…stagione dei densi climi/ dei grandi mattini/ dell’albe senza rumore… così inizia una lirica di Cardarelli dei tempi di Solaria, anni ’20 del secolo scorso. Così scorre la mia “Feria d’agosto“, e questa è una citazione pavesiana, antiche giovenili letture di tardo adolescenti, tentativi di gioventù. Chi mi bazzica attorno sfugge in ricerca di “Altre emozioni” (l’ultimo Sergio Endrigo di Canzoni di Confine). Bea qua e là che “ama la libertà” (Patty Pravo, 1968), di musica adusa e confusa,…
notula
Totalità e Infinito
Il titolo è quello di un libro fondamentale (Totalità e Infinito. Saggio sull’esteriorità, Jaca Book, Introduzione di S. Petrosino, di fronte e attraverso, Milano 1980-2010) di Emmanuel Lévinas, pensatore ebreo lituano di cultura francese (Kaunas 1905-Parigi 1995). Studioso del Talmud e di Heidegger, Lévinas si pone il tema della relazione tra il Soggetto che è ciascuno di noi e l’Altro rappresentato dal Volto. Il Volto è un altro-soggetto conoscente, che di per sé non può essere mai del tutto conosciuto…
In terra Rivinii
Ogni tanto torno nel paese delle acque, il mio, dove sono nato e vissuto per trent’anni: Rivignano, che trae il nome forse da un centurione romano, un veterano premiato da Cesare Augusto per i servigi resi alla Patria, lì più o meno verso il 10/15 prima di Cristo, in piena Pax Augusti, dopo la sconfitta (?) di Marco Antonio e la conquista della X Regio Venetia et Histria. Rivinius, dunque, Caius Rivinius, forse. Ero lì stamani invitato da Giancarlo a l’Aghesante,…
La sapienza di Erasmo
Geer Gertz nasce a Rotterdam il 28 ottobre 1466 (o forse 1469, allora l’anagrafe poteva errare e anche ora in certi luoghi del mondo) da un sacerdote attivo a Roma come copista. Con l’uso di ragione, e andato a scuola dai Fratelli di Vita Comune a Deventer, assume il nome latino aulico di Desiderius Erasmus. Abita prima a Hertogenbosch e successivamente a Steyn; diventa segretario del vescovo di Cambrai, Henri de Bergen e infine va a Parigi per studiare teologia.
Mundi gloria immerito victoribus transit, aeterna his qui non agniti vicerunt
Caro Roberto, supermassimo italiano: gli inglesi si sono confermati vieppiù nazionalisti e prepotenti, tali quali sono dai tempi di Elisabetta Prima, convinti di essere sempre i migliori: Joshua aveva perso e gli hanno dato la vittoria. Lascia perdere, il mondo ha visto la verità e lo scandalo. Allontanati adesso in punta di piedi, perché chi non ti vuole non ti merita: la gloria fasulla (quella del tuo avversario e della poco nobile nazione ospitante) sparisce in un lampo. …e se…
Relazione, dialogo, comunicazione
Confusione e sciatteria espressiva e terminologica caratterizzano molta parte delle relazioni intersoggettive e della comunicazione pubblica in questi ultimi decenni, sintomo e causa della superficialità delle stesse relazioni interpersonali. Un tempo si scriveva e si parlava con più cura, anche se gli analfabeti totali erano più numerosi. Oggi siamo ad analfabetismi di ritorno di vari gradi e modalità. Anche in azienda. Per questo non è peregrino proporre un processo formativo di rigorizzazione dei termini in questione nell’organizzazione aziendale e…
Lettera a Schwazer: caro Alex…
…piangendo hai ammesso di aver sbagliato, e di meritarti la giusta punizione. Hai detto parole sane e le ho sentite sincere. Che ti è successo? Era talmente tanta la paura di non vincere ancora come a Pechino, che ti sei rassicurato con l’Epo? Ma che pensieri ti sono passati per la testa? Forse il timore delle lodi mediatiche e delle speranze pompate dai giornali, che, in caso di mancata vittoria, il giorno dopo si sarebbero trasformate quasi certamente in spietate…
Mai rassegnarsi
…suggerisce Gaetano Salvemini (Molfetta 1873 – Sorrento 1957) in una lettera del 15 Giugno 1898 a C. Placci, e qui mi piace aprire una specie di dialogo a distanza, costruendo (con Gadamer) una fusione tra il mio e il suo orizzonte. R. “E dunque caro Salvemini Lei dice che non bisogna mai rassegnarsi, io condivido, ma Lei perché lo sostiene con tanta forza?” S. “Sono convinto che a questo mondo si rassegna solo chi non ha bisogno di fare…
James Holmes e…
Denver-Aurora, Colorado, U.S.A.. Un ventiquattrenne universitario quasi laureato in medicina entra in un cinema armato dove si dà l’ultimo film di Batman, vestito da Joker, e fa fuoco sugli spettatori, ne uccide dodici e e ne ferisce cinquanta e oltre. La casa dove vive è piena di esplosivo, che la polizia fatica a disinnescare. Viene catturato e ora rischia la pena di morte. Visco, Friuli, un trentaduenne compra una pistola Glock calibro 9/21, va dalla cognata che lo aspettava, la ammazza…
Dimore
…cerchiamo, noi che siamo viandanti del tempo. Forse vale la pena tornare ai pensieri antichi, quelli che dicono: ogni cosa è bene, il male è solo nella libera scelta dell’uomo, che a volte non ragiona, credendo che il proprio particulare vantaggio sia la scelta migliore, a ogni costo. Ma così non è: la cooperazione è la scelta migliore, il win-win è la scelta più saggia che permette a ciascuno di difendersi meglio. Tutto ciò che è cospirativo di qualcuno…