tormento. Lì, cadendo, se ne andava un ragazzo bello, un giovane favoloso, Fabio Casartelli. Lui scendeva veloce dal passo infuocato della montagna, già presago del ritorno a casa a rivedere il suo bambino. La curva maledetta e la scivolata e lo spigolo, e la fine raggrumato il corpo magro…

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Il mio giro

Il primo è stato quello di Adorni nel 1965, e poi tutti gli altri, fino a quello che finora sta vincendo Contador. Di quelli precedenti ho sentito i racconti di mio padre, letto le cronache, visto i filmati, fino ai tempi di Girardengo. Per me il giro è maggio, è il profumo dei tigli della piazza grande di Rivignano, è il Rosario e le ragazzine che fiorivano, e crescevano come me che avevo tredici anni. La tappa finiva anche…

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Il vento di Samatorça

Ricordo il vento di Samatorça. Soffiava non si sa bene da dove nel piccolo cimitero, dove è sepolto nella terra Ladi Rebula, con una croce di legno e qualche fiore. Il muretto circostante è basso e lascia intravedere il bosco, nascondimento per animali e transito del vento. Tra i rami degli alberi si attorciglia e si divincola il vento, come spirito delle anime salve lì seppellite, con varia pietà, con diversa memoria. Ricordo il vento di Samatorça. E poi…

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Il testamento del capitano

A pochi giorni dal centenario dall’entrata in guerra dell’Italia contro gli Imperi centrali, rammemorare il più nobile tra i canti degli alpini ci aiuta a pensare. Pensare che cent’anni fa qui da noi si sono ammazzati contadini e operai, artigiani e insegnanti in divisa di patrie diverse e confinanti. Nella mia terra il ricordo è vivissimo nei racconti e quasi nei genomi naturali che ci costituiscono. Il canto deriva dal canto funebre cinquecentesco Il testamento spirituale del Marchese di Saluzzo, così…

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Caro fumatore…

… ma sol nel senso del convenevole/ a te mi volgo con sentimento/ contando un po’ sulla resipiscenza/ che alberga muta in ogni esperienza./ Anche se soffri di sado-masochismo/ spera di potere un giorno capire/ che il piacer atteso dai tuoi gangli interiori/ t’inganna ognora come un miraggio./ Tu pensi d’essere libero e vitale,/ ma il governo è in mano alla tua biologia/ ai nessi oscuri dell’elettrochimica/ che determinano la falsa nozione che vivi… (oltre alla puzza che crei…

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Oltre

Da un po’ di tempo sto forse un po’ troppo biologizzando con lo “scimmione nudo” non è che sia diventato all’improvviso positivista materialista biologista riesco ancora a sillogizzar e poetar versi e ascoltar musica come questo meriggio d’invernal limpieza la Marcia funebre per il fratello Maurer di Wolfi Amadè e il Preludio all’Atto terzo del Lohengrin di violini e corni con un climax e il suo contrario fino al nulla del silenzio ch’è ben altro e oltre e poi dal Live Sultans of…

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bimba, 3 aprile 1999…

Nemmeno quattrenne allora, la mia Bea, e così scrivevo per lei: “Aveva scelto un altro mare/ dove crescevano i cavalli rosa,/ aveva scelto un’altra collina/ dove nascevano le acacie bianche,/ aveva scelto il deserto giallo/ dove crescevano le dune al vento,/ aveva scelto una bimba bella/ con gli occhi scuri d’un bel sorriso.” E intanto chiedeva di ascoltare i Beatles, Mozart e i Litfiba! Nasceva lì, in lei piccolissima, la sua natura musicante. Ora veleggia oltre i diciannove, la ragazza ……

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l’odore del tempo

Caro lettor agostano e gentile lettrice, sentire come un’eco lontana  di tua sorella che dice, annusando un golfino della mamma “Ce bon odôr di mame“. Oppure ancora il racconto di un tempo lontano e favoloso, vissuto sulle montagne del confine, la mamma e il papà andati via troppo presto, e la nonna onnipresente, vicaria, potente. Ecco son passati gli anni in quella casa, silente come il tempo che non esiste, i passi della nonna risuonano nella mente come in un…

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