Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Di un certo “autismo”

L’autismo, o Sindrome di Kanner, è ritenuto dagli studiosi un disturbo che interessa la funzione cerebrale; la persona affetta da autismo manifesta una spiccata riduzione delle possibilità di socializzazione e di comunicazione. Non si conoscono ancora le sue cause originanti. Correntemente la definizione clinica più condivisa è Disturbi dello Spettro Autistico (DSA o, in inglese, ASD, Autistic Spectrum Disorders). Nel DSM-IV l’autismo rientra nella categoria clinica dei “Disturbi Pervasivi dello Sviluppo“, di cui fanno parte anche altre sindromi, come quella di Asperger, di Rett e il…

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Relatio, Libertas, Veritas et Sensus

Se la comunicazione resta nel campo della tecnica del rapporto tra esseri umani, la relazione, invece, ne esprime tutto il potenziale esistentivo, ontico, di libertà: solo se mi re-laziono sono libero, nel senso che scelgo di guardare negli occhi l’altro ri-conoscendolo come un altro-io, come un soggetto che è pari a me, non come oggetto destinatario di una comunicazione. La relazione è libertà perché mi esprime nel tratto della distanziazione e dell’avvicinamento, come in una dinamica respiratoria, essenziale, vitale! “Libertà”, come…

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Le neuroscienze e il libero arbitrio. Il “determinismo causale”

Eddy Nahmias, del Dipartimento di Filosofia e dell’Istituto di Neuroscienze della Georgia State University,  si chiede da tempo “Is Neuroscience the Death of Free Will“, ed è una domanda che mi faccio anch’io, perché mi inquieta non poco. Egli pensa che il libero arbitrio sia del tutto illusorio, perché i circuiti neuronali funzionerebbero meccanicisticamente e “necessariamente”. E’ evidente, come più volte abbiamo detto in questo sito, che tale posizione scientifica produce un’immediata conseguenza: che nessuno è responsabile delle proprie azioni, perché queste…

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Secondo trattatello sulla stupidità

Quivi a Milano dopo due giorni di confronto seminariale, mi è venuta voglia di scrivere qualcosa ancora sulla stupidità, proprio come motivazione intrinseca, ispirato. Da che cosa, non so. Della stupidità non si parla mai troppo perché essa abbonda nel quotidiano e ovunque. Alberga negli ambienti più disparati. A volte si dissimula in discorsi importanti e dotti, talaltra è più evidente e pacchiana nei populismi. Si veste di lustrini nel politicamente corretto e scivola da sotto le scarpe dei maestri…

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Cambiamenti e discontinuità

Caro lettore, il lavoro, e quindi la vita umana, cambieranno ancora. Come è naturale che sia. E radicalmente. Non perché lo sostiene Jeremy Rifkin da qualche decennio, ma perché se ne intravedono le vestigia, i segnali ancora deboli, ma ben visibili. Finirà il lavoro di massa (sta già finendo), con buona pace dei sindacati generalisti, “di classe”. Ad esempio il mio lavoro “di massa” è già finito da quasi vent’anni. Forse sono un prodromo. Ogni giorno io cambio mediamente almeno tre aziende,…

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La crisi della relazione nel tempo della comunicazione

  Il rischio di questi tempi è quello di scambiare la comunicazione con la relazione. Soprattutto i giovani stanno vivendo una stagione in cui il mezzo sostituisce il sentimento, il telefono la parola, il messaggio lo sguardo. Bisogna parlarne insieme, per capire come andare avanti recuperando i tempi e gli spazi del dialogo. Il mezzo non dà la libertà, né la distanza può regalare verità: questa si nasconde negli interstizi del dolore, della vita, della mancanza e del ritrovamento, del…

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Dove finisce la mente…

…e comincia il resto del mondo? Il bel titolo di un libro di Michele di Francesco e Giulia Piredda, pubblicato da Mondadori Università Milano (2013) mi incuriosisce. Già Descartes riteneva che il punto di contatto tra res cogitans (cioè l’io e Dio), e la res extensa (cioè il mondo), fosse una ghiandola  detta pineale posta nel lobo frontale. Ma il grande René usava il suo metodo intuitivo-deduttivo per una scienza certa ed evidente, con i mezzi del  suo tempo.

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Neuroni e giudizio morale

Quando l’uomo compie un atto, buono o malo che sia, la domanda concerne la sua libertà. E’ dato acquisito che la sua responsabilità sia proporzionata alla libertà esteriore ed interiore di cui dispone. Il libero arbitrio è la misura della responsabilità morale. Vi sono però anche altre teorie morali, meno spirituali e più materialistiche, si potrebbe dire. Un caposcuola di queste è senz’altro David Hume, che ai nostri giorni ha non pochi emuli. Si potrebbe dire che Hume è…

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Gli altri siamo noi

…stamani dopo la corsa per le interpoderali un libro di Walt Whitman, Leaves of grass, (Mondadori, Milano 1971, p. 136), comprato da me quando ero in terza liceo, lasciato lì sul tavolino da Beatriz: “(…) The shapes arise/ Shapes of factories, arsenals, foundries, markets,/ Shapes of the two-threaded tracks of railroads,/ Shapes of the sleepers of bridges, vast frameworks, girders, arches,/ (…)”, il poeta canta la fatica della vita e le costruzioni dell’uomo, le forme che sorgono dal lavoro…

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L’elogio della Mitezza

La mitezza per alcuni è più virtuosa dell’umiltà. Per me sono necessariamente collegate. Mitezza e umiltà sono effetti di una consapevolezza, di una coscienza del limite, che ogni essere umano dovrebbe avere presente. Abbiamo tutti il nostro limite, anche se non lo conosciamo. Il senso del limite è uno stato della coscienza razionale che rende sano e  salubre il ragionamento. La mitezza non è fiacca debolezza, anche se oggi va più forte la millanteria da Miles gloriosus  plautiano. Il bluff…

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