Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Volkswagen, o dell’esigenza di un bagno di umiltà

Caro ospite e viandante, sento parlare della Germania da quando ero piccolo, da quando mio padre Pietro vi andava per dieci mesi all’anno a lavorare nelle cave di pietra dell’Assia o della Renania. Con ammirazione e con rispetto, anche se non erano remoit i tempi, erano gli anni ’50/ ’60, quando la Germania si era macchiata, con il nazismo hitleriano, dei delitti più efferati e orrendi, tra i maggiori della storia umana. Ammirazione e rispetto in mio padre, ammirazione…

Continua a leggere

la ricerca è buona, la dottrina del “gender” dissennata e ridicola

Caro lettor paziente, l’uomo è curioso da quando l’ominizzazione è iniziata, e probabilmente lo era anche l’Homo Naledensis, recentemente scoperto in Sud Africa, un milione e mezzo di anni fa. Nel prosieguo della storia umana le cose sono andate avanti (o indietro per altri aspetti) grazie a questa curiosità senza requie: la ricerca scientifica umana è dunque cosa buona (e giusta). Sugli “spermatogoni” si è ottenuta una delle ultime vittorie scientifiche contemporanee. Leggiamo sotto: (dal web) “Per la prima volta al…

Continua a leggere

Il permanere della presenza

“(…) la relazionalità essenziale degli esseri umani nella loro duplice contrastante forma Io-Tu e Io-Esso può essere illustrata nella loro differenza attraverso la contrapposizione tra passato e presente. L’Io-Esso appare nella sua operosa attività di oggettivazione all’uomo condannato al passato, mentre l’Io-Tu sta nell’evento della relazione come unica possibilità di esperire il presente vivente. (…), (riporta il mio amico Francesco Ferrari nel suo Presenza e Relazione nel pensiero di Martin Buber, Edizioni dell’Orso, Alessandria 2012, a pag. 217, citando M. Weinrich…

Continua a leggere

i cretini del sabato

…oggi è stata la giornata dei cretini, cretini a sbafo, cretini a iosa, cretini ovunque, i primi per strada, quelli che vanno a 38kmh dove c’è il limite di 50, quelli che vanno a 53,5kmh dove c’è il limite di 70, creando code stupidissime ed evitabili, quando posso (e anche talora quando non posso) questi non li sorpasso, ma li salto, lasciandoli lì fermi, in un lampo, i secondi nel parcheggio immenso e assolato della bella Grado, camperisti che…

Continua a leggere

la stanza della rinascita, o della perseveranza

L’uomo è alto e forte, giovane, la barba corta, giusta, lo sguardo diretto, ha il nome di un arcangelo. Vorrei mettere una sua foto ma si schermisce, e la cosa è da lui. In due mesi e mezzo mi ha ridato il ginocchio destro, che era svanito dietro un ematoma monstre, e la gamba debilitata, ora in ripresa. Vi è stata una virtù a sovrintendere il tutto, la perseveranza, che è una versione operativa della pazienza. sia da parte dell’uomo alto…

Continua a leggere

l’abiezione mediatizzata, o di starnazzanti buffoni

Caro lettor paziente, qui non metteremo illustrazioni (non ne ho trovate di adeguate), ma parliamo di fatti abietti, turpi, infami, di degradazione morale, bassezza, depravazione; nulla a che vedere con una situazione di abbassamento per ragioni ascetiche…, e di starnazzanti buffoni, dal Mohammed pakistano di Brescia che parla in tv dopo aver spappolato la faccia a due persone con un fucile a canne mozze, risalendo indietro fino a Pietro Maso, capello tirato e sguardo informe che dice di aver trovato i genitori ammazzati,…

Continua a leggere

motociclisti

Mio buon lettor domenicale, in gioventù ebbi anch’io due ruote motorizzate, una vecchia Lambretta 150 che durò lo spazio di un’estate, trovata in un fienile e comprata per venticinquemila lire, e poi una HD Aermacchi 250 che durò due estati. Avevo allora 26 o 27 anni, il tempo e il morbìn (friulanismo per dire “picciola giovenil follia”) per qualche gitarella con le morose del tempo. Poi più nulla, per scelta e per necessità. Preferii le due ruote da spingere con le gambe, e allora…

Continua a leggere

l’incredibile equivoco

Caro lettor paziente, di questi tempi disarticolati e stanchi può capitare anche quel sto per raccontarti… Consuetudine amicale ormai da tempo comporta talora il condividere un bicchiere sotto sera per conversari mai banali con l’amico. Di volta in volta ci si trova in vineria o si va in frasca alla campagna. Iersera invece all’osteria vicina. L’amico mi precede e io lo seguo a minuti, entro chiedendo se qualcuno mi aspettasse… effettivamente sì, conferma la corputa ventenne banconiera, ma, aggiunge, “non ho…

Continua a leggere

again, di gnûf, ancora qui, otra vez, nunc etiam, èti èntha

Con la grazia del Padre misericordioso e la mia volontà razionale sono risalito in bici. Dopo 50 giorni. Non è stato difficile, perché il pomeriggio di fine luglio era luminoso e la strada libera. La pedalata cauta per la debolezza dell’arto ferito, ma il ritmo buono verso la Bassa. Poche auto e tanta luce attorno a me. Un saluto nel paese natale e poi il lento ritorno verso le Terre di Mezzo, un po’ di sali minerali in borraccia, magnesio…

Continua a leggere

il tour e la babbiona

10 anni fa ero sul Galibier con Bea, 4° a 2650 metri, lei che saltella con la maglia a pois di Rasmussen per scaldarsi, ma da prima e dopo il 2005 seguo il Tour per tv, e quando avrò tempo andrò sui Pirenei, perché questo evento fa parte del mio spirito, fin da quando ero bambino. L’ultima tappa che finisce sugli Champs Élysées sotto la pioggia, mi permette di lodare e dire ammirazione per tutti i corridori, che hanno lavorato, rinunziato, sofferto…

Continua a leggere