I parenti del cretino 24enne di Napoli, che ha violentato un quattordicenne definito “obeso” dal branco degli imbecilli di contorno, hanno detto alla stampa che il loro ragazzo, padre di un bimbo duenne, è un bravo ragazzo e che si è trattato solo di uno scherzo… Un’accolita di cretini, questi parenti, ovviamente non nel senso medico-psichiatrico del termine. Ci si chiede che cos’abbia nel cervello un soggetto umano come Vincenzo Iacolare, il violentatore. Mi piacerebbe guardarlo in faccia, non dubitando di avere qualche…
neuroscienze
il valore creativo della parola
Caro lettor del mattino, altre volte qui ho parlato del Lògos greco o del Verbum. La Parola. Un termine che nella filosofia greca, fin da Anassagora, ha assunto un’importanza centrale come entità creatrice, e nella Scrittura cristiana fondativa (vangelo di Giovanni) come figura del Figlio, il Verbo. In Genesi 1 troviamo il “bereshit barà (da dabar, parola) elohìm“, cioè in principio Dio creò. Il “dire di Dio” è dunque parola creatrice. Dire è creare. Dire è dare alla luce non…
la triste ballata dei cretini
È una categoria antropologica che esula dal novero di coloro che sono affetti dall’antica malattia studiata dagli archiatri ottocenteschi, e non c’entra con il cretinismo. E’ un’affezione dell’anima. Vediamo un po’: il principe dei cretini di questi giorni, che fa a gara con il suo delfino di cui parlerò tra un attimo, è Giovanni Paciello da Silla di Sassano (Caserta). Questo cretino, folleggiando con la sua Bmw nera comprata a rate ha ucciso suo fratello e altri tre ragazzi, perché…
Le parole e le cose
Fin da bambini siamo stati abituati a dare i nomi alle cose, per cui le parole che denominano una cosa rinviano solitamente all’immagine che abbiamo della cosa: se io dico “anatra” normalmente sono in grado di pensare al simpatico palmipede. Perciò, si è più o meno sempre ritenuto che le funzioni cerebrali preposte all’aggancio dei nomi delle cose alle cose stesse fossero un processo unitario. Dalla storia del linguaggio sappiamo che l’uomo è nel tempo riuscito a dare i nomi alle…
temperamento, carattere, personalità e comportamento
I pensatori antichi rappresentavano il carattere umano come un insieme di forze spirituali che dovevano essere governate dalla ragione. Platone proponeva l’immagine del cocchio trainato da due cavalli, uno di impeto e l’altro di desiderio (ira e concupiscenza), ma guidato dalla ragione stessa. La psicologia aristotelica immagina una suddivisione più raffinata tra le varie energie che muovono l’essere umano, e così anche Agostino e Tommaso. Dopo la rivoluzione filosofica e scientifica dei XVI/XVII secoli, il tema passò di mano…
Il valore della vita umana
Per parlare di questo argomento, dovremmo partire da lontano: dal valore della vita, e quindi della natura e del mondo universalmente conosciuto. Non possiamo farlo, ma possiamo riconoscere un percorso lungo e complesso che ha portato l’uomo a dare un valore speciale agli organismi viventi, agli animali e, in modo diverso, a quell’animale autocosciente che è l’uomo stesso. I Libri delle grandi tradizioni religiose e filosofiche, sia orientali, sia occidentali, hanno raffigurato l’essere umano come vertice del “creato” o del mondo. Progressivamente…
Del vero e del falso
Sul vero e sul falso l’uomo si è interrogato da sempre (un “sempre” inteso con le pinze del buon senso e della documentazione disponibile sull’evoluzione cognitiva del primate umano). Gli scolastici (Tommaso, Bonaventura, etc.) affermavano che la scienza stessa (intesa come epistème, cioè sapere strutturato concernente tutte le realtà naturali e umane) altro non è che una “conoscenza certa (oggettivamente) ed evidente (soggettivamente) in base al suo perché proprio, adeguato e prossimo“. La verità è stata solitamente distinta dalla certezza come l’oggettivo…
Della per-malosità
Chi è il permaloso? Sono io permaloso? Se lo sono, quanto sono permaloso? Se qualcuno mi fa sentire permaloso, dimentico o conservo un sordo rancore permaloso? Se dimentico, in fondo non sono permaloso, ma se non mi passa sono permaloso. Caro lettore, tu sei permaloso? Io un poco sì, ma mi passa subito, e quindi, in fondo, non sono permaloso. Conosci qualche permaloso? Gli sei amico o esiti ad esserlo? E’ possibile essere amici di un permaloso? Domande fatte…
E’ un vizio per niente “americano”
caro lettor mio, …quello dell’invidia, classificato dai moralisti antichi e moderno come il secondo più grave dopo la superbia (il caput vitiorum, secondo Gregorio Magno), vizio studiato a fondo da San Tommaso nella Summa Theologiae (cf. II-II, q. 36, a.1, s.c.) come: “Rammarico e risentimento che si prova per la felicità, la prosperità e il benessere altrui, sia che l’interessato si consideri ingiustamente escluso da tali beni, sia che già possedendoli, ne pretenda l’esclusivo godimento (…) è il desiderio…
Quella forma leggiadra…
Cari ragazzi che forse qui indugiate, “L’inizio di un verso di John Keats m’ispira/ lenti pensamenti come nastri al vento leggiero di settembre/ dico leggiero e pur così triste/ perché porta il canto sempre più fioco di chi è andato via,/ via come un turbine silente e inconsapevole.” Scrivo di quei due ragazzi volati giù dal terrazzo a Milano, lui vent’anni e lei un anno di meno. “Se mi lasci muori con me, provando per qualche istante la tristezza infinita…