“Nunc aeternum“, o l’ora eterna… si ferma nello scatto della foto. Ciò è fondamentale mentre guardiamo le immagini che ci arrivano dalla guerra. Come per quanto concerne ogni altra immagine di cui prendiamo visione. Diverso è il discorso che possiamo fare se consideriamo le figure in movimento del cinema, dai tempi dei fratelli Lumiere, e ora dei video che tutti auto-produciamo con il cellulare e condividiamo con il… mondo. Ma restiamo sul tema della foto. L’espressione video, ma ferma come…
racconto
Ferdinandus Ceschiae familiae, ex temporibus actis de medio saeculo misuratis memoria, Stellinianos juvaniles Fescenninos atque gaudiosas Festivitates domesticas – ipso facto – hic mihi nobisque narrat
TE LO DO IO IL FESTINO Nei rari momenti di abbandono, quando il mio assiduo cogitare rallenta il passo, un tronco encefalico nodoso quanto un pino loricato, fa affiorare in me bagliori di inquietante consapevolezza. Sono trascorsi anni dal sospirato diploma al Liceo Stellini e l’odore delle rare pizzette da contendersi a suon di gomitate nell’angolo della bidelleria, può dirsi ormai dissolto, come il ricordo del soffuso sciabordio della roggia, che il Regio lambiva tra i concitati ditirambi e l’ossessivo…
“Gelosia” vs., oppure “invidia”? “Invidia” vs., ovvero “gelosia?”
Molti confondono e usano indifferentemente gelosia al posto di invidia e il contrario, ignorando o trascurando che non sono sinonimi. Vediamone l’etimologia e le accezioni. L’ Invidia dal latino in-vidère, è un vizio gravissimo, secondo gli antichi Padri della Chiesa Giovanni Cassiano, Giovanni Climaco, Agostino, Gregorio Magno, tra diversi altri, forse il secondo più grave dei sette, poiché il più grave resta la superbia, cioè il sentimento di superiorità che consente moralmente, nella coscienza (o assenza della) del singolo, qualsiasi…
“…troppi femminicidi, troppe violenze e abusi sui minori, troppi…”, parole che ho sentito pronunziare dal ministro di Grazia e Giustizia Marta Cartabia. Sì, lei. Mi sono subito chiesto “troppi”? Ma perché? “Pochi”, dunque, andrebbero bene? Sarebbero accettabili? Ancora una volta noto che si usano frasi e concetti linguistico-espressivi inadeguati, o almeno non vigilati. Può darsi che forse le persone parlanti in pubblico talora non riflettono prima di scegliere le parole e come dirle, ovvero, riflettono, ma non sempre sul significato completo, o logicamente deducibile, di ciò che dicono…
Se non ci si pensa su un pochino, espressioni come quelle del Ministro (che brutto “Ministra”!) della Giustizia citate nel titolo passano inosservate. Proviamo a riflettere: dire “troppi femminicidi“, oppure “Non meritava di morire“, è quantomeno improprio, soprattutto la seconda espressione. Provo a proporre alcune considerazioni, partendo da un esempio letterario italiano classico. In una delle novelle, la Quarta della Sesta giornata fiesolana, che Giovanni Boccaccio inserì nel Decameron, scritto ai tempi della peste del 1348, che decimò la città…
Il valore di una vita operaia secondo un’Etica del Fine
Se si condivide che la struttura di persona possa spiegare e attestare con i suoi tre elementi, fisicità, psichismo e spiritualità, che tutti gli esseri umani hanno pari dignità, il valore di una vita operaia è pari a quella del Capo del governo e del Presidente della Repubblica italiana, o di qualsiasi altra Nazione del mondo, USA, Cina e Russia comprese. Come quella del grande imprenditore e quella dell’attore o del calciatore carismatico da 100 milioni di euro l’anno. Uguale.
La fuga della bimba
Era scapata (con una “p”, perché non sempre curava le doppie, era un pochino dislalica), per una sgridata più forte di mamma Maria. Papà Cesare aveva detto di averla vista prendere la biciclettina e schizzare via per strada, scomparendo in un lampo. Allora abitavano vicino alla stazione dei treni, nel paesone del Medio Friuli. Famiglia piccolo borghese, perché papà era impiegato agli Uffici finanziari e mamma casalinga, e grande ospite culinaria. Aveva un fratello più grande, più giudizioso, lei frenetica,…
La scelta del signor “Mario”, un’etica della vita umana e la legge
Un signore, pseudonomizzato con il nome di “Mario”, rimasto tetraplegico da dieci anni dopo un incidente stradale, ha scelto di andare via da questo mondo chiedendo il suicidio assistito, non l’eutanasia. Lo ha ottenuto dalla giurisdizione prima di un parere espresso richiesto al Comitato etico dell’Asl competente. Comitato etico formato da medici e psicologi, e non capisco per quale ragione neanche da uno studioso di etica generale e della vita umana, cioè un filosofo. Non capisco. Perché l’ordinamento non prevede…
PENOSAMENTE RIDICOLI!!! Hanno “vinto” anche se hanno perso, Salvini e Conte, i due soci del (grazieadio) defunto governo gialloverde… ma ciò che ancora di più importa per le persone (ggente, popolo), e deve far riflettere anche chi un po’ si esalta per la vittoria, come Letta e Sala, che è andato a votare un elettore su due. Perché? tutti scontenti della destra, o anche scontenti della politica, del suo livello qualitativo e morale, che riguarda tutti, vincitori e vinti?
Incredibile come questi signori, che hanno clamorosamente perso questa tornata di amministrative usino la più vieta e acrobatica falsificazione paleo-democristiana per dire di fronte ai media (insisto, pronunzia mèdia) e al loro popolo che “non hanno perso”, perché le amministrative non sono le politiche. Ma dai. E la Meloni, con la sua insopportabile sicumera, è lì che pontifica con toni quasi trionfalistici che la destra a trazione fratellitaliota è ancora in corsa, a Roma, cioè nella città più importante. E…
Non trovo più neanche un elettrauto, dove sono spariti tutti? A me, invece, il mio dentista ha disdetto l’appuntamento per l’igiene…, ma che cosa sta succedendo?
Il vaccino aveva evitato molti morti e la pandemia sembrava oramai in sonno. Aveva avuto il suo acme un anno e mezzo prima e aveva spaventato il mondo. Con un documento verdolino tutti avevano ripreso a girare dappertutto senza intoppi. Il lavoro e il reddito pro capite erano aumentati in modo inaspettato, perché tutti avevano acquisito una fiducia nel futuro che prima non c’era. Sembrava che una società fino a un anno o due prima un po’ anchilosata si…
Beatrice (Bebe) Vio mostra come la “gioia”, quel sentimento che in latino si dice “gaudium”, prevalga sulla “felicità”
Quando vedo o ascolto Beatrice (Maria-Adelaide-Marzia)-Bebe Vio, nata nel 1997, provo gioia. Provo la gioia che la ragazza mi trasmette con il suo entusiasmo, il suo sorriso, la sua eccelsa classe sportiva. Pur essendo stata tormentata fin da piccola da una tremenda meningite che la ha mutilata, Bebe è una grande campionessa dello sport che si dice parolimpico, nella specialità della scherma, arma del fioretto, ma a mio parere si dovrebbe dire “dello sport”, e basta. Mi viene da pensare…