Non so, caro lettore, se nella vita ti è mai capitato di incontrare, come Ulisse, un veggente Tiresia, o di veder comparire Atena sotto le spoglie di Mèntore, a me forse più volte… Scrivevo un tempo: “Tracce di Dio nell’esistenza:/ nello spazio inesauribile/ che va dall’uno al nulla/ ulissidi/ cerchiamo” (da In Transitu meo, Chiandetti editore, Udine 2004, p. 125), e “Concerti lontani di campane e acque correnti,/ e silenzi invitti tutt’intorno;/ rapidamente sfumano nella mattinata/ fredda d’un inverno primigenio,/…
neuroscienze
la presenza e l’attenzione
Essere “presenti” non è scontato, perché la presenza e l’attenzione sono un impegno psicologico e morale. Perlopiù si fa finta di stare attenti, ci si atteggia presenti, perché l’attenzione costa una fatica improba, ma se non si sta attenti gli altri se ne accorgono, perché il nostro corpo non finge come le nostre parole, che possono essere menzognere. Il corpo non mente, perché è autonomo rispetto alla nostra fragile e cagionevole volontà. La presenza e l’attenzione sono due momenti…
la terza (o la prima?) libertà
I Greci antichi avevano due termini per dire “libertà”: eleutherìa, cioè libertà di fare, di agire, e parresìa, libertà di dire. In realtà molta della loro filosofia, specialmente dopo Socrate, con Platone, Aristotele e le “scuole” stoiche, ciniche e scettiche, si è occupata del tema della libertà insieme a quello della ricerca della verità. Altrimenti si può dire che, per i Greci, conseguire la verità in qualche modo ha a che fare con la libertà umana. E’ chiaro che per loro la nozione di libertà…
tutti prima o poi muoiono e, forse, continuano a vivere
…senza eccezione. Stamani è morto Licio Gelli e ho provato un certo sollievo. Non sempre lo sforzo di comprendere la presenza del male nella vita umana e nella storia dà frutti: in qualche caso ci si consola anche con la dipartita di persone che si sa essere state particolarmente malvage, pur sapendo che tale dipartita probabilmente non riduce il tasso di male nel mondo. E ancora più spiazzante, su questo punto, diventa l’idea origeniana di apocatastasi, cioè di ricapitolazione…
venditori di fumo, lobbisti, pokeristi, mediatizzati, millantatori
Quanti ne conosco. Ieri uno di più: ero al seminario bimestrale nordestino, in quel di Mestre, di Phronesis, l’associazione dei filosofi consulenti italiani e abbiamo ospitato, visto che si trovava lì, uno degli esperti più mediatizzati del sistema televisivo italiano, uomo che affascina turbe di spettatrici e qualche spettatore (una traccia per il caro lettor gentile: baffi e maglione). Bene: chiestoci quale sia il ruolo scientifico, professionale e sociale dei consulenti filosofici, e ottenuta sobria spiegazione, non è stato più…
discrepanze ambivalenze precarietà disallineamenti verità metaforiche provvisorietà contraddizioni ambiguità coincidenza degli opposti ossimori caos
La ricerca di una verità nitida e incontrovertibile sulle cose ha sempre intrigato l’uomo, ma la ricerca è andata sempre, almeno in parte, delusa. Pezzi, barlumi, lacerti di verità hanno incontrato la riflessione umana, e a volte, come ombre, se ne sono andati: basti pensare alla visione aristotelico-tolemaica del cosmo, assioma certissimo fino all’anno milleduecento, a un certo punto è andato in frantumi, così come l’idea di un tempo assoluto ha ceduto il passo alla nozione di tempo posto…
itinerarium mentis et corporis in hominem
Luca Toni Echeggio volentieri Bonaventura da Bagnoregio, generale dei Francescani, biografo di Francesco d’Assisi e teologo originalmente agostiniano: il suo Itinerarium mentis in Deum è il tentativo di segnare una traccia spirituale verso il divino, ordinariamente inattingibile. Stante l’intento bonaventuriano che ammiro, mi sento qui di proporre brevi considerazioni su ciò che potrebbe essere il cammino umano per una sorta di progressiva autorealizzazione. Che all’uomo manchi molto di “umano”, se per umano intendiamo autoconsapevolezza, raziocinio, senso del bene altrui e…
L’ottagono di Peirce
Racconta Paolo Legrenzi sul Sole24 Ore della Domenica di oggi che Max Wertheimer nel 1923 inizia un articolo con queste parole: “Sto alla finestra e vedo una casa, gli alberi, il cielo…” Il pensatore vede tre cose e le mette in riga, discorsivamente, elencandole. Non siamo come gli angeli, noi umani abbiamo bisogno di raccontare contando, anche quando ci sembra di vedere un tutto-insieme (gestaltico). Abbiamo bisogno di mettere di seguito soggetto, predicato e complementi, e la frase principale deve…
zitto noioso/a! (perché altrimenti si offende la Boldrini)
In francese addirittura si dice con un monosillabo “chut“, ancora più secco dell’imperativo italiano. Un’onomatopea, quasi: zitto! che non ammette replica. Oscar Wilde sciabola in questo modo: “Siano benedetti quelli che non hanno niente da dire e, malgrado ciò, stanno zitti“. Eh eh. Ludovico Ariosto ne l’Orlando Furioso: “Quel che non si sa non si de’ dire“. Eh eh. Ludwig Wittgenstein: “Di ciò che non si sa si taccia“. Eh eh. Fabrizio De Andrè: “(…) quando i muti canteranno…
Freud vs. Max Weber, vel potestatis pecuniaeque libidinis
L’eros per Platone è il motore del mondo e dell’umana attività. Il grande ateniese però intende questo dàimon come un qualcosa di molto diverso dall’accezione successiva, molto più limitata. L’uomo desidera molte cose: potere, ricchezze, sesso…, e le desidera senza porsi il problema della misura, anzi. Solo nel sesso la può sentire per ragioni obiettive (eh eh), forse (o senza forse), ché di potere e denaro può enfiarsi a dismisura, senza che il soggetto si senta sazio. Freud dà molta…