Cari ragazzi, cosa vi succede? O cosa vi fate succedere? Come vi parlate? Vi parlate? Come? Vi ascoltate? Che vi prende quando insultate per telefono la vostra amica? Quando scrivete “ammàzzati“. Ma sapete che cosa è la morte? Che cosa è ammazzarsi? Per che cosa poi? Perché lasciate che quelle due vostre amiche si diano botte? E le filmate pure? Perché dite che è uno scherzo trascinare in bagno la vostra compagna di classe minacciandola con i piselli fuori? Avete…
psicologia
L’orologio rotto
Non so se sia un aforisma di Hesse o di qualcun altro, ma mi piace: “Anche un orologio rotto è esatto due volte al giorno“. A me dice moltissimo, ad esempio che non occorre il fanatismo funzionalista o la mania della perfezione per trovare una buona strada a questo mondo, e che si può accettare tranquillamente anche l’imperfezione e il limite, senza abbattersi o perdere un’equilibrata autostima. Ognuno di noi, prima o poi, diventa un orologio rotto, che non sempre…
Chi siamo?
Dalle riflessioni degli antichi sapienti a oggi il pensiero sull’uomo evolve. La “diritta via” è però sempre difficile da trovare. Agostino, homo inquietus, la cercava anche quando era travolto dall’impeto vitale della sua gioventù. Può capitare, a chiunque, a qualsiasi età. Ascoltiamolo in breve (Agostino, Dialoghi. Filosofia antica per spiriti moderni, Utet-IlSole 24Ore, a cura di A. Massarenti): “Mi è successo più di una volta di credermi insensibile a ogni cosa; ecco poi che mi veniva in mente un pensiero…
Il dolore indicibile
Vi è a volte nella vita umana un dolore indicibile, al punto che Primo Levi non lo regge più ed esce dalla scena del mondo immondo. Ieri, veder piangere novantenni reduci dai campi di sterminio, quasi ammutoliti. Teste di maiale recapitate a Roma da menti tarate da una malattia dell’anima. Vi sono persone che vivono a un livello di consapevolezza che si potrebbe dire subumano, se ci intendiamo bene su che possa dirsi umano. Tommaso d’Aquino proponeva una sottile distinzione,…
Arbeit macht frei
Il tremendo crudelissimo ossimoro nazista può essere tradotto, non tanto letteralmente, ch’è ovvio, ma antropologicamente. In che senso? Nel senso di una condizione esistenziale che (cf. Richard Sennett in L’uomo artigiano) apprezzi il lavoro ben fatto, quello che si chiama lavoro artigianale, capace di focalizzare i problemi, di porsi domande e trovare soluzioni, anche incomplete e temporanee, per un fine perfettivo che si sa aspettare. Nel Rinascimento, incomparabile età dell’intelligenza dell’homo occidentalis, l’artigiano (artifex) era quasi comparato socialmente all’artista, Michelangelo…
ypothéseis sull’uomo
altruismo empatia dis-interesse felicità non è il piacere mero non l’accumulazione e il potere il moto darwiniano evolutivo, ma piuttosto emozioni come il senso della colpa e la vergogna la neocorteccia si sviluppa al senso solidale nascondendosi ai narcisi vivere in modo generoso non è sopravvivenza la donazione è sviluppo dell’umano oltre i primati come primati consapevoli e attenti lettera | meditazione |…
frammenti
Degli autori antichi spesso non abbiamo testi completi, ma solo frammenti, lacerti di scritti salvati da incendi e distruzioni, ricopiati da pazienti scribi o da monaci. Di molti contemporanei abbiamo frammenti che sono opere complete e opere complete che sembrano frammenti. Poesie sintetiche, ermetiche, simboliche, detti, aforismi e lampi di pensiero nel buio. Non so se sia più interessante la scrematura operata dal tempo e dalle vicende umane e naturali, oppure la scelta di scrivere intenzionalmente cose molto…
buona notte
Diogene Laerzio riferisce in Vitae Philosophorum (VII, 173 – SVF I, 204) un detto molto interessante di Zenone di Cizio, fondatore della scuola stoica: “E’ possibile comprendere il costume morale di un uomo dal suo aspetto“. Sembrerebbe quasi un’affermazione di tipo “lombrosiano” ante litteram, ma Zenone non intendeva riferirsi a crani dolicocefali o brachicefali, ma ad atteggiamenti, sguardi, modi di relazionarsi, cura di sé… che non abbia ampiamente ragione? Nella mia già interessante e densa vita sono tentato di dargliela…
Il “vizio assurdo”
…per me non è quello raccontato da Davide Lajolo come biografia di Pavese, ma un altro: è l’odierna ricerca affannosa della felicità. Felicitas, è latino derivante dal sanscrito “fe“, radice del concetto di fecondità. Quest’ultimo termine può esser sinonimo di felicità nell’accezione oggi corrente? Quesito retorico: NO! Oggi spesso la “felicità” spasmodicamente cercata è uno stato di quasi perenne beatitudine, di gioia perfetta e continua, di assenza di ogni assillo e affanno esistenziale, di esaudimento di ogni desiderio, quasi…
Un “Essere delle lontananze”
…per Heidegger è l’umana esistenza. Un essere che deve spostarsi dall’eredità dei padri ai figli, fin nel deserto. Abramo e Ulisse sono i padri sapienti che sanno lasciare il figlio, fidandosi della Legge divina, figlio cui danno la possibilità di crescere, non chi lo coccola per crescerlo Narciso, o chi lo abbandona temendolo, come Laio. Ereditare un patrimonio genetico o risorse materiali non è un diritto proprio, ma una condizione esistenziale, un continuo farsi del soggetto, una rinascita, come spiega Gesù a…