Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

In Liguria, alle elezioni regionali, non ha votato più nemmeno un elettore su due, cioè il 45,6%… e vinti e vincitori, ma soprattutto i “vinti”, il centro sinistra, invece di affrontare questo tema drammaticissimo per la stessa democrazia, sta indugiando su argumenta come il cosiddetto “campo largo” sì o no, et similia, etc… Un disastro

La sinistra italiana è inquinata e gravemente danneggiata da diversi anni innanzitutto e soprattutto da Giuseppe Conte, che di sinistra non è, ma è invece un uomo – di per sé – assai vanesio e politicamente incapace di stare-dentro un’alleanza, senza avere sempre la pretesa di tornare a fare il “Capo del Governo”, cui tiene in modo evidente, anche se a volte a volte nascosta dietro ambigue e noiose circonlocuzioni verbali (che esprime con un timbro di voce – a…

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a) Il politico sciagurato, i politici mediocri, i politici illusi, i politici disonesti, i politici furbacchioni, e i non pochi politici bravi, in larga misura sconosciuti; b) il bilancio biennale del governo Meloni; c) gli insulti all’Italia da parte del “Consiglio d’Europa”; d) le due guerre (in Europa Orientale e nel Vicino Oriente)

a) Salvini-è-lo-sciagurato, cioè portatore di sciagure al suo partito, all’Italia e a sé stesso. Il suo linguaggio, il suo comportamento generale, il suo portamento, il suo linguaggio spesso concettualmente sgangherato, il suo interloquire… Segue solo un esempio tra i numerosissimi con i quali ci ha, a seconda dell’ascoltatore, o deliziato, oppure offeso fino allo schifo: dopo la morte del ragazzo maliano ucciso qualche giorno fa da un poliziotto che gli ha sparato per legittima difesa mentre veniva aggredito presso la…

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I giornalisti, anzi alcuni di essi, credono di essere il quarto potere, oltre Montesquieu e il Quarto Potere (cf. il film “Citizen Kane”) di Orson Welles. Io sono per una democratica, improntata al buon senso e alla buona educazione, “perimetrazione” del loro potere, che è enorme e a volte perfino ab-norme: in altre parole devono capire che il loro ruolo non è sostitutivo della politica, ma di narrazione intellettualmente onesta di ciò-che-accade nella politica, nella società, nell’economia, nella cultura, nel mondo… Vi sono però anche giornalisti di una specie quasi eroica, gli inviati speciali, che spesso a rischio della loro vita ci raccontano le cose più terribili che accadono nel mondo, soprattutto ai confini e spesso dentro le guerre, mentre noi facciamo tranquillamente colazione affacciati su un qualsiasi meraviglioso paesaggio italiano

Quando sento un giornalista che apostrofa un ministro della Repubblica, non con un normale ed educato “Signor Ministro, vorrei chiederle…”, ma con un secco e a volte burbanzoso “Ministro, senta… oppure, ministro le ho chiesto un’altra cosa“, mi ribollono un po’ le viscere, e mi verrebbe da chiedergli “Ma tu chi sei per parlare così a un Ministro?” E non mi ribollono perché non ritenga che i media abbiano come precipuo dovere quello di far conoscere al pubblico ciò che…

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Dall’uso (un pochino) idiota dell’avversativa “piuttosto che” invece della congiunzione “e”, fino all’inutile francesismo “rimarcare” (da “remarquer”)

Noi Italiani, “padroni” talora non meritevoli di una lingua meravigliosa, e melodiosa, semanticamente profonda e varia, e colorata di mille sfumature, siamo “adusi” (che bello, no?) all’esterofilia più vieta, oppure a utilizzi abnormi, e sbagliati grammaticalmente, di termini ed espressioni italiane. Circa l’esterofilia, ci piace sempre più mutuare dall’inglese, specialmente negli ambienti economici e lavorativi, parole e termini che potrebbero tranquillamente essere mantenuti in italiano. Un esempio? Sento dire ovunque nelle aziende “flash meeting“, che potrebbe essere tranquillamente sostituito con…

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Una asimmetria inutile e, ciò che per me è ancor peggio, noiosa, quella tra Meloni e Schlein, o delle mediocrità in evidenza

Si comprendono i ruoli diversi e per certi aspetti opposti, quello di governo (Meloni) e quello di opposizione (Schlein), ma trovo inutilmente retorici, e per me molto noiosi, gli aspetti oppositivi della loro trombonesca narrazione, rispettivamente, quella di difesa della “Nazione Italiana”, laddove l’uso del lemma “Nazione” è a volte sostitutivo del più generico, di derivazione anglo (country) – germanica (land) “Paese”, o dell’istituzionale “Repubblica”, oppure dello storico-romantico “Patria”, e quella dei “diritti”, dove ogni desiderio diventa diritto, anche quando…

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Nonostante la guerra di aggressione della Federazione Russa all’Ucraina (circa la quale l’Occidente, USA in testa, non ha fatto molto per evitarla, forse il contrario), nonostante le guerre interne mosse negli ultimi trent’anni da chi li governa (Georgia, Cecenia, etc.), e la partecipazione a quelle esterne, magari per interposti eserciti regolari o di mercenari (Siria, Libia, etc.) i Russi ci vogliono molto bene, ammirano e amano l’Italia… Perché?

Ho constatato e appurato in molti modi, o documentandomi direttamente, o per comunicazione di notizia da parte di terzi affidabili, o per evidenza (filosoficamente, queste sono le varie modalità di accedere alla verità di cose e fatti) avuta da una mia “storica” visita in Unione Sovietica (precisamente nella Russia Europea, e tale sintagma non è contraddittorio, perché la parte della Russia che va dal confine polacco, ucraino e dei Paesi baltici fino ai Monti Urali è Europa per vicende storico-politiche…

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Dai clown che si esibiscono sul “pratone” di Pontida, agli intellettuali che non conoscono etimologia e semantica delle parole utilizzate in pubblico. Esempio: la definizione di “nazisti” (Ugo Mattei all’Aria che tira sul canale “7” nella trasmissione del 7 ottobre 2024) degli Israeliani che si difendono attaccando, dopo essere stati aggrediti brutalmente. Il 7 ottobre 2023 è già una data che non dimenticheremo, come non dimenticheremo l’11 settembre 2001 e, andando a ritroso, il 9 novembre 1989, il 1 settembre 1939, il 24 maggio 1915 e l’8 settembre 1943 (per noi Italiani), etc.

Oltre all’ospite-ospitante Salvini, l’ungherese Viktor Orban è l’unico degli ospiti della Lega a Pontida, che governa, mentre tutti gli altri, presenti in corpo (l’olandese Wilders) o in anima (Marine Le Pen), pur avendo ottenuto un risultato buono alle ultime Elezioni europee, “non toccano palla”, cioè non governano. (Steve Bannon) Fanno parte tutti del “partito trumpiano mondiale”, che si “attacca” fervorosamente – da tempo – ai valenki di Vladimir Vladimirovic Putin. Ne vedremo gli sviluppi dopo il 5 novembre p.v. (data…

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L’emotivismo è una dimensione psicologica e morale della persona, mentre invece l’emozionismo o emozionalismo sono vizi dell’anima. Se ciò è vero occorre moderare le emozioni per conciliare le emozioni stesse, i desideri, le pulsioni, con la ragione e con la logica argomentativa. Se si cede all’emozionismo si cede all’incapacità di ragionare e in politica, ad esempio, vince, non l’etica politica, ma l’ideologismo, che non riflette sui fatti reali, ma si basa sulla militanza che è costituzionalmente incapace di giudicare i fatti

“Emozioniamoci!” (sempre, comunque e dovunque)… potrebbe essere uno slogan dei tempi nostri. (emoji) L’emotivismo è una dimensione psicologica e morale della persona, mentre invece l’emozionismo o emozionalismo sono vizi dell’anima. Se ciò è vero occorre moderare le emozioni per conciliare le emozioni stesse, che gli autori classici definivano moti primi-primi, i desideri, le pulsioni, con la ragione e con la logica argomentativa. Ripeto il titolo per introdurre il seguito. Le emozioni rappresentano una parte fondamentale dell’esperienza psicologica e morale dell’uomo: essi sono…

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Il tromboncino e la bellona

Ogni tanto bisogna accettare il “faceto”, siccome ci si interessa quasi sempre del “serio”. I classici greci e latini (a partire dai grandi Aristofane e Plauto, fino alla raccolta di barzellette chiamata Philogelos), prima ancora degli umoristi medievali (ad e. Giovanni Boccaccio e Franco Sacchetti) e moderni del ‘600 à la Rabelais, ci insegnano come l’umorismo sia necessario alla vita spirituale quanto le più seriose riflessioni filosofiche. Quando Oliver Hardy (Ollio), oltremodo stupito della stupidità del suo sodale…

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Non per CASO, ma per CAUSE, è morta Sharon Verzeni! “Ho ucciso Sharon per caso. Sono uscito con quattro coltelli per uccidere”, questo ha detto ai Carabinieri Moussa (Mosè) Sangare. Nessun movente. Dobbiamo smettere con le lacrime di coccodrillo. Quest’uomo era stato già denunziato per maltrattamenti alla sorella, ma nonostante il “codice rosso”, normativa esistente, nessuno l’aveva fermato. La politica si è già collocata sul versante delle polemiche, tra chi dice, ad membrum canis, che “comunque è un nero, e quindi non occorre aumentare l’italianità di quelle genti”, e chi invece passa subito a diagnosi psico-morali giustificatorie, dicendo che “bisogna anche tenere conto del disagio dell’assassino”. E intanto i signori Verzeni e Sergio Ruocco ascoltano l’indecenza, tra quasi nessuno che mostra la loro dignità e forza morale. Io non credo nel “caso”, ma nelle “cause”, e, neanche il tempo di pubblicare questo pezzo che giunge notizia della strage familiare di Paderno Dugnano, commentata in tempo reale dai “sapienti” Crepet e Mancuso

Italiano di origine maliana, già narrano le cronache. A Terno d’Isola, nella notte tra il 29 e il 30 luglio ultimo scorso questo disgraziato criminale consapevole ha ucciso Sharon Verzeni, donna di trentatrè anni. Si chiama Moussa (Mosè) Sangare. (Sharon Verzeni) Criminale e disgraziato. Criminale perché autore di un deliberato crimen, il più grave che un essere umano può commettere, l’omicidio, che a sua volta ha diverse gradazioni e aggravanti: a) se è di un proprio caro o no,…

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