Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

La Natura è…

…cattiva in quanto “prigioniera” del proprio determinismo, mentre invece l’uomo può essere cattivo se non riesce nella sua libertà relativa ad allargare lo sguardo all’altro-come-se-stesso.  Ognuno di noi ha un debito di gratitudine, che non riuscirà mai a pagare al Deus sive Natura (scrivo così per gli “spinoziani”), accorgendosi di essere a questo mondo. Il vento racconta il suo canto mentre camminiamo o corriamo, intercalando il suo vibrare ai mille fruscii delle piante. Silenzii fondi stemperano malinconia e solitudine.

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Fiorenzo, saluta Fausto, Gino e Marco (e Pietro)

Caro Fiorenzo, salutami Fausto e Gino, e  anche Pietro che mi raccontava di te quando ero bambino, di te, il “terzo uomo”. Quel Tour de France quando ti ritirasti in maglia gialla perché avevano aggredito Bartali verso il Col d’Aspin sui Pirenei, era tuo. E il Mondiale quando Ferdi Kubler, lo svizzero, che aveva il naso più lungo del tuo, e ti battè proprio di un naso? E le strade sterrate che preferivi, come quando ti involasti con Fausto, era il…

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Sono rare le parole che valgono più del silenzio

…ha scritto Henri de Montherlant, ricordato da Francesc Torralba Roselló nel suo Volti del silenzio (ed. Qiqaion, Bose 2012), mentre Emily Dickinson cantava così: “C’è una solitudine nello spazio,/ una solitudine del mare,/ una solitudine della morte,/ ma queste non sarebbero che una folla/ comparata a quel luogo profondo,/ quella polare segretezza,/ di un’anima ammessa al proprio cospetto./ Finita infinità.” E io, sommessamente: “Aspri e ventosi giorni/ e solitudine,/ strade deserte di paese,/ il cuore è in pena/ per…

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La Figlia del Tenente

Ogni figlia è eternamente lì vicino, la figlia del tenente e la figlia mia… oggi, ma così scrivevo in tempi lontani: “E’ un remoto saluto dell’autunno/ prossimo/il vento qui levatosi all’alba/ come uno struggimento di stagione,/ cuore mio risoluto/ ora ascolti il pulsare/ come un trotto di cavallo/ sul selciato,/della vita interna dei corpi/ e de l’amore/ verità dell’anima aperta/ e muta/ verità del sentire incontrastabile/ come il primissimo istante.” da La cerchia delle montagne, Arti Grafiche Friulane, Tavagnacco (Ud) 2a Ed.

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Io sono uno che comincia

…e mi piace l’inizio, mi piace intraprendere il cammino, la strada o il viottolo in salita o quello dallo sfondo incerto, mi piace dove sorge il sole dove scorre l’acqua sorgiva, mi piace il muoversi delle prime molecole della vita. Il mio tempo è sempre quello dell’inizio, perché odio restare tra colonne immobili, odio i riflessi dorati e gli specchi che moltiplicano infinitamente la staticità. Io sono uno che comincia ogni giorno stupito di essere lì a cominciare, a…

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Distesa estate…

…stagione dei densi climi/ dei grandi mattini/ dell’albe senza rumore… così inizia una lirica di Cardarelli dei tempi di Solaria, anni ’20 del secolo scorso. Così scorre la mia “Feria d’agosto“, e questa è una citazione pavesiana, antiche giovenili letture di tardo adolescenti, tentativi di gioventù. Chi mi bazzica attorno sfugge in ricerca di “Altre emozioni” (l’ultimo Sergio Endrigo di Canzoni di Confine). Bea qua e là che “ama la libertà” (Patty Pravo, 1968), di musica adusa e confusa,…

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Il Silenzio

Ho bisogno di silenzio  Ho bisogno di silenzio come te che leggi col pensiero non ad alta voce il suono della mia stessa voce adesso sarebbe rumore non parole ma solo rumore fastidioso che mi distrae dal pensare. Ho bisogno di silenzio esco e per strada le solite persone che conoscono la mia parlantina disorientate dal mio rapido buongiorno chissà, forse pensano che ho fretta. Invece ho solo bisogno di…

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…d’alti Eldoradi malchiuse porte…

  Corno inglese   Il vento che stasera suona attento – ricorda un forte scotere di lame – gli strumenti dei fitti alberi e spazza l’orizzonte di rame dove strisce di luce si protendono come aquiloni al cielo che rimbomba (Nuvole in viaggio, chiari reami di lassù! D’alti Eldoradi malchiuse porte!) e il mare che scaglia a scaglia, livido,…

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Forse un mattino andando…

…in un’aria di vetro, arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo; il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco.   Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto alberi case colli per l’inganno consueto. Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.   (E. Montale, Ossi di seppia. Tutte le poesie, Lo specchio – A. Mondadori Editore, Milano 1977, p. 61) … o forse…

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…da ben oltre il Mare Oceano

arrivano le note di Ludovico Einaudi, le terzine arpeggiate scandite dal pedale che arrotonda il suono, lo fa profondo fino al suo scomparire. Il pianoforte canta Lady Labyrinth come in cerca di una diafana creatura sfuggente per brughiere incantate … ma il passo  si avvicina e … si allontana, mentre il cielo si fa Indaco nella sera che viene e la musica delle acque si spegne nella lontananza. In ogni nostra vita vi è una stella del mattino e…

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