Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

eroi e altri esseri umani

Ciro Esposito è morto. A Scampia si sono raccolti attorno al suo feretro migliaia di persone. Hanno parlato la fidanzata e la madre implorando contro ogni violenza legata allo sport. Qualcuno ha definito Ciro “eroe“, ma c’è un equivoco. Ciro non è un eroe, ma una vittima. Forse anche di se stesso, non solo del delinquente decerebrato che gli ha sparato. Eroi sono persone come Salvo D’Aquisto o il padre Maximilian Kolbe. Il primo fucilato dai tedeschi in luogo…

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tempus valet/ volat/ velat

All’imbocco della Val di Resia vi è un campaniletto e una chiesa, costruiti dopo il terremoto, bruttini, come se progettati da un geometra distratto. Sulla piccola torre un detto latino: tempus valet/ volat/ velat: il tempo ha valore, fugge e nasconde. Il tempo come luogo e spazio dove viviamo e sta il mondo ha il valore che gli dà ciascuno di noi, niente di più; che poi anche “voli” appartiene alla sensazione soggettiva, nel kairòs, tempo opportuno dell’interiorità. Mi chiedo…

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senti l’estate che torna

Caro papà, …eri tu che uscivi stamani dal sentiero di ripa del fiume Torsa, bicicletta a mano e retino da pesca, quello che usavi per le anguille? Eri tu? Stivali sotto il ginocchio per poter mettere i piedi in acqua e camicia a quadri, cappelluccio stretto, sguardo silente. Eri tu. Io venivo dal Borgo rurale di Rivalta di cui mi avevi parlato, quattro edifici ancora robusti circondati da alberi di susino e di fico. Perfino un melo selvatico lungo…

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le voci del sabato

 Caro lettor del sabato, come diceva il Maestro “(…) Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato”  (Marco 2, 27). Pertanto anche questo sabato è per l’uomo, per me che scrivo e leggo, per te che leggi e scrivi, anche se non ti conosco. Non so che scrivi, che pensi, che dici, che voce hai, che volto, dove abiti e dove cammini. Io lo racconto qui talora. Oggi mi son liberato del lavoro: camminerò…

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Oltre il limite o dentro?

Caro lettor del primo meriggio. Carlo Lissi ha ucciso a coltellate la moglie e i due figlioletti, perché aveva una passione per un’altra donna, ha detto. A Motta Visconti, nei dintorni di Milano è accaduto un fatto che mette in questione molti convincimenti radicati nel comune sentire. Un uomo giovane, professionista informatico, sposato con una donna economicamente autonoma, bella casa, due figli, li ammazza e poi va da amici a vedere la partita dell’Italia. Torna a casa, chiama i…

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il caffé sospeso

…gentile l’avventor che lascia a sconosciuti il caffè sospeso. Un’abitudine napoletana, che dice amabilmente di questa antica e bellissima cittade. Uno ordina un caffè e ne lascia uno pagato, per uno sconosciuto, che entrerà, non si sa quando. E’ come un amo solidale lanciato nell’immensa miriade delle circostanze. Sembra che tutto sia periglio per le strade della gran Nuova Città degli Elleni, ma non è vero: lo è per la semplificazione delle gazzette, dei titoli urlati, della faciloneria, del banal dire di molti mestieranti…

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saluti di ieri e di oggi

…io corro e corro e corro. Per viottoli e interpoderali, con costanza e con ogni temperatura, normalmente, per accompagnare il tempo che passa, per sentire il sangue scorrere, il cuore pompare e i polmoni ansimare. Per una doccia rigenerante e un bicchiere di vino fresco leggendo il giornale, dopo, sotto una pergola in paese. Quando corro non porto le cuffie dei jogger giovani che incontro e che, anche se gli faccio strada, non mi degnano di un saluto, troppo…

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la gioia della fatica e la fatica della gioia

…il medico Gianni mi intercetta di ritorno dalle interpoderali. 7 km verso San Vidotto sotto un cielo grigio e un certo venticello, che era contrario sul rettilineo di Gorizzo. Comunque ho sentito girare il sangue e il cuore pompava bene, i polmoni pieni d’aria e dolorini nelle giunture, ma va bene. Fatica gioiosa, ossimoro agostiniano, e gioia faticosa. Gianni è andato su la Mònt di Muris con la mountain bike, leggero, tra le ghiandaie curiose del bosco ceduo. Mi chiede…

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indifferenze

…gente che cammina senza darsi pensiero, gente che passeggia e guarda distrattamente il mondo circostante forse senza vedere granché. Fossimo a Napoli, o solo a Bologna, un concerto per strada coglierebbe lo sguardo, la sosta sorpresa. Qui in Friuli no. Si va avanti imperterriti per le strade e le piazze, quasi non si sentisse nulla con i padiglioni auricolari, né alcunché colpisse la sfera emotiva. A volte brontolando anche per il suono delle campane. Come si preferisse re-stare nel…

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esser-uomo

“Figlio mio/ poeta dolcissimo/ carme caro/ non ti abbiamo perduto/ non ti perderemo mai.” L’epigrafe oggi mi coglie e mi sorprende per strada, d’un tratto, all’improvviso, Enrico a ventidue anni muore, scegliendo. Papà e mamma di Enrico hanno colto il senso, scrivendo poche parole spezzate dall’infinito-dolore e intrise di speranza. “(…) di poco inferiore agli angeli (…), canta il Salmo 8: angelo era ed è ora -del tutto- Enrico, così come sono demòni altri umani. “Un roditore è l’uomo, modifica ogni cosa.

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