Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

…un povero attore, che s’agita e si pavoneggia per un ora sul palcoscenico e che poi scompare nel silenzio

Stamani parafraso un aforisma di Shakespeare, elidendo la frase iniziale che recita “La vita (cioè l’uomo) non è che… (vedi titolo). Forse lo spirito del bardo quel giorno era inquieto e incline al pessimismo, per scrivere una massima del genere. Non mi soffermo su questo, ma sul contenuto, che poi coincide con i primi versetti del cap. I di Qoèlet, il sapiente che scrisse l’omonimo libretto biblico: “Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re a Gerusalemme./ Vanità delle vanità,…

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L’ominizzazione e i cinque gradi dell’egoismo

Caro lettore d’una bella giornata agostana, siamo diventati quello che siamo (chi più chi meno), vale a  dire dei grandi primati intelligenti-autoconsapevoli (?) forse in qualche milione di anni, come hanno solo intuito alcuni tra i filosofi-scienziati antichi e, molto meglio detto e scritto Darwin, Lombroso (chissà?), Gould… fino a Boncinelli. Sulla nostra “ominizzazione” come processo nulla dice il Grande Libro se non riportare il Mito edenico, che comunque sim-boleggia aspetti molto importanti della vita naturale e quindi umana: il rapporto con il…

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Il capo pauroso

Caro lettore estivo nel silenzio, camminando pedalando stamani, per i paesi persi nella Destra Tagliamento, Volesòn, Dàrzin, San Martin e Domanins, par furlan, si parlava con l’antico amico Mario McPipett. Si parlava guardando ascoltando il paesaggio. Verde intenso tra i paesini e nella campagna. I discorsi vari intervallati dal silenzio. Tra questi, una riflessione sul “capo“, sulla leadership, sulla psicologia di chi conduce per ruolo e affidamento di responsabilità. Condividiamo la metafisica della persona che distingue con rigore la…

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L’adesione alla realtà, o del nostro “stare al mondo”

Adaequatio intellectus ad rem (adeguazione dell’intelletto alla cosa), adaequatio rei ad intellectum (adeguazione della cosa all’intelletto), adaequatio intellectus et rei (adeguazione dell’intelletto e della cosa). I tre modi, le tre metafisiche dell’approccio conoscitivo dell’umana ragione al mondo. La prima, quella del materialismo, per cui l’intelletto umano devesi adeguare alle cose (Democrito-Comte-Marx), la seconda, quella dell’idealismo moderno, per la quale le cose sono in quanto percepite dall’intelletto (Berkeley-Hegel), la terza, quella del realismo, là dove la realtà si concilia con…

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Oltre il limite o dentro?

Caro lettor del primo meriggio. Carlo Lissi ha ucciso a coltellate la moglie e i due figlioletti, perché aveva una passione per un’altra donna, ha detto. A Motta Visconti, nei dintorni di Milano è accaduto un fatto che mette in questione molti convincimenti radicati nel comune sentire. Un uomo giovane, professionista informatico, sposato con una donna economicamente autonoma, bella casa, due figli, li ammazza e poi va da amici a vedere la partita dell’Italia. Torna a casa, chiama i…

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L’io come cervello

…è il titolo di un libretto appena uscito da Raffaello Cortina. 308 pagine tradotte da Giambruno Guerrerio, autrice la neurofilosofa Patricia Churchland, di cui qui abbiamo già parlato. Churchland lavora da una trentina d’anni sul tema della relazione tra neuroscienze e filosofia, lamentando una ancora scarsa attenzione dell’accademia filosofica verso gli studi della fisiologia del cervello umano. Mi ci ritrovo: lungi da me il pensiero che un giorno la scienza possa mostrare che siamo delle mere bio-macchine, cioè dei viventi complicati,…

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“Non lascio l’Italia a Mineo”

Caro lettor del venerdì, non so se sei tra i più assidui di questo periodico che intasa la rete da ormai cinqu’anni, e forse sai che non mi sento affine a Renzi e viceversa, per tante ragioni: modo di fare un po’ guascone, semplificazioni espressive, metafore elementari che mi annoiano, tono a volte roboante, però… se devo confrontarlo con i suoi poco convinti adepti, minoranza o meno che siano nel PD, me lo sento più vicino. Restando Renzi uno con…

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Libero o “servo” arbitrio?

Non si riesce mai a intravedere una conclusione, una risposta ragionevolmente convincente a questa sempiterna questione: se si sia liberi di decidere delle cose che facciamo, o se si sia condizionati dalla biologia, dall’elettrochimica cerebrale, o comunque da un determinismo causale più forte di ogni ipotesi di volontarietà dell’azione (umana). Come Erasmo da Rotterdam era convinto del libero arbitrio, al contrario frate Martin Lutero riteneva che nulla liberamente potesse l’uomo su di sé e verso gli altri e la natura, ma per questo bisognasse…

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Ragioni emozionate o emozioni ragionevoli?

Un altro ossimoro agostiniano? Due? Le neuroscienze contemporanee, quando non debordano sul versante meramente biologistico, sono molto interessanti come punto di riferimento interdisciplinare per una buona antropologia. Giustamente alcuni autori rimproverano un eccesso di “spiritualismo” mutuato dalla psicologia filosofica platonico-cartesiana, che da duemila e quattrocento e da quattrocento anni quasi sta costituendo una delle due linee fondamentali del pensiero filosofico occidentale. Ma io son convinto che si tratta di “vulgate“, perché né Platone né Descartes sminuivano il ruolo fondamentale…

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la gioia della fatica e la fatica della gioia

…il medico Gianni mi intercetta di ritorno dalle interpoderali. 7 km verso San Vidotto sotto un cielo grigio e un certo venticello, che era contrario sul rettilineo di Gorizzo. Comunque ho sentito girare il sangue e il cuore pompava bene, i polmoni pieni d’aria e dolorini nelle giunture, ma va bene. Fatica gioiosa, ossimoro agostiniano, e gioia faticosa. Gianni è andato su la Mònt di Muris con la mountain bike, leggero, tra le ghiandaie curiose del bosco ceduo. Mi chiede…

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