Caro lettor domenicale, la gioia non è la felicità, come ho qui già scritto. Lo proviamo ogni dì che passa. E’ il semplice gaudium latino, non la felicitas, falsamente duratura, se non fecondata (felicitas-fe) dall’impegno e dalla fatica quotidiana. Ho scritto altrove che la gioia può anche contenere o essere contenuta dal dolore. Il miglioramento di una situazione di salute precaria genera gioia, fa sorridere: sta capitando proprio anche a me che mi son preso un’infreddatura con mal di schiena inusitato,…
meditazione
Come un grazie all’Incondizionato e a chi mi ha voluto e mi vuol bene, conoscendomi, qualcosa della mia vita
Caro lettore, alcuni narrano di essere stati spinti dagli amici a scrivere una biografia, facendomi morire dal ridere. Solitamente si tratta di falsi modesti matricolati, presenti in ogni dove, tra i laici e i chierici, ché la superbia vera monta là dove te l’aspetti e anche dove non penseresti mai albergasse. Accade. E allora io ho deciso di scrivere qualcosa di me come in un pezzo di Wikipedia privata (anzi qualcuno sta preparando un pezzo su di me per…
L’io e il mondo, il tempo e la memoria
Come siamo fatti bene, come funziona bene il nostro cervello! Stavo pensando che se dovessimo ricordare più o meno in contemporanea tutti i dolori, le sofferenze, le mancanze della nostra vita, non reggeremmo, forse. Invece, lui seleziona, colleziona, “dimentica”, ricorda, memorizza, anestetizza, amnesizza e riporta in mente, e fa tutto questo nel tempo che percepiamo scorrere, più o meno velocemente (cf. Agostino, Bergson, Einstein). Questo “lui” è un “io”, il nostro-io, bio-macchina che presuppone, contiene, pone la sua stessa coscienza…
“Equilibrio” è il nome della felicità
L’abusato termine “felicità” deriva dall’etimo sanscrito “fe”, che ha significato di fecondità. In greco si dice makarìa, con un significato più simile a “gioia”, parola molto apprezzata da Joseph Ratzinger, e non banalmente. Il latino ne ha recepito l’etimologia indoeuropea con “felicitas”. Nell’accezione comune, derivante dalla cultura filmico-televisiva delle telenovelas, aggiornamento contemporaneo dei romanzi d’appendice di fine ‘800, la felicità sembra essere il fine auspicabile e raggiungibile di uno stato di vita. Non è così, perché ciò è pura illusione. Non…
Il riccio e la pantegana
Caro mio lettor di fine settimana o, come si dice oggi, del week end (che pena questo ennesimo anglicismo!), ero seduto a fine giornata ai margini del parco, stasera, con i miei pensieri in chiaroscuro, più scuri che chiari. A chi mi chiedeva al telefono che cosa stessi facendo ho risposto: “Sono seduto su un vecchio pneumatico ai margini del Parco delle Risorgive, e aspetto che compaia dalla macchia un riccio, o almeno una pantegana, per conversare un poco“.
Grazia, gratuità e gratitudine
In questo saggio tratterò sia della grazia secondo le dottrine teologiche, sia secondo le dottrine poltiche e giuridiche, sia della gratuità, sia della gratitudine. Premessa In teologia esiste il trattato classico “De Gratia“, sulla “grazia”, che varrebbe la pena leggere, se non studiare a fondo. Storicamente nella cultura del diritto occidentale, il potere di grazia appartiene al sovrano (cf. stele di Hammurabi, XIX sec. a. C., specie per quanto riguarda la remissione dei debiti). Anche nel Codice biblico…
La sostenibile precarietà del vivere?
Venuti al mondo, e “nati a fatica“, come scrive Giacomo Leopardi nel Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, siamo qua, inermi e abbandonati alla vita, “gettati“, secondo Heidegger, “condannati a essere liberi“, a parere di J.-P. Sartre. Incapaci di stare in piedi fino a un anno di età, precari per vent’anni e, oramai, oltre, perché bisognosi di essere sostenuti per poterci -a nostra volta- sostenere autonomamente. Eccoci: ecce homines, scriverebbe l’euangelista. Riina e Borsellino, Bill Gates e un…
L’insostenibile leggerezza dell’essere?
Sopra riporto il titolo del famoso romanzo di Milan Kundera al modo interrogativo… perché? Forse perché la forma interrogativa si pone necessariamente se si passa dalla dimensione esistenziale dell’essere a quella metafisica. Infatti, l’essere come struttura portante dell’esistere è altro rispetto all’essere sostanziale di ciò-che-è, cioè dell’ente in quanto ente, l’essere in-comune. Faccio un esempio tratto da poesia suprema: in chiusura del Paradiso (vr. 115, 33o canto) Dante canta così “Ne la profonda e chiara sussistenza (…), riferendosi all’apparire della…
Le Vie dei Silenzi e Charlie Gard
Conosco l’Alta via dei Silenzi che attraversa le Alpi Carniche, dal Peralba al Lastroni ai Laghi d’Olbe, dal passo Elbel a Mimoias, dal Tudaio al Col Nudo e fino alla Cima Manera. Ne ho percorso parti nel tempo e ci tornerò. Vi sono ovunque “vie dei silenzi”, che tagliano campi e strade, percorrono i fondovalle e raggiungono gioghi e creste montane. Anche la mia vita è una via dei silenzi, quante corse, quante escursioni in solitudine, quanti viaggi in auto,…
Consapevolezza e rallentamento
Non si può fare tutto. E poi che cosa è questo “tutto”? Ovviamente sotto il profilo umano è solo una “parte” delle infinite (indefinibili, non definite) cose che si possono fare in “una” vita. “Una vita”. E dunque si deve scegliere, limitando le cose da fare nel tempo, fisico, che è incomprimibile. C’è chi accelera l’eloquio per timore di non dire “tutto-quello-che-ha-da-dire” nel tempo che ritiene gli sia concesso, e stanca con la sua velocità gli astanti; c’è chi…