Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Le barbe inutili

Lunghe, corte, curate, incolte, massoniche, da colonnello degli alpini, da frate francescano, da Homo Neanderthalensis, tante barbe. Se un tempo la barba maschile era chiamata “onor del mento” e i baffi “onor del labbro”, se i carbonari e patrioti di primo ‘800 avevano quasi tutti la barba, come Mazzini, Emilio Bandiera, Petöfi  e Garibaldi, se Aristotele, Michelangelo, San Pietro e San Paolo avevano la barba, molti imperatori romani non la portavano (Augusto, Adriano, Tiberio… altri sì come Marco Aurelio),…

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Le voci di dentro

Caro lettore, in un bar a bere uno spritz, leggendo Pietro Citati su Kafka e Milena Jesenská, penso che gli incontri e gli ascolti delle persone sono alcune delle vie maestre della relazione interumana. Più importanti delle parole che si dicono, del loro significato e del senso che produce un discorso, sono i suoni delle voci che dicono le parole. Lì nel bar sento la banconiera parlottare con un avventore: una prima battuta qualsiasi, risposta dell’avventore, ultima parola della banconiera.

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I “capitani del bel tempo”

Vi sono persone in posizioni di responsabilità che navigano bene, brillantemente, soprattutto (o quasi solamente) quando “le cose vanno bene“, quando il vento soffia a favore, la strada è in discesa e le circostanze tutte favorevoli. Metafore ciclistiche. La prima domanda: questi responsabili c’entrano con l’andare bene delle cose? Se sono responsabili, certamente sì. Se ne deduce che “le cose vanno bene” anche grazie a loro, sì, ma non solo. Diventa un guaio quando questi signori si attribuiscono tutti i meriti…

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…un povero attore, che s’agita e si pavoneggia per un ora sul palcoscenico e che poi scompare nel silenzio

Stamani parafraso un aforisma di Shakespeare, elidendo la frase iniziale che recita “La vita (cioè l’uomo) non è che… (vedi titolo). Forse lo spirito del bardo quel giorno era inquieto e incline al pessimismo, per scrivere una massima del genere. Non mi soffermo su questo, ma sul contenuto, che poi coincide con i primi versetti del cap. I di Qoèlet, il sapiente che scrisse l’omonimo libretto biblico: “Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re a Gerusalemme./ Vanità delle vanità,…

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L’Italia non è “il paese”

Caro lettore, di quanto sto per dire qui altre volte ho parlato, a volte con ironia, a volte con rabbia. Veramente non capisco: viaggiando ascolto la radio, e spesso dibattiti politici. guardo la tele e il web. Chiunque parli,  politici, giornalisti, economisti, sindacalisti (a proposito, che paura quando Camusso, Bonanni e Angeletti promettono tuoni e fulmini per il “paese” questo autunno!) quando ha da citare l’Italia, immancabilmente, indefettibilmente, certamente, invariabilmente, prevedibilmente, vergognosamente (mi fermo qui con gli avverbi perché mi annoio…

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L’ominizzazione e i cinque gradi dell’egoismo

Caro lettore d’una bella giornata agostana, siamo diventati quello che siamo (chi più chi meno), vale a  dire dei grandi primati intelligenti-autoconsapevoli (?) forse in qualche milione di anni, come hanno solo intuito alcuni tra i filosofi-scienziati antichi e, molto meglio detto e scritto Darwin, Lombroso (chissà?), Gould… fino a Boncinelli. Sulla nostra “ominizzazione” come processo nulla dice il Grande Libro se non riportare il Mito edenico, che comunque sim-boleggia aspetti molto importanti della vita naturale e quindi umana: il rapporto con il…

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…per un eros “quasi” redento

Caro lettore e cara lettrice, Affrontare di questi tempi un argomento come l’eros, pone problemi non banali, stante il significato e l’accezione che tale tema ha assunto nella contemporaneità. Lungi dall’essere considerato struttura esistenziale e agente vitale, così come è declinato nel platonismo storico e universale, eros è stato ampiamente banalizzato e  impoverito. Eros è stato ed è stolidamente abusato, degradato, ridotto a mercanzia o, come si dice oggi, elemento efficace e quasi indispensabile del merchandising cinematografico e letterario…

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Il capo pauroso

Caro lettore estivo nel silenzio, camminando pedalando stamani, per i paesi persi nella Destra Tagliamento, Volesòn, Dàrzin, San Martin e Domanins, par furlan, si parlava con l’antico amico Mario McPipett. Si parlava guardando ascoltando il paesaggio. Verde intenso tra i paesini e nella campagna. I discorsi vari intervallati dal silenzio. Tra questi, una riflessione sul “capo“, sulla leadership, sulla psicologia di chi conduce per ruolo e affidamento di responsabilità. Condividiamo la metafisica della persona che distingue con rigore la…

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L’adesione alla realtà, o del nostro “stare al mondo”

Adaequatio intellectus ad rem (adeguazione dell’intelletto alla cosa), adaequatio rei ad intellectum (adeguazione della cosa all’intelletto), adaequatio intellectus et rei (adeguazione dell’intelletto e della cosa). I tre modi, le tre metafisiche dell’approccio conoscitivo dell’umana ragione al mondo. La prima, quella del materialismo, per cui l’intelletto umano devesi adeguare alle cose (Democrito-Comte-Marx), la seconda, quella dell’idealismo moderno, per la quale le cose sono in quanto percepite dall’intelletto (Berkeley-Hegel), la terza, quella del realismo, là dove la realtà si concilia con…

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la rabbia e il dolore

C’è un fiore di campo ch’è nato in miniera per soli pochi giorni lo stettero a guardar di un pianto suo dolce sfiorì in una sera a nulla le nere mani valsero a salvar. Sfiorisci bel fiore sfiorisci amore mio che a morir d’amore c’è tempo lo sai. Cantavano anni fa Enzo e Francesco. Ora la…

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