Caro Lettor di piena estate, ier mi portava in un local taberna de la cittade furlana. Eromi seduto in attesa dell’oste voglioso d’un gelato ai gusti lattei, come nocciola. Presa in man la “rosea gazzetta” per veder le imprese dei nostri pedalatori in terra di Francia, m’accingeva a piacevol lettura de li scrivani specialmente versati a narrar d’epiche imprese in contrade lontane e talora inimiche, ché la terra dei Franchi occidentali in tempi alterni è. Or dunque leggeva delle…
meditazione
Il capo pauroso
Caro lettore estivo nel silenzio, camminando pedalando stamani, per i paesi persi nella Destra Tagliamento, Volesòn, Dàrzin, San Martin e Domanins, par furlan, si parlava con l’antico amico Mario McPipett. Si parlava guardando ascoltando il paesaggio. Verde intenso tra i paesini e nella campagna. I discorsi vari intervallati dal silenzio. Tra questi, una riflessione sul “capo“, sulla leadership, sulla psicologia di chi conduce per ruolo e affidamento di responsabilità. Condividiamo la metafisica della persona che distingue con rigore la…
la rabbia e il dolore
C’è un fiore di campo ch’è nato in miniera per soli pochi giorni lo stettero a guardar di un pianto suo dolce sfiorì in una sera a nulla le nere mani valsero a salvar. Sfiorisci bel fiore sfiorisci amore mio che a morir d’amore c’è tempo lo sai. Cantavano anni fa Enzo e Francesco. Ora la…
ingordigia e sobrietà
Mio caro lettore, il termine ingordigia di solito rinvia al comportamento di chi non ha mai abbastanza di cibo, al vizio capitale della gola, quindi. In realtà, il concetto di ingordigia è più significativo nella sua accezione metaforica, concernente un mai sopito e insaziabile desiderio di accumulare sempre di più, beni, ricchezze, proprietà, soprattutto nella forma del denaro. Suoi sinonimi o paronimi, se di cibo: voracità, insaziabilità, famelicità, ghiottoneria, golosità; se di denaro: brama, bramosia, cupidigia, avidità. L’ingordigia, se…
eroi e altri esseri umani
Ciro Esposito è morto. A Scampia si sono raccolti attorno al suo feretro migliaia di persone. Hanno parlato la fidanzata e la madre implorando contro ogni violenza legata allo sport. Qualcuno ha definito Ciro “eroe“, ma c’è un equivoco. Ciro non è un eroe, ma una vittima. Forse anche di se stesso, non solo del delinquente decerebrato che gli ha sparato. Eroi sono persone come Salvo D’Aquisto o il padre Maximilian Kolbe. Il primo fucilato dai tedeschi in luogo…
tempus valet/ volat/ velat
All’imbocco della Val di Resia vi è un campaniletto e una chiesa, costruiti dopo il terremoto, bruttini, come se progettati da un geometra distratto. Sulla piccola torre un detto latino: tempus valet/ volat/ velat: il tempo ha valore, fugge e nasconde. Il tempo come luogo e spazio dove viviamo e sta il mondo ha il valore che gli dà ciascuno di noi, niente di più; che poi anche “voli” appartiene alla sensazione soggettiva, nel kairòs, tempo opportuno dell’interiorità. Mi chiedo…
senti l’estate che torna
Caro papà, …eri tu che uscivi stamani dal sentiero di ripa del fiume Torsa, bicicletta a mano e retino da pesca, quello che usavi per le anguille? Eri tu? Stivali sotto il ginocchio per poter mettere i piedi in acqua e camicia a quadri, cappelluccio stretto, sguardo silente. Eri tu. Io venivo dal Borgo rurale di Rivalta di cui mi avevi parlato, quattro edifici ancora robusti circondati da alberi di susino e di fico. Perfino un melo selvatico lungo…
le voci del sabato
Caro lettor del sabato, come diceva il Maestro “(…) Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato” (Marco 2, 27). Pertanto anche questo sabato è per l’uomo, per me che scrivo e leggo, per te che leggi e scrivi, anche se non ti conosco. Non so che scrivi, che pensi, che dici, che voce hai, che volto, dove abiti e dove cammini. Io lo racconto qui talora. Oggi mi son liberato del lavoro: camminerò…
Oltre il limite o dentro?
Caro lettor del primo meriggio. Carlo Lissi ha ucciso a coltellate la moglie e i due figlioletti, perché aveva una passione per un’altra donna, ha detto. A Motta Visconti, nei dintorni di Milano è accaduto un fatto che mette in questione molti convincimenti radicati nel comune sentire. Un uomo giovane, professionista informatico, sposato con una donna economicamente autonoma, bella casa, due figli, li ammazza e poi va da amici a vedere la partita dell’Italia. Torna a casa, chiama i…
il caffé sospeso
…gentile l’avventor che lascia a sconosciuti il caffè sospeso. Un’abitudine napoletana, che dice amabilmente di questa antica e bellissima cittade. Uno ordina un caffè e ne lascia uno pagato, per uno sconosciuto, che entrerà, non si sa quando. E’ come un amo solidale lanciato nell’immensa miriade delle circostanze. Sembra che tutto sia periglio per le strade della gran Nuova Città degli Elleni, ma non è vero: lo è per la semplificazione delle gazzette, dei titoli urlati, della faciloneria, del banal dire di molti mestieranti…