« Da sempre – scrive Jaspers- i filosofi tra loro contemporanei si incontrano in alta montagna, sopra un vasto altopiano roccioso. Da lassù lo sguardo spazia sulle montagne nevose e ancora più in basso sulle valli abitate dagli uomini e sull’orizzonte lontano e in ogni dove sotto il cielo. Là, il sole e le stelle sono più lucenti che in qualsiasi altra parte. E l’aria è talmente pura che dissolve ogni opacità, talmente fredda che non lascia levarsi alcun fumo,…
meditazione
La “tardanza”, ut sensus sempiterni actique temporis
Il termine dantesco (muovi novella mia non far tardanza) è ormai un neologismo, e non mio, e mi incanta. E’ nella lettera di una persona che curo, in ristretti orizzonti, che ha scritto a Bea, in ritardo, ritardissimo, come risposta, ma ha scritto. Negli anni ho proposto alcuni neologismi che qui non ripeto, ma che hanno preso piede sul web, ma questo è bellissimo, anche se è aulico sembrando un neologismo. La tardanza. Suona come quasi dimenticanza, eppure è solo il nome…
Il senso del tempo
Il tempo fisico e il tempo interiore, il tempo occidentale e il tempo orientale, il tempo del lavoro e il tempo del riposo, il tempo dei carcerati e il tempo di fuori, il tempo lineare e il tempo ciclico, cioè quello delle stagioni, il tempo del sacro e il tempo del profano, il tempo della camminata in salita e il tempo della maratona, il tempo della salute e il tempo della malattia, il tempo dei giovani e quello di chi ha…
E la vita continua sai che continua e gioca con noi
IN MUART DAL FRADI Gòtin i cops/ Su la rudìne,/ Plòe di dicembre./ Sgrignôli claps davòur di ì,/ Chiâf bas, cidìne:/ Vot di chel mês tàncj àis fa/ Si soteràve il prin./ Il timp,/ Cul frêt e cu L’estât al passe. Friul.: in morte del fratello; la lirica è in lingua friulana nella parlata rivignanese Trad. dal friulano: gocciano i coppi/ sulla ghiaia/pioggia decembrina//sgrano i sassi/dietro a lei/testa bassa zitta//otto di quel mese/tanti anni fa/si seppelliva il primo//il tempo/col…
La sofferenza umana è plausibile o assurda?
Per un razionalista materialista il problema della sofferenza umana è presto risolto: siccome in natura tutto cambia, tutto si combina e si scombina e, quando tocca all’uomo che ha un bell’impianto nocicettivo, cioè capace di sentire il dolore, le cose non cambiano. Il dolore naturale ci sta, è presente, dal parto alla morte, passando per malattie e incidenti, per infortuni e aggressioni, per omicidi e guerre, per attentati e crudeltà di ogni genere. Per un realista che crede a…
non corsa, ma viaggio
Oramai primavera è nell’aria. Compleanno della nonna Catine, la mamma di Gigia, mia madre, andata via a ottantacinque anni nell”80. Da un angolo della finestra le verdargentee foglie dell’ulivo vibrano quasi, al soffio di un lieve vento dell’est. Ancora una volta la stagione si rinnova, e tornano gli odori della terra smossa, dell’erba bagnata da un piovasco, e i voli di uccelli mattutini. Tra poco sarò per strada in compagnia del fruscio noto delle ruote e dell’ingranaggio cambio-pedaliera. Vento contrario…
L’orizzonte del mondo, l’orizzonte del senso
Caro lettor del sabato, geograficamente l’orizzonte non ha essenza reale in sé, perché è la linea “apparente” che separa la terra dal cielo, ed è relativa alla posizione dell’osservatore. Ad esempio, se uno ha gli occhi a un metro e ottanta da terra lo vedrà, in assenza di ostacoli, a circa cinque chilometri; se uno si trova su una collina di cento metri che dà sulla pianura, lo coglierà a circa trenta chilometri; l’ultima volta -la scorsa estate- che mi son trovato…
in vinculis
Una dopo l’altra le porte blindate si chiudono dietro a me, tre, quattro, cinque… e forse basta. Avevo atteso mezz’ora all’entrata perché il computer non partiva, e senza la conferma registrata della mia visita, non potevo entrare. Espletate tutte le formalità: deposito di tutti gli oggetti in stipetto chiuso a chiave (l’unico oggetto concessomi di tenere con me), compreso la catenina con il crocifisso, e “subìta” la perquisizione corporale, sono entrato. Ecco il parlatorio. Sul muro un a-fresco, anzi un…
both sides of story
Caro lettor d’inizio settimana, abbiamo bisogno di sentire sempre tutti e due i lati della storia, canta Phil Collins con il suo timbro tagliente, nel senso di non accontentarsi mai della prima versione del racconto, o delle semplificazioni banalizzanti. Le cose sono sempre più complesse, o almeno più complicate di quello che sembrano (Cf. De Toni e Comello, Prede o ragni, UTET 2004). Se sono anche solo complicate meritano di essere spiegate, come si spiega un lenzuolo ripiegato, ma se…
Il sogno come metafora dell’aldilà
La tradizione semitica ebraico-giudaica supponeva come aldilà, cioè un oltre-vita, l’esistenza dello sheol, luogo umbratile e solitario, e solo nel secondo libro dei Maccabei vi è un cenno fuggevole a una sorta di “vita eterna” post mortem; la tradizione cristiana e soprattutto quella islamica hanno dato configurazione all’aldilà come luogo di pace e serenità, o addirittura di delizie, il p-a-r-d-e-s, da cui paradiso, oppure l’inferno, nozione-luogo di tormenti eterni, ovvero di solitudine infinita dell’anima per l’assenza di Dio, come spiegato recentemente da papa Ratzinger.