Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Karl Jaspers vs. Martin Heidegger, in excelsis philosophia perennis!

« Da sempre – scrive Jaspers- i filosofi tra loro contemporanei si incontrano in alta montagna, sopra un vasto altopiano roccioso. Da lassù lo sguardo spazia sulle montagne nevose e ancora più in basso sulle valli abitate dagli uomini e sull’orizzonte lontano e in ogni dove sotto il cielo. Là, il sole e le stelle sono più lucenti che in qualsiasi altra parte. E l’aria è talmente pura che dissolve ogni opacità, talmente fredda che non lascia levarsi alcun fumo,…

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La “tardanza”, ut sensus sempiterni actique temporis

Il termine dantesco (muovi novella mia non far tardanza) è ormai un neologismo, e non mio, e mi incanta. E’ nella lettera di una persona che curo, in ristretti orizzonti, che ha scritto a Bea, in ritardo, ritardissimo, come risposta, ma ha scritto. Negli anni ho proposto alcuni neologismi che qui non ripeto, ma che hanno preso piede sul web, ma questo è bellissimo, anche se è aulico sembrando un neologismo. La tardanza. Suona come quasi dimenticanza, eppure è solo il nome…

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Il senso del tempo

Il tempo fisico e il tempo interiore, il tempo occidentale e il tempo orientale, il tempo del lavoro e il tempo del riposo, il tempo dei carcerati e il tempo di fuori, il tempo lineare e  il tempo ciclico, cioè quello delle stagioni, il tempo del sacro e il tempo del profano, il tempo della camminata in salita e il tempo della maratona, il tempo della salute e il tempo della malattia, il tempo dei giovani e quello di chi ha…

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E la vita continua sai che continua e gioca con noi

IN MUART DAL FRADI Gòtin i cops/ Su la rudìne,/ Plòe di dicembre./ Sgrignôli claps davòur di ì,/ Chiâf bas, cidìne:/ Vot di chel mês tàncj àis fa/ Si soteràve il prin./ Il timp,/ Cul frêt e cu L’estât al passe. Friul.: in morte del fratello; la lirica è in lingua friulana nella parlata rivignanese  Trad. dal friulano: gocciano i coppi/ sulla ghiaia/pioggia decembrina//sgrano i sassi/dietro a lei/testa bassa zitta//otto di quel mese/tanti anni fa/si seppelliva il primo//il tempo/col…

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La sofferenza umana è plausibile o assurda?

Per un razionalista materialista il problema della sofferenza umana è presto risolto: siccome in natura tutto cambia, tutto si combina e si scombina e, quando tocca all’uomo che ha un bell’impianto nocicettivo, cioè capace di sentire il dolore, le cose non cambiano. Il dolore naturale ci sta, è presente, dal parto alla morte, passando per malattie e incidenti, per infortuni e aggressioni, per omicidi e guerre, per attentati e crudeltà di ogni genere. Per un realista che crede a…

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non corsa, ma viaggio

Oramai primavera è nell’aria. Compleanno della nonna Catine, la mamma di Gigia, mia madre, andata via a ottantacinque anni nell”80. Da un angolo della finestra le verdargentee foglie dell’ulivo vibrano quasi, al soffio di un lieve vento dell’est. Ancora una volta la stagione si rinnova, e tornano gli odori della terra smossa, dell’erba bagnata da un piovasco, e i voli di uccelli mattutini. Tra poco sarò per strada in compagnia del fruscio noto delle ruote e dell’ingranaggio cambio-pedaliera. Vento contrario…

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L’orizzonte del mondo, l’orizzonte del senso

Caro lettor del sabato, geograficamente l’orizzonte non ha essenza reale in sé, perché è la linea “apparente” che separa la terra dal cielo, ed è relativa alla posizione dell’osservatore. Ad esempio, se uno ha gli occhi a un metro e ottanta da terra lo vedrà, in assenza di ostacoli, a circa cinque chilometri;  se uno si trova su una collina di cento metri che dà sulla pianura, lo coglierà a circa trenta chilometri; l’ultima volta -la scorsa estate- che mi son trovato…

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in vinculis

Una dopo l’altra le porte blindate si chiudono dietro a me, tre, quattro, cinque… e forse basta. Avevo atteso mezz’ora all’entrata perché il computer non partiva, e senza la conferma registrata della mia visita, non potevo entrare. Espletate tutte le formalità: deposito di tutti gli oggetti in stipetto chiuso a chiave (l’unico oggetto concessomi di tenere con me), compreso la catenina con il crocifisso, e “subìta” la perquisizione corporale, sono entrato. Ecco il parlatorio. Sul muro un a-fresco, anzi un…

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both sides of story

Caro lettor d’inizio settimana, abbiamo bisogno di sentire sempre tutti e due i lati della storia, canta Phil Collins con il suo timbro tagliente, nel senso di non accontentarsi mai della prima versione del racconto, o delle semplificazioni banalizzanti. Le cose sono sempre più complesse, o almeno più complicate di quello che sembrano (Cf. De Toni e Comello, Prede o ragni, UTET 2004). Se sono anche solo complicate meritano di essere spiegate, come si spiega un lenzuolo ripiegato, ma se…

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Il sogno come metafora dell’aldilà

La tradizione semitica ebraico-giudaica supponeva come aldilà, cioè un oltre-vita, l’esistenza dello sheol, luogo umbratile e solitario, e solo nel secondo libro dei Maccabei vi è un cenno fuggevole a una sorta di “vita eterna” post mortem; la tradizione cristiana e soprattutto quella islamica hanno dato configurazione all’aldilà come luogo di pace e serenità, o addirittura di delizie, il p-a-r-d-e-s, da cui paradiso, oppure l’inferno, nozione-luogo di tormenti eterni, ovvero di solitudine infinita dell’anima per  l’assenza di Dio, come spiegato recentemente da papa Ratzinger.

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